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Diagnosi di DSA, la Calabria è penultima in Italia

Le diagnosi sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono fondamentali, ancora di più se fatte in maniera tempestiva. Tuttavia, in Italia ci sono delle Regioni che sono ancora indietro su questo aspetto.

Quella messa peggio di tutte è la Campania, che è la Regione italiana con meno diagnosi di DSA. Al penultimo posto troviamo invece la Calabria, come riferisce l’assessore regionale all’Istruzione della Regione Calabria, Sandra Savaglio. 

Ma la Savaglio ha convocato e presieduto il Tavolo interistituzionale per la definizione delle Linee regionali sui disturbi specifici dell’apprendimento (dsa) proprio per fare luce su questo problema, individuare le criticità e trovare le adeguate soluzioni.

Per l’assessore molto è dovuto dall’ignoranza e dalla mancanza di conoscenza, anche all’interno del sistema scolastico, dato che la didattica tradizionale non può favorire l’apprendimento.

“Quando vediamo bambini in difficoltà, che magari vengono anche bullizzati dai propri compagni, per loro inizia un percorso di vita con tantissime difficoltà che potremmo evitargli, riconoscendoli per come sono e offrendo loro il corretto percorso di apprendimento”, afferma l’assessore Savaglio.

L’assessore, che sottolinea come in Calabria mancano “circa diecimila diagnosi di DSA”, ritiene che siano prioritari due interventi, ovvero il rinforzo degli organici delle strutture sanitarie pubbliche e l’adeguata promozione dell’aggiornamento delle figure cliniche.

In più, la Savaglio precisa come già nel 2016 fosse stato stilato un documento regionale sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (mai applicato, ndr), ma anche come quello stesso documento abbia ora bisogno di essere “corretto, aggiornato e integrato”.

Posizioni condivise anche da Enrico Ghidoni, neurologo componente del Comitato tecnico-scientifico del ministero sui dsa, che evidenzia come troppo spesso le scuole di alcuni territori non inviino segnalazioni in merito alle difficoltà di apprendimento degli studenti: una negligenza che rende molto più difficile riuscire a stabilire precocemente una diagnosi di DSA.

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Addio alla prof.Amodio, una vita a sostegno della scuola inclusiva

L’impegno di Francesca Antonella Amodio è un tesoro che deve proseguire anche se la professoressa non è più con noi.

La docente è venuta a mancare la scorsa settimana, all’età di 62 anni, dopo una lunga malattia con cui ha combattuto con la stessa tenacia che impiegava in quella che era la sua massima convinzione: una scuola il più possibile inclusiva.

La Amodio, che insegnava scienze motorie al liceo Scientifico Galileo Galilei di Potenza ed era anche docente di Pedagogia presso l’Università Cattolica, era particolarmente nota per gli studi nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), specialmente nelle famiglie che avevano tratto grande giovamento dall’impegno della psicoterapeuta.

La docente stessa era dislessica, ed è per questo che ha voluto condividere la sua esperienza e metterla al servizio della scuola e di tutti. Lo scopo della Amodio era proprio quella di favorire un’istituzione scolastica capace di non lasciare nessuno indietro e di tutelare coloro che sono inevitabilmente penalizzati nell’apprendimento.

L’insegnate riteneva che il mondo della scuola avrebbe dovuto collaborare e agire sinergicamente con quello della sanità, oltre che con le istituzioni e le famiglie. Il benessere di ogni alunno, sosteneva la Amodio, dipende sempre dalla “responsabilità della collettività”.

Il ricordo dell’Associazione Italiana Dislessia è toccante. “Il suo essere orgogliosamente dislessica è stato e sarà un esempio per tutti noi che operiamo nel mondo dei DSA – scrive l’AID – Si è spesa senza riserve, come psicologa e come insegnante, per far conoscere questo mondo ed abbattere scetticismi e pregiudizi che impediscono a molti studenti di essere compresi e valorizzati nel modo giusto”.

Un’intera vita spesa per questa missione, nella speranza che questo grande impegno possa contribuire a costruire la scuola di domani.

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DSA e Celebrità

Patrick Dempsey e la dislessia, l’attore si racconta: “Servono strumenti adeguati”

Tra i personaggi famosi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) c’è anche Patrick Dempsey, il noto attore statunitense di origini irlandesi diventato noto al grande pubblico grazie all’interpretazione di Derek Shepherd nella serie Grey’s Anatomy.

Dempsey è dislessico, una condizione che da bambino gli ha comportato non pochi problemi, a cominciare dalle difficoltà di inserimento a scuola.

Oggi l’attore di Lewiston, che ha compiuto 55 anni lo scorso 13 gennaio, affronta spesso la tematica della dislessia, parlando delle criticità affrontate in prima persona.

Dempsey sottolinea soprattutto come nei suoi anni di liceo (parliamo di quasi 40 anni fa, ndr) gli strumenti di supporto per gli studenti dislessici fossero praticamente inesistenti o comunque fortemente inadeguati. Una situazione che faceva inevitabilmente sentire “esclusi e scartati” gli alunni con DSA.

Secondo l’attore, nessun bambino deve alzarsi la mattina con l’angoscia di dover andare a scuola e avere quelle sensazioni di “fallimento”. Ecco perchè Dempsey si impegna molto su questo fronte, chiedendo sempre miglioramenti nel sistema educativo, a cominciare dagli strumenti opportuni.

E’ lo stesso attore USA a precisare che gli furono di grande aiuto mezzi come la televisione e anche gli audio-libri.

