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Verso una nuova comprensione della dislessia: una definizione universale per migliorare il supporto

La dislessia, un disturbo dei 4 disturbi dell’apprendimento necessita di una definizione più precisa per garantire un supporto adeguato.

Negli anni, le diverse definizioni hanno creato confusione, rendendo difficile l’accesso alla diagnosi e al supporto, che varia notevolmente a seconda del luogo di residenza.
Per risolvere questo problema, un gruppo di ricercatori del Regno Unito, tra cui l’Università di Birmingham, il King’s College London e l’Università di Oxford, ha proposto una nuova definizione a livello nazionale.

Questa iniziativa è nata dal riconoscimento che la definizione attuale, basata sulla revisione Rose del 2009, non è stata universalmente accettata e non ha fornito un percorso chiaro per la valutazione della dislessia.
La professoressa Julia Carroll, leader dello studio, sottolinea l’importanza di una definizione condivisa per migliorare il supporto ai bambini dislessici.

Per raggiungere questo obiettivo, 58 esperti internazionali in disturbi dell’apprendimento hanno valutato e votato su una serie di affermazioni chiave relative alla dislessia, coprendo aree come la definizione, le capacità intellettive, le cause e la co-occorrenza con altri disturbi.
Da queste affermazioni è emersa una nuova definizione che descrive la dislessia come un insieme di difficoltà di elaborazione che influenzano l’acquisizione della lettura e della scrittura, con indicatori chiave come la fluidità della lettura e l’ortografia.

La dislessia si presenta su un continuum e può coesistere con altri disturbi dello sviluppo.

I ricercatori sostengono che il processo di valutazione dovrebbe seguire 4 fasi principali: escludere altre cause delle difficoltà, raccogliere informazioni aggiuntive, intervenire rapidamente con supporto aggiuntivo se necessario, e valutare la risposta all’intervento.

Questo approccio potrebbe migliorare significativamente il supporto ai bambini dislessici, garantendo loro pari opportunità di apprendimento.

Inoltre, il percorso diagnostico nazionale obbligatorio basato su queste fasi potrebbe ridurre le disparità nel supporto educativo, assicurando che ogni bambino riceva l’aiuto di cui ha bisogno per superare le sfide quotidiane scolastiche.

Questa nuova definizione rappresenta un passo cruciale verso una maggiore comprensione e inclusione delle persone con dislessia, migliorando così la loro qualità della vita.

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DSA: li verità sui numeri e il futuro dell’educazione inclusiva

Nel contesto del dibattito acceso dalle dichiarazioni del filosofo Umberto Galimberti sulla presunta medicalizzazione della scuola italiana, l’Associazione Italiana Dislessia (AID) ha presentato un’analisi approfondita dei dati ministeriali sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
Questi dati smentiscono l’ipotesi di un aumento esponenziale delle certificazioni, rivelando invece un incremento costante ma contenuto.

Nel 2022/2023, gli studenti con diagnosi di DSA erano 354.569, corrispondenti al 6% della popolazione scolastica, con un aumento medio annuo dello 0,5% dal 2010 al 2023.
Questi numeri sono coerenti con le stime europee, che indicano una prevalenza dei DSA tra il 5% e il 12%.
Secondo la Presidente di AID, Silvia Lanzafame, “il processo di riconoscimento delle specificità degli studenti non è una medicalizzazione, ma un passo verso un’educazione più inclusiva”.

Tuttavia, emerge un problema critico: il ritardo nelle diagnosi. Solo il 3% degli studenti delle scuole primarie ha ricevuto una diagnosi di DSA, mentre questo numero sale al 6,5% nella scuola secondaria di I grado e al 7% nella scuola secondaria di II grado. Questo ritardo può avere gravi ripercussioni sul benessere psicologico degli studenti. Una diagnosi tempestiva potrebbe ridurre la frustrazione e migliorare l’efficacia degli interventi educativi.

