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Esame senza strumenti compensativi, la denuncia di una ragazza dell’Università di Catania

Non solo il rifiuto di poter utilizzare strumenti compensativi dato il suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma anche risatine e sguardi con l’assistente che non hanno fatto altro che rendere il tutto ancora più complicato.

Una studentessa dell’Università di Catania, iscritta al primo anno di Matematica e Informatica dell’Ateneo etneo, ha voluto raccontare l’accaduto alla testata “MeridioNews”, specificando il trattamento ricevuto durante l’esame di Analisi matematica.

Un esame che si è rivelato un vero e proprio incubo per la giovane, che pure aveva preventivamente avvertito la docente della sua condizione. La ragazza, infatti, spiega di avere una dislessia aggravata da un disturbo d’ansia con tratti ossessivo compulsivi, oltre ad una discalculia che le crea forti problemi nell’apprendimento del sistema di numeri e calcoli.

Qualche giorno prima Francesca (nome di fantasia utilizzato da MeridioNews) aveva mandato una mail alla docente, spiegando la necessità di poter utilizzare strumenti compensativi per poter svolgere correttamente l’esame.

Ma la professoressa le ha risposto che le avrebbe soltanto garantito un tempo aggiuntivo del 30%, una misura che riguarda però le prove scritte (mentre con la pandemia l’esame si è tenuto necessariamente in forma orale e online).

Senza mappe concettuali e formulari, la giovane è andata in tilt, anche perchè il comportamento della docente e dell’assistente, a suo dire, sarebbe stato tutt’altro che irreprensibile. La ragazza non ha superato l’esame ma ha voluto comunque denunciare l’accaduto.

In genere i docenti non fanno problemi nel concedere gli strumenti compensativi, anche se non esiste ancora una disciplina normativa che obblighi i professori universitari ad accogliere queste richieste da parte degli studenti DSA.

Dal canto suo, la docente Alessandra Ragusa, raggiunta dai colleghi di MeridioNews, ha precisato di non poter concedere l’utilizzo di tabelle e calcolatrici perchè si andrebbe a compromettere la corretta valutazione dell’esame. La prof ha poi rispedito al mittente ogni accusa in merito alle presunte “risatine”.