Dempsey evidenzia poi che è stata proprio la dislessia a trasmettergli la convinzione di voler fare l’attore, perchè riusciva ad intrattenere i compagni nelle classi speciali per alunni dislessici, frequentate anche dall’artista.

I primi tempi sono stati ovviamente molto duri, ma Dempsey è riuscito comunque a coronare il suo sogno. “Il viaggio di ognuno è diverso, ma la cosa più importante è sapere che questo non ha nulla a che fare con la tua intelligenza”.

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Validità diagnosi DSA, la proroga è in vigore? I chiarimenti della Cnudd

Il 15 aprile 2020, con l’Italia in pieno lockdown nel tentativo di arginare il più possibile la diffusione del coronavirus, il Ministero dell’Università e della Ricerca pubblicava una nota per consentire agli Atenei italiani di accettare con riserva le diagnosi per DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) scadute.

Tuttavia, in occasione del nuovo Anno Accademico non si è saputo più nulla di questa misura, come sottolinea l’Associazione Italiana Dislessia (AID). Per farla breve, le Università non sanno se la proroga ha ancora effetto, dato che non è stato comunicato alcun provvedimento normativo in tal senso.

Chiaramente gli Atenei sono disorientati davanti alla presentazione di diagnosi vecchie di DSA. Fortunatamente lo stallo del Ministero è stato parzialmente superato dalla Conferenza nazionale dei delegati dei Rettori per la disabilità e i DSA (Cnudd), che ha invitato proprio in questi giorni le varie istituzioni universitarie a valutare come comportarsi in base alle situazioni locali.

Per farla breve, la linea di indirizzo consente, anche per i test di accesso a livello locale, previsti per i primi mesi del 2021, “di accettare con riserva le diagnosi DSA scadute come indicato nella nota del MUR del 15/4/2020″, come ha spiegato all’AID il delegato del Rettore dell’Università di Napoli Federico II, Alessandro Pepino.

“Per maggiore sicurezza – ha poi aggiunto Pepino – la Presidente Pavone ha comunque chiesto al MUR una ulteriore comunicazione che estenda la validità della nota precedente all’anno accademico 2021/2022 per la partecipazione ai test a validità locale, oltre che per l’accesso agli strumenti compensative e all’uso del tempo aggiuntivo durante gli esami”.

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Strumenti utili

Dislessia a distanza, ora è più semplice con l’app “Leggo Facile”

Un’app talmente funzionale e innovativa da riuscire ad aggiudicarsi il “Top of the Pid 2020 Re-start!”, un premio promosso dai Punti Impresa Digitale (PID) attivati dalle Camere di Commercio di tutta Italia per favorire la digitalizzazione tra le imprese.

Stiamo parlando di “Leggo Facile”, un’applicazione creata dall’azienda One Health Vision di Lecce che ha come obiettivo quello di trattare la dislessia anche a distanza, come in questo periodo dove la pandemia di coronavirus impone regole ben precise.

“Leggo Facile” permette alle persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ed in particolare dislessia di poter proseguire ogni tipo di esercizio migliorativo anche a casa, magari con il prezioso aiuto di genitori e parenti, riuscendo così a continuare a lavorare sul disturbo nonostante le restrizioni anti-Covid.

Sono tanti gli esercizi messi a disposizione dalla piattaforma, che saprà anche elaborare man mano un quadro che fornirà alla persona interessata i progressi compiuti giorno dopo giorno.

Un’app talmente innovativa, “Leggo Facile”, da riuscire a capire autonomamente se lo studente dislessico ha ormai superato uno step e può quindi passare a quello successivo.

Nell’esprimere soddisfazione per il premio ricevuto, il cofondatore di One Health Vision, Vincenzo Ciccarese, spiega anche quanto tempo è necessario per raggiungere un buon livello di lettura: “La dislessia è un disturbo che va trattato in età scolare per evitare che possa trascinarsi nel tempo – afferma Ciccarese – Abbiamo verificato che con 20 minuti di trattamento protratto per tre mesi, i bambini hanno la possibilità di raggiungere un livello adeguato di lettura”.

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Le misure per l’integrazione scolastica nella Legge di Bilancio 2021

Lo scorso 30 dicembre è stato approvato il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, che include anche delle importanti misure finalizzate all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

Per ogni istituto scolastico è stata incrementato il fondo volto a garantire la continuità didattica degli alunni con disabilità: l’aumento è di 62,76 milioni per l’anno 2021, con l’obiettivo di arrivare a superare la quota di un miliardo di euro entro il 2029.

Inoltre, nelle classi in cui sono presenti alunni con disabilità deve essere prevista la formazione obbligatoria del personale docente impiegato: per questo, la Manovra approvata in Parlamento stanzia 10 milioni di euro nel 2021.

Molto importante è anche lo stanziamento di ulteriori 10 milioni di euro per l’acquisizione e alla manutenzione di attrezzature tecniche e sussidi didattici, che hanno lo scopo di rendere più agevole l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, così come previsto dalla Legge 5 febbraio 1992, n.104.

Infine, nel comma 963 dell’articolo 1 vengono chiarite anche le misure dirette agli alunni con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). In particolare, viene ribadito che le istituzioni scolastiche devono garantire provvedimenti personalizzati, dispensativi, compensativi e di flessibilità didattica. Si tratta di una “disposizione puntualizzatrice” che fa riferimento alle misure educative e didattiche assegnate agli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento.