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I videogiochi migliorano le capacità dei bambini dislessici

Qualsiasi genitore che nota un attaccamento ai videogiochi un pò troppo intenso da parte di suo figlio o sua figlia tende ad intervenire per ridurlo drasticamente, arrivando in alcuni casi anche a vietare l’utilizzo delle piattaforme di gaming.

Ma è davvero la scelta migliore? Impedire che si sviluppi una vera e propria “dipendenza” è senza dubbio una mossa corretta, ma bisogna tenere presente che un uso adeguato dei videogiochi porta solo benefici.

I videogiochi, infatti, migliorano le abilità cognitive e mentali di base dei bambini e facilitano anche lo sviluppo delle capacità logiche. Lo riporta l’American Journal of Play, che mette in evidenza come un utilizzo corretto del gaming permetta anche di sviluppare una memoria più profonda e apporti miglioramenti al processo decisionale e all’attenzione.

Benefici che sembrano manifestarsi con una certa evidenza anche nei bambini e nelle bambine con dislessia. Sempre stando a quanto pubblicato nel report, pare siano state sufficienti 12 ore di gioco per far sì che alunni e alunne con DSA ottenessero risultati molto più incoraggianti nei test di lettura e fonologia.

Per farla breve, i videogiochi stimolano le proprie risorse mentali, spingendo ad utilizzarle per attuare un processo decisionale che porterà a risolvere i problemi. Pertanto, non bisogna affatto togliere i videogiochi ai bambini e alle bambine: basta semplicemente non esagerare.

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Spielberg: “La scuola un incubo, facevo fatica a leggere. Ma solo ora so che sono dislessico”

Anche Steven Spielberg ha dovuto fare i conti con il bullismo all’epoca della sua formazione scolastica. Il celebre regista veniva preso in giro per le sue difficoltà con la lettura, tanto da procurargli un’enorme disagio nel recarsi a scuola.

Nonostante ciò, la diagnosi di dislessia per Spielberg è arrivata solo negli ultimi tempi, come racconta lui stesso in un’intervista su “Friends of Quinn” ripresa anche dal sito “Oggiscuola”.

Steven Spielberg afferma infatti di aver ottenuto quel “pezzo del puzzle” che aveva cercato per tutti questi anni e che gli permette finalmente di chiudere il cerchio.

“Nel mio caso, non sono stato in grado di leggere per quasi due anni. Ero due anni indietro rispetto alla mia classe – racconta il regista – Ero imbarazzato all’idea di alzarmi in piedi e leggere davanti a tutti”.

Fortunatamente, come racconta Spielberg, è arrivata la passione per il cinema a ridargli coraggio e forza. “Girare i film ha rappresentato la mia via di fuga dalla realtà”, ha detto il regista.

La dislessia crea ancora qualche problema a Steven Spielberg, tanto da costringerlo ad una lettura più attenta delle sceneggiature. Le difficoltà scolastiche vennero poi definitivamente superate con la laurea in Cinema e Arti Elettroniche ottenuta nel 2002 presso la California State University con una tesi su Schindler’s List, ancora oggi il suo film più premiato.

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“DSA: FormAzione Lavoro”, il percorso dell’AID per aiutare nella ricerca di un impiego

Si chiama “DSA: FormAzione Lavoro” ed è il percorso online appena ufficializzato dall’Associazione Italiana Dislessia e destinato a lavoratori o aspiranti lavoratori con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).

Il corso, completamente gratuito, si pone come obiettivo quello di supportare le persone con DSA al raggiungimento dei propri obiettivi professionali tramite video lezioni e materiali di approfondimento su piattaforma e-learning.

AID ha voluto strutturare questo percorso per venire incontro a tutte quelle persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento che ogni anno trovano grandi difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro (circa 12.000, ndr).

Con questo corso, gli interessati potranno disporre dei giusti metodi per scrivere un CV o una lettera di presentazione, ma anche per comprendere meglio quale può essere il proprio settore lavorativo di riferimento e come partecipare ai colloqui di selezione.

Allo stesso modo, l’iniziativa dell’AID è destinata anche ai lavoratori con DSA di ogni età che trovano difficoltà sul posto di lavoro perchè spesso non consapevoli delle strategie per fronteggiare le problematiche che insorgono con i dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia.