Inoltre, i dati mostrano una forte disomogeneità territoriale nelle certificazioni: il Nord Ovest registra il 7,9%, il Nord Est il 6,7%, il Centro il 6,1%, mentre il Sud solo il 2,8%. Questa disparità solleva dubbi sull’equità del sistema sanitario nazionale e sulla capacità di garantire diagnosi uniformi in tutto il Paese.

AID lancia un appello per un’azione coordinata volto a ridurre i ritardi diagnostici e le disuguaglianze territoriali, rafforzando i servizi sanitari e scolastici dedicati ai DSA. L’obiettivo è garantire pari opportunità di apprendimento a tutti gli studenti, favorendo un sistema educativo realmente inclusivo.

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La scuola tra inclusione e critiche: il dibattito sui DSA

In un recente evento organizzato da Confartigianato Vicenza, il filosofo Umberto Galimberti ha espresso una critica severa sull’aumento delle diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) nelle scuole. Secondo Galimberti, la scuola elementare sembra essersi trasformata in una sorta di clinica psichiatrica, dove tutti gli studenti sembrano affetti da dislessia, disgrafia, discalculia, autismo e sindrome di Asperger. Queste parole hanno acceso un acceso dibattito sui social, con molti che accusano Galimberti di superficialità e altri che condividono le sue preoccupazioni.

Galimberti sostiene che l’aumento delle certificazioni sia dovuto più alla richiesta dei genitori di agevolazioni per i figli che a reali difficoltà di apprendimento. Secondo lui, i genitori cercano percorsi facilitati per i propri figli, piuttosto che concentrarsi sulla formazione.

Questa posizione ha suscitato reazioni forti, con alcuni genitori che difendono l’importanza delle diagnosi per garantire un percorso scolastico adeguato ai loro figli.

Tuttavia, molti ritengono che in passato le difficoltà esistessero ugualmente, ma venissero ignorate, causando sofferenza a molti studenti. Oggi, l’attenzione maggiore verso le differenze individuali rappresenta un passo avanti per l’inclusione, ma rischia di essere bilanciata da un eccesso di burocrazia e medicalizzazione. Il sistema scolastico si trova quindi a dover affrontare la sfida di coniugare inclusione e formazione adeguata, evitando di trasformare la scuola in una clinica.

La questione sollevata da Galimberti evidenzia il bisogno di un equilibrio tra supporto specifico per gli studenti con DSA e una formazione generale di qualità. Mentre alcuni docenti lamentano il crescente conflitto con i genitori, altri sottolineano come il sistema sia diventato troppo frammentato e burocratico, rischiando di rallentare l’insegnamento.

In questo contesto, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione delle neuro diversità, come sottolinea Giacomo Stella, psicologo e psicolinguista, che ribadisce l’importanza di affrontare la dislessia come una diversità cognitiva piuttosto che una patologia.

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La dislessia al centro dell’attenzione: coraggio e sensibilità in consiglio regionale

Nella recente seduta del Consiglio Regionale sardo, il consigliere Emanuele Matta ha dimostrato un notevole coraggio nell’affrontare le critiche mosse nei suoi confronti. La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha elogiato la sua determinazione nel rivelare pubblicamente che i suoi errori di lettura sono dovuti alla dislessia.

Todde ha sottolineato come questo gesto non solo abbia emozionato l’assemblea ma abbia anche acceso un importante riflettore su un tema spesso ignorato.
Ha ringraziato Matta per aver parlato con dignità e serenità della sua condizione, smontando le accuse di distrazione o ignoranza avanzate da alcuni.

Matta stesso ha risposto agli attacchi dell’opposizione sui social media spiegando che la dislessia è una sfida quotidiana che non deve essere vista come un limite.

Egli ricorda di aver affrontato questa condizione in vari ruoli – studente, ingegnere e rappresentante politico – senza mai lasciarsi frenare dalle difficoltà personali. Secondo lui, è possibile raggiungere grandi obiettivi indipendentemente dai propri limiti presunti o reali.

Questo episodio invita a riflettere sulla necessità di maggiore sensibilità verso le persone con DSA e  apprezzare il loro impegno nel superare ogni giorno gli ostacoli legati a questa caratteristica.

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Dislessia e maturità: come affrontare l’esame di stato 2025 con successo

L’esame di maturità per gli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) richiede particolare attenzione e preparazione, al fine di garantire un’esperienza d’esame equa e inclusiva. Ogni anno, le normative vigenti stabiliscono le modalità con cui gli studenti con DSA possono affrontare l’esame di Stato, tenendo conto delle loro specifiche esigenze attraverso strumenti compensativi e misure dispensative.

Per l’esame di maturità 2025, le date ufficiali non sono ancora state pubblicate, ma possiamo fare riferimento a quanto stabilito per il 2024, dal momento che non sono state previste modifiche rispetto agli anni precedenti.
L’Ordinanza Ministeriale n. 55 del 22 marzo 2024, all’articolo 25, conferma che spetta alle singole commissioni d’esame, durante la riunione plenaria, definire le modalità di svolgimento delle prove per gli studenti con DSA.

Queste decisioni si basano sul Piano Didattico Personalizzato (PDP) e sugli elementi conoscitivi forniti dal Consiglio di classe, per garantire un’esecuzione dell’esame in linea con le esigenze specifiche di ogni studente.

Anche per il 2025, quindi, è altamente probabile che vengano mantenuti gli stessi criteri di gestione dell’esame per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, nel rispetto della normativa vigente sull’inclusione scolastica.

In Italia, la tutela degli studenti con DSA è sancita dalla Legge 8 ottobre 2010, n. 170, che riconosce i DSA come disturbi che influenzano specifiche abilità legate all’apprendimento scolastico. Questa legge prevede l’adozione di misure didattiche personalizzate, strumenti compensativi e misure dispensative per supportare gli studenti nel loro percorso educativo.

Per quanto riguarda l’esame di Stato, il Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 62 stabilisce che gli studenti con DSA certificati siano ammessi a sostenere l’esame sulla base del Piano Didattico Personalizzato (PDP).

Durante l’esame di maturità, gli studenti con DSA hanno diritto all’utilizzo degli strumenti compensativi previsti nel loro PDP. Tra questi strumenti rientrano:

  • Sintesi vocale: permette la lettura automatica dei testi, facilitando la comprensione dei quesiti.
  • Mappe concettuali: utili per organizzare e richiamare le informazioni in modo visivo.
  • Calcolatrice: per supportare nelle operazioni matematiche, laddove necessario.
  • Tabelle e formulari: per agevolare il recupero di formule o dati specifici.

Le misure dispensative, invece, possono includere:

  • Dispensa dalla lettura ad alta voce: per evitare situazioni che possano generare ansia o disagio.
  • Tempi aggiuntivi: concessione di un prolungamento del tempo a disposizione per lo svolgimento delle prove.
  • Modalità di verifica alternative: come l’uso di prove orali in sostituzione di quelle scritte, se previsto dal PDP.

È fondamentale che la commissione d’esame sia informata sulle specifiche esigenze dell’alunno e sulle misure previste nel PDP, al fine di garantire un corretto svolgimento delle prove.

Il consiglio di classe svolge un ruolo centrale nella preparazione dell’esame di maturità per gli studenti con DSA. Oltre a redigere il PDP, il consiglio è responsabile di fornire alla commissione d’esame tutte le informazioni necessarie sulle strategie didattiche adottate durante l’anno scolastico e sugli strumenti compensativi utilizzati dall’alunno.

Maturità 2025 e DSA: Un focus sulla dislessia

L’esame di maturità rappresenta una tappa cruciale nel percorso scolastico di ogni studente, ma per chi convive con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), come la dislessia, la preparazione richiede un’attenzione particolare.
Cosa prevede la normativa per il 2025?
Come supportare al meglio gli studenti dislessici? Facciamo chiarezza.

Quadro normativo: Legge 170/2010 e PDP

La Legge 170/2010 ha rappresentato una svolta fondamentale, riconoscendo i DSA come disturbi che influenzano l’apprendimento. Questa legge ha aperto la strada all’adozione di misure personalizzate, tra cui gli strumenti compensativi e le misure dispensative.

Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è il fulcro di questo approccio. Redatto dal consiglio di classe in collaborazione con la famiglia e specialisti, il PDP definisce le strategie didattiche e gli strumenti più adatti alle esigenze specifiche dello studente dislessico.

Strumenti compensativi e misure dispensative: Un aiuto concreto

Durante l’esame di maturità, gli studenti con DSA hanno diritto all’utilizzo degli strumenti compensativi previsti nel loro PDP. Tra i più comuni troviamo:

  • Sintesi vocale: per facilitare la comprensione dei testi.
  • Mappe concettuali: per organizzare le informazioni in modo visivo.
  • Calcolatrice: per supportare le operazioni matematiche.
  • Tabelle e formulari: per agevolare il recupero di dati specifici.

Le misure dispensative, invece, possono includere:

  • Dispensa dalla lettura ad alta voce: per ridurre l’ansia.
  • Tempi aggiuntivi: per lo svolgimento delle prove.
  • Modalità di verifica alternative: come prove orali al posto di quelle scritte.

Ruolo del consiglio di classe e della commissione d’esame

Il consiglio di classe svolge un ruolo cruciale nella preparazione all’esame, fornendo alla commissione tutte le informazioni necessarie sulle strategie didattiche adottate e sugli strumenti utilizzati dallo studente.

La commissione d’esame, a sua volta, ha il compito di predisporre prove adeguate, valutare le competenze acquisite e assicurare un ambiente sereno e di supporto.

Strategie di preparazione per studenti dislessici

Per affrontare al meglio l’esame di maturità 2025, gli studenti con DSA possono adottare diverse strategie:

  • Pianificazione dello studio: organizzare un calendario con sessioni brevi e frequenti.
  • Utilizzo degli strumenti compensativi: fare pratica con mappe concettuali e software di sintesi vocale.
  • Tecniche di rilassamento: per gestire l’ansia da esame.
  • Simulazioni d’esame: per familiarizzare con le modalità di verifica.

Il ruolo fondamentale della famiglia

La famiglia svolge un ruolo di supporto essenziale:

  • Creare un ambiente di studio adeguato: uno spazio tranquillo e privo di distrazioni.
  • Supportare emotivamente lo studente: incoraggiare e motivare.
  • Aiutare nell’organizzazione dello studio: creare un piano realistico e sostenibile.
  • Stimolare l’uso degli strumenti compensativi: software di sintesi vocale, audiolibri, ecc.
  • Promuovere il benessere psicofisico: equilibrio tra studio, attività fisica e svago.

Prove scritte e colloquio orale: come affrontarli

  • Prove scritte: gestire il tempo, utilizzare mappe concettuali, rileggere attentamente.
  • Colloquio orale: preparare un discorso chiaro e strutturato, simulare l’esame, utilizzare strumenti compensativi.

Inclusione e pari opportunità

L’Italia ha compiuto progressi significativi nell’inclusione degli studenti con DSA, ma è fondamentale che le normative vengano applicate correttamente e che studenti, docenti e famiglie siano informati sui diritti e le opportunità disponibili. L’obiettivo è permettere a ogni studente di esprimere al meglio le proprie competenze, indipendentemente dalle difficoltà.

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DSA e maturità: il TAR conferma la bocciatura priorità alla valutazione complessiva

In sintesi: il TAR della Lombardia ha respinto il ricorso di una studentessa DSA, confermando la bocciatura all’esame di maturità. La sentenza mette in luce come le misure compensative per studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento debbano supportare, ma non alterare la natura valutativa dell’esame.

Il caso: una studentessa con DSA, non promossa all’esame di stato, ha presentato ricorso contestando la valutazione con esito negativo e la presunta insufficiente applicazione di misure compensative. Il TAR ha però respinto il ricorso, sottolineando che l’obiettivo delle misure a supporto degli studenti DSA è di garantire un livello minimo di preparazione e non di modificare radicalmente la struttura dell’esame.

Le motivazioni del TAR: i giudici amministrativi hanno evidenziato che la prova d’esame deve valutare la capacità dello studente di affrontare un colloquio multidisciplinare e di dimostrare una maturità complessiva. Nel caso specifico, il tribunale ha riconosciuto l’impegno della commissione nel supportare la candidata, ma ha ribadito che il giudizio finale si basa sulla preparazione e sulla maturità dello studente. La sentenza specifica che il diritto al supporto non implica automaticamente la promozione, poiché la capacità di sintesi e di collegamento tra le materie rimane un elemento imprescindibile dell’esame orale.

Implicazioni: questa sentenza ribadisce l’importanza di un equilibrio tra il diritto allo studio degli studenti con DSA e la necessità di garantire standard valutativi oggettivi. Le misure compensative sono fondamentali per supportare l’apprendimento, ma non possono sostituire la valutazione della preparazione e della maturità dello studente. La decisione del TAR sottolinea che il possesso di una certificazione DSA non implica una promozione automatica all’esame di stato

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Lettera ai genitori: valorizzare i talenti dei figli oltre i voti

“Tra pochi giorni arriveranno le pagelle dei vostri figli. Se i risultati non dovessero rispecchiare le vostre aspettative, non trasformateli in un motivo di preoccupazione”.

Questo è il messaggio che Flavia Capodicasa, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 8 di Modena, ha voluto trasmettere alle famiglie. Con un passato da ingegnere aeronautico e docente di elettronica, la Preside ha trovato nella scuola la sua vera passione e, in vista della consegna delle valutazioni, ha scelto di inviare una lettera dal tono umano e motivante.

“Mi sono ispirata alla ‘Favola del curriculo’ del pedagogista George H. Reavis
– racconta – per far comprendere quanto sia importante riconoscere le differenze individuali e sostenere i ragazzi nel loro percorso”.

Nella lettera, la dirigente invita i genitori a riflettere sul fatto che ogni studente è unico: “C’è chi eccelle nell’arte ma fatica con la matematica, chi è portato per le scienze ma non ama la poesia, o chi brilla nello sport ma trova difficoltà con le lingue straniere”.

Il punto centrale del messaggio è chiaro: il valore di un ragazzo non può essere ridotto a un numero o a un confronto con le aspettative degli adulti. “I vostri figli – scrive – sono straordinari così come sono. Hanno bisogno di essere amati per ciò che sono e incoraggiati a scoprire il loro potenziale”.

La preside spiega perché ha deciso di scrivere questa lettera: “Viviamo in una società dove l’ansia da prestazione è sempre più diffusa. Troppi giovani si sentono giudicati solo attraverso i risultati scolastici, e questo può portarli a crollare sotto il peso delle aspettative. È fondamentale iniziare a diffondere messaggi positivi già dalla scuola primaria”.

Capodicasa sottolinea che ogni studente è molto più di un voto: “La valutazione deve essere uno strumento per apprendere, ma non deve mai oscurare il valore personale di ciascun ragazzo”.

E conclude con un appello ai genitori: “Accompagnate i vostri figli con amore e sostegno nella scoperta dei loro talenti. Questo è un compito che spetta sia alla famiglia che alla scuola”.

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Disturbi del neurosviluppo diagnosi precoce e nuove prospettive di supporto in Italia

La tempestività nella diagnosi dei disturbi del neurosviluppo è cruciale per attuare interventi efficaci e migliorare la vita di chi ne è affetto. Questi disturbi, che includono l’autismo, l’ADHD e le difficoltà di apprendimento, si manifestano in modi diversi, rendendo essenziale un’osservazione attenta e precoce.
Riconoscere segnali di potenziali problematiche nello sviluppo cognitivo, motorio e sociale consente di intervenire prima che le difficoltà si radichino, facilitando l’integrazione del bambino in vari contesti.
Negli ultimi dieci anni, la prevalenza di queste condizioni è aumentata, evidenziando la necessità di un sistema di rilevazione precoce per identificare tempestivamente i segnali e garantire diagnosi rapide.

