Categories
DSA e Celebrità

Davide Shorty a Sanremo 2021: “Il rap mi ha aiutato a superare la dislessia”

Tra i partecipanti al Festival di Sanremo 2021, nella sezione Nuove Proposte, ci sarà anche Davide Shorty, rapper e cantante nato a Palermo nel 1989.

Shorty, che ha vinto l’ultima edizione di Sanremo Giovani e ha quindi ottenuto il pass per l’Ariston (dove si esibirà con il brano “Regina”, ndr).

In un’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia, l’artista palermitano non si è soffermato solo sulla canzone che presenterà al Festival (che parla d’amore ed in particolare della sua ex ragazza) ma anche della sua passione per la musica, cominciata fin da piccolo, e di un problema come la dislessia, che il 31enne ha cominciato a “vincere” proprio scrivendo i primi testi.

E’ proprio Davide Shorty a spiegare le criticità relative al Disturbo Specifico dell’Apprendimento: “Essendo dislessico, fin da quando ero bambino mi sfuggivano molte parole. Scrivendo ho deciso di riprendere tutte le parole che mi ero in qualche modo perso e ho cominciato a giocarci un pò”.

L’artista siciliano conferma che è stata proprio la musica, ed in particolare il rap, a consentirgli di superare questo ostacolo e ad aiutarlo molto nel corso della sua carriera.

Il suo primo album in Italia, “Straniero”, è uscito nel 2017. Davide vive da 11 anni a Londra, dove ha migliorato molto l’aspetto musicale.

Categories
Notizie

L’Università di Torino aumenta i fondi per il sostegno agli studenti con DSA

Il numero di studenti con disabilità o Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) aumenta anche all’Università di Torino.

Per questo motivo, come riportato dal quotidiano “La Stampa”, l’Ateneo torinese ha deciso di aumentare del 57% i fondi destinati alle attività di sostegno nei confronti di studenti e studentesse. Un incremento significativo, quello dell’UniTo: si è passati infatti dai 412.000 euro dello scorso anno ai 648.000 euro del corrente anno accademico.

Di questi 648.000 euro, ben 448.000 sono fondi finanziati dal Ministero, mentre altri 200.000 euro provengono da stanziamenti dell’Ateneo piemontese.

L’aumento viene visto positivamente dal rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, che sottolinea come un tale incremento dimostri che gli studenti e le studentesse con disabilità o DSA percepiscono che l’Ateneo torinese è in grado di offrire un alto livello di accoglienza.

Non è un caso se l’Università di Torino spicca per la presenza di nuovi strumenti che consentono ai docenti e agli studenti stessi di