L’iscrizione è possibile fino al 15 marzo 2021, e al termine del corso ogni partecipante potrà avere a disposizione 3 incontri gratuiti di career counseling personalizzato con uno dei consulenti carriera AID: una scelta importante che mira a fornire il giusto supporto sia nella fase di ricerca di un’occupazione che nel percorso di crescita professionale.

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Esame senza strumenti compensativi, la denuncia di una ragazza dell’Università di Catania

Non solo il rifiuto di poter utilizzare strumenti compensativi dato il suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma anche risatine e sguardi con l’assistente che non hanno fatto altro che rendere il tutto ancora più complicato.

Una studentessa dell’Università di Catania, iscritta al primo anno di Matematica e Informatica dell’Ateneo etneo, ha voluto raccontare l’accaduto alla testata “MeridioNews”, specificando il trattamento ricevuto durante l’esame di Analisi matematica.

Un esame che si è rivelato un vero e proprio incubo per la giovane, che pure aveva preventivamente avvertito la docente della sua condizione. La ragazza, infatti, spiega di avere una dislessia aggravata da un disturbo d’ansia con tratti ossessivo compulsivi, oltre ad una discalculia che le crea forti problemi nell’apprendimento del sistema di numeri e calcoli.

Qualche giorno prima Francesca (nome di fantasia utilizzato da MeridioNews) aveva mandato una mail alla docente, spiegando la necessità di poter utilizzare strumenti compensativi per poter svolgere correttamente l’esame.

Ma la professoressa le ha risposto che le avrebbe soltanto garantito un tempo aggiuntivo del 30%, una misura che riguarda però le prove scritte (mentre con la pandemia l’esame si è tenuto necessariamente in forma orale e online).

Senza mappe concettuali e formulari, la giovane è andata in tilt, anche perchè il comportamento della docente e dell’assistente, a suo dire, sarebbe stato tutt’altro che irreprensibile. La ragazza non ha superato l’esame ma ha voluto comunque denunciare l’accaduto.

In genere i docenti non fanno problemi nel concedere gli strumenti compensativi, anche se non esiste ancora una disciplina normativa che obblighi i professori universitari ad accogliere queste richieste da parte degli studenti DSA.

Dal canto suo, la docente Alessandra Ragusa, raggiunta dai colleghi di MeridioNews, ha precisato di non poter concedere l’utilizzo di tabelle e calcolatrici perchè si andrebbe a compromettere la corretta valutazione dell’esame. La prof ha poi rispedito al mittente ogni accusa in merito alle presunte “risatine”.

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Diagnosi di DSA, la Calabria è penultima in Italia

Le diagnosi sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono fondamentali, ancora di più se fatte in maniera tempestiva. Tuttavia, in Italia ci sono delle Regioni che sono ancora indietro su questo aspetto.

Quella messa peggio di tutte è la Campania, che è la Regione italiana con meno diagnosi di DSA. Al penultimo posto troviamo invece la Calabria, come riferisce l’assessore regionale all’Istruzione della Regione Calabria, Sandra Savaglio. 

Ma la Savaglio ha convocato e presieduto il Tavolo interistituzionale per la definizione delle Linee regionali sui disturbi specifici dell’apprendimento (dsa) proprio per fare luce su questo problema, individuare le criticità e trovare le adeguate soluzioni.

Per l’assessore molto è dovuto dall’ignoranza e dalla mancanza di conoscenza, anche all’interno del sistema scolastico, dato che la didattica tradizionale non può favorire l’apprendimento.

“Quando vediamo bambini in difficoltà, che magari vengono anche bullizzati dai propri compagni, per loro inizia un percorso di vita con tantissime difficoltà che potremmo evitargli, riconoscendoli per come sono e offrendo loro il corretto percorso di apprendimento”, afferma l’assessore Savaglio.

L’assessore, che sottolinea come in Calabria mancano “circa diecimila diagnosi di DSA”, ritiene che siano prioritari due interventi, ovvero il rinforzo degli organici delle strutture sanitarie pubbliche e l’adeguata promozione dell’aggiornamento delle figure cliniche.

In più, la Savaglio precisa come già nel 2016 fosse stato stilato un documento regionale sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (mai applicato, ndr), ma anche come quello stesso documento abbia ora bisogno di essere “corretto, aggiornato e integrato”.

Posizioni condivise anche da Enrico Ghidoni, neurologo componente del Comitato tecnico-scientifico del ministero sui dsa, che evidenzia come troppo spesso le scuole di alcuni territori non inviino segnalazioni in merito alle difficoltà di apprendimento degli studenti: una negligenza che rende molto più difficile riuscire a stabilire precocemente una diagnosi di DSA.

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Addio alla prof.Amodio, una vita a sostegno della scuola inclusiva

L’impegno di Francesca Antonella Amodio è un tesoro che deve proseguire anche se la professoressa non è più con noi.

La docente è venuta a mancare la scorsa settimana, all’età di 62 anni, dopo una lunga malattia con cui ha combattuto con la stessa tenacia che impiegava in quella che era la sua massima convinzione: una scuola il più possibile inclusiva.

La Amodio, che insegnava scienze motorie al liceo Scientifico Galileo Galilei di Potenza ed era anche docente di Pedagogia presso l’Università Cattolica, era particolarmente nota per gli studi nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), specialmente nelle famiglie che avevano tratto grande giovamento dall’impegno della psicoterapeuta.

La docente stessa era dislessica, ed è per questo che ha voluto condividere la sua esperienza e metterla al servizio della scuola e di tutti. Lo scopo della Amodio era proprio quella di favorire un’istituzione scolastica capace di non lasciare nessuno indietro e di tutelare coloro che sono inevitabilmente penalizzati nell’apprendimento.

L’insegnate riteneva che il mondo della scuola avrebbe dovuto collaborare e agire sinergicamente con quello della sanità, oltre che con le istituzioni e le famiglie. Il benessere di ogni alunno, sosteneva la Amodio, dipende sempre dalla “responsabilità della collettività”.

Il ricordo dell’Associazione Italiana Dislessia è toccante. “Il suo essere orgogliosamente dislessica è stato e sarà un esempio per tutti noi che operiamo nel mondo dei DSA – scrive l’AID – Si è spesa senza riserve, come psicologa e come insegnante, per far conoscere questo mondo ed abbattere scetticismi e pregiudizi che impediscono a molti studenti di essere compresi e valorizzati nel modo giusto”.

Un’intera vita spesa per questa missione, nella speranza che questo grande impegno possa contribuire a costruire la scuola di domani.

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DSA e Celebrità

Patrick Dempsey e la dislessia, l’attore si racconta: “Servono strumenti adeguati”

Tra i personaggi famosi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) c’è anche Patrick Dempsey, il noto attore statunitense di origini irlandesi diventato noto al grande pubblico grazie all’interpretazione di Derek Shepherd nella serie Grey’s Anatomy.

Dempsey è dislessico, una condizione che da bambino gli ha comportato non pochi problemi, a cominciare dalle difficoltà di inserimento a scuola.

Oggi l’attore di Lewiston, che ha compiuto 55 anni lo scorso 13 gennaio, affronta spesso la tematica della dislessia, parlando delle criticità affrontate in prima persona.

Dempsey sottolinea soprattutto come nei suoi anni di liceo (parliamo di quasi 40 anni fa, ndr) gli strumenti di supporto per gli studenti dislessici fossero praticamente inesistenti o comunque fortemente inadeguati. Una situazione che faceva inevitabilmente sentire “esclusi e scartati” gli alunni con DSA.

Secondo l’attore, nessun bambino deve alzarsi la mattina con l’angoscia di dover andare a scuola e avere quelle sensazioni di “fallimento”. Ecco perchè Dempsey si impegna molto su questo fronte, chiedendo sempre miglioramenti nel sistema educativo, a cominciare dagli strumenti opportuni.

E’ lo stesso attore USA a precisare che gli furono di grande aiuto mezzi come la televisione e anche gli audio-libri.

Dempsey evidenzia poi che è stata proprio la dislessia a trasmettergli la convinzione di voler fare l’attore, perchè riusciva ad intrattenere i compagni nelle classi speciali per alunni dislessici, frequentate anche dall’artista.

I primi tempi sono stati ovviamente molto duri, ma Dempsey è riuscito comunque a coronare il suo sogno. “Il viaggio di ognuno è diverso, ma la cosa più importante è sapere che questo non ha nulla a che fare con la tua intelligenza”.

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Validità diagnosi DSA, la proroga è in vigore? I chiarimenti della Cnudd

Il 15 aprile 2020, con l’Italia in pieno lockdown nel tentativo di arginare il più possibile la diffusione del coronavirus, il Ministero dell’Università e della Ricerca pubblicava una nota per consentire agli Atenei italiani di accettare con riserva le diagnosi per DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) scadute.