In risposta a questa emergenza, la Commissione Affari Sociali della Camera ha avviato discussioni su una proposta di legge che prevede misure a sostegno delle persone con disturbi del neurosviluppo e delle loro famiglie. Questa iniziativa intende stabilire un quadro normativo che rispetti le competenze statali e regionali in ambito sanitario, con l’obiettivo di potenziare il supporto e i servizi disponibili.

                   Diagnosi tempestiva e continuità dell’assistenza

Effettuare una diagnosi nei primi anni di vita presenta numerosi vantaggi:

  • maggiore efficacia degli interventi grazie alla plasticità cerebrale nei bambini.
  • aumento dell’autonomia e dell’inclusione sociale attraverso strategie mirate.
  • supporto personalizzato per le famiglie.
  • riduzione del disagio psicologico legato alla comprensione delle difficoltà del bambino.

                    Creazione di una rete integrata di servizi

La proposta di legge mira a istituire una rete integrata di servizi a livello nazionale e locale, coinvolgendo diverse istituzioni competenti per garantire:

  • maggiore inclusione in ambito scolastico.
  • miglioramento della qualità della vita per bambini e le loro famiglie.
  • supporto continuo lungo tutto il ciclo vitale.

Gli interventi dovranno essere allineati con le esperienze pratiche e le normative esistenti, come ad esempio per quelle relative all’autismo.

                     Formazione continua nel settore educativo

Accanto alla rete integrata, il disegno di legge propone corsi di formazione continua per professionisti, inclusi operatori sanitari e scolastici.
Si prevede anche l’attuazione di campagne informative per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a questi disturbi.

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“Alessandro Vantini: un viaggio tra scrittura e volontariato”

Alessandro Vantini, un uomo di 77 anni, è un ex tornitore e scrittore appassionato, che crede fermamente nel potere dell’amore, capace di superare anche la morte.

La sua convinzione è frutto delle esperienze accumulate sia nel mondo del lavoro che nel volontariato.
«Mio padre e mio nonno sono stati i miei modelli», racconta Vantini. «Ho vissuto il volontariato come un atto di libertà e responsabilità, fino a quando la salute me lo ha permesso. Grazie a loro, ho sviluppato un amore per la narrazione orale, che mi ha affascinato fin da bambino durante le veglie invernali nei fienili. Col tempo, ho sentito l’urgenza di esprimere storie per iscritto».

La sua avventura con la scrittura non è stata priva di ostacoli. In seconda elementare, Vantini non riusciva a leggere correttamente a causa della dislessia. «La mia insegnante credeva che fossi pigro e incapace», ricorda. «Ma non era così; amavo andare a scuola e mi impegnavo. Non sapevo di avere la dislessia, e questo mi ha portato a essere bocciato, facendomi soffrire profondamente. Ho promesso a me stesso che avrei scritto un libro».

Dopo questa difficile esperienza, il suo percorso scolastico è cambiato radicalmente. «Con i nuovi insegnanti, ho trovato supporto; le mie composizioni venivano lette in classe durante le ultime due classi delle elementari. Questo mi ha fatto innamorare della poesia e della letteratura», spiega Vantini.

La sua passione è cresciuta grazie all’influenza di professori competenti durante la scuola professionale. Da adulto, ha ripreso a scrivere durante i viaggi di lavoro in tutto il mondo.

«Dopo il lavoro, ho iniziato a comporre poesie in dialetto e italiano, per poi passare ai racconti. Scrivevo per me stesso, per elaborare ricordi ed esperienze. Era una necessità che mi faceva sentire bene», afferma.

Vantini ha anche viaggiato all’estero come volontario, contribuendo alla costruzione di strutture in Ciad e Mozambico. Il suo impegno nel volontariato è iniziato nel 1976, dopo il terremoto in Friuli Venezia Giulia, quando si unì al Gruppo Alpini per aiutare la comunità di Buja. Ha continuato a prestare servizio con la Fevoss fino a quando problemi di salute lo hanno costretto a fermarsi.

Oggi Vantini dedica tempo alla sua passione per la scrittura: «Ogni giorno scrivo. Ho completato circa 15 racconti per un totale di un milione di parole e ho pubblicato il mio primo libro: “Il Re del Longiar”, una storia quasi vera su un immigrato africano che trova successo in Italia grazie alle sue qualità umane».

Attualmente sta lavorando su una nuova storia ispirata alla stella Alcor della costellazione dell’Orsa Maggiore.

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Aumento degli alunni con DSA in Italia: un’analisi delle nuove tendenze e delle politiche educative

Il sistema scolastico in Italia ha registrato un notevole aumento degli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Recenti dati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione rivelano che, negli anni accademici 2021/2022 e 2022/2023 , la percentuale di studenti con DSA è cresciuta in modo significativo, passando dallo 0,9% nel 2010/2011 al 6,0% nel 2022/ 2023. Questo trend evidenzia una crescente sensibilizzazione e attenzione verso le problematiche legate ai DSA.

Crescita della consapevolezza e diagnosi precoce

La crescita del numero di alunni diagnosticati con DSA ha avuto ripercussioni importanti sulle politiche educative e sulle pratiche didattiche. Gli studenti con diagnosi formale frequentano principalmente le scuole primarie e secondarie.
Inoltre, è emerso un gruppo di bambini in età prescolare e nei primi anni della scuola primaria identificazioni come “a rischio DSA”. L’analisi di questi gruppi è cruciale per comprendere le dinamiche dei disturbi dell’apprendimento e le risposte del sistema educativo.

Incremento degli alunni con diagnosi

Nel 2022/2023 , il 6,0% degli studenti italiani presenta un DSA, evidenziando un incremento costante rispetto agli anni precedenti. In particolare, nelle scuole secondarie si è registrato un aumento significativo di diagnosi formali di DSA. Questo non solo riflette una reale crescita dei casi, ma anche una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di supporto.

Attenzione alla prevenzione per i bambini a rischio

È fondamentale non trascurare gli alunni “a rischio” che non hanno ancora ricevuto una diagnosi ufficiale. Questi bambini, che frequentano la scuola dell’infanzia ei primi anni della primaria, rappresentano un periodo cruciale per lo sviluppo delle competenze cognitive. Monitorare questi studenti consente di attuare interventi preventivi per evitare l’insorgere di disturbi più gravi.
Le scuole stanno intensificando gli sforzi per valutare continuamente i bambini a rischio, utilizzando metodologie adeguate per identificare tempestivamente eventuali difficoltà. L’aumento degli alunni identificati come “a rischio DSA” indica una crescente attenzione verso la fase iniziale del percorso educativo.

Fattori contributivi all’aumento dei casi di DSA

L’aumento dei casi di alunni con DSA può essere attribuito a diversi fattori, tra cui il miglioramento delle capacità diagnostiche e l’accesso ai servizi di supporto.
Le famiglie e le scuole sono ora più informate sui disturbi dell’apprendimento e sulle opportunità di intervento precoce. Inoltre, la formazione degli insegnanti è aumentata, apportando una maggiore comprensione delle difficoltà che alcuni studenti affrontano.

Inclusione scolastica: un impegno necessario

L’inclusione scolastica rappresenta una priorità in Italia, garantendo il diritto all’istruzione per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro difficoltà. È essenziale che le scuole implementino pratiche didattiche personalizzate, come l’uso di tecnologie digitali e Piani Educativi Personalizzati (PDP), per favorire l’integrazione degli alunni con DSA.