Tuttavia, in occasione del nuovo Anno Accademico non si è saputo più nulla di questa misura, come sottolinea l’Associazione Italiana Dislessia (AID). Per farla breve, le Università non sanno se la proroga ha ancora effetto, dato che non è stato comunicato alcun provvedimento normativo in tal senso.

Chiaramente gli Atenei sono disorientati davanti alla presentazione di diagnosi vecchie di DSA. Fortunatamente lo stallo del Ministero è stato parzialmente superato dalla Conferenza nazionale dei delegati dei Rettori per la disabilità e i DSA (Cnudd), che ha invitato proprio in questi giorni le varie istituzioni universitarie a valutare come comportarsi in base alle situazioni locali.

Per farla breve, la linea di indirizzo consente, anche per i test di accesso a livello locale, previsti per i primi mesi del 2021, “di accettare con riserva le diagnosi DSA scadute come indicato nella nota del MUR del 15/4/2020″, come ha spiegato all’AID il delegato del Rettore dell’Università di Napoli Federico II, Alessandro Pepino.

“Per maggiore sicurezza – ha poi aggiunto Pepino – la Presidente Pavone ha comunque chiesto al MUR una ulteriore comunicazione che estenda la validità della nota precedente all’anno accademico 2021/2022 per la partecipazione ai test a validità locale, oltre che per l’accesso agli strumenti compensative e all’uso del tempo aggiuntivo durante gli esami”.

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Dislessia a distanza, ora è più semplice con l’app “Leggo Facile”

Un’app talmente funzionale e innovativa da riuscire ad aggiudicarsi il “Top of the Pid 2020 Re-start!”, un premio promosso dai Punti Impresa Digitale (PID) attivati dalle Camere di Commercio di tutta Italia per favorire la digitalizzazione tra le imprese.

Stiamo parlando di “Leggo Facile”, un’applicazione creata dall’azienda One Health Vision di Lecce che ha come obiettivo quello di trattare la dislessia anche a distanza, come in questo periodo dove la pandemia di coronavirus impone regole ben precise.

“Leggo Facile” permette alle persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ed in particolare dislessia di poter proseguire ogni tipo di esercizio migliorativo anche a casa, magari con il prezioso aiuto di genitori e parenti, riuscendo così a continuare a lavorare sul disturbo nonostante le restrizioni anti-Covid.

Sono tanti gli esercizi messi a disposizione dalla piattaforma, che saprà anche elaborare man mano un quadro che fornirà alla persona interessata i progressi compiuti giorno dopo giorno.

Un’app talmente innovativa, “Leggo Facile”, da riuscire a capire autonomamente se lo studente dislessico ha ormai superato uno step e può quindi passare a quello successivo.

Nell’esprimere soddisfazione per il premio ricevuto, il cofondatore di One Health Vision, Vincenzo Ciccarese, spiega anche quanto tempo è necessario per raggiungere un buon livello di lettura: “La dislessia è un disturbo che va trattato in età scolare per evitare che possa trascinarsi nel tempo – afferma Ciccarese – Abbiamo verificato che con 20 minuti di trattamento protratto per tre mesi, i bambini hanno la possibilità di raggiungere un livello adeguato di lettura”.

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Le misure per l’integrazione scolastica nella Legge di Bilancio 2021

Lo scorso 30 dicembre è stato approvato il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, che include anche delle importanti misure finalizzate all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

Per ogni istituto scolastico è stata incrementato il fondo volto a garantire la continuità didattica degli alunni con disabilità: l’aumento è di 62,76 milioni per l’anno 2021, con l’obiettivo di arrivare a superare la quota di un miliardo di euro entro il 2029.

Inoltre, nelle classi in cui sono presenti alunni con disabilità deve essere prevista la formazione obbligatoria del personale docente impiegato: per questo, la Manovra approvata in Parlamento stanzia 10 milioni di euro nel 2021.

Molto importante è anche lo stanziamento di ulteriori 10 milioni di euro per l’acquisizione e alla manutenzione di attrezzature tecniche e sussidi didattici, che hanno lo scopo di rendere più agevole l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, così come previsto dalla Legge 5 febbraio 1992, n.104.

Infine, nel comma 963 dell’articolo 1 vengono chiarite anche le misure dirette agli alunni con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). In particolare, viene ribadito che le istituzioni scolastiche devono garantire provvedimenti personalizzati, dispensativi, compensativi e di flessibilità didattica. Si tratta di una “disposizione puntualizzatrice” che fa riferimento alle misure educative e didattiche assegnate agli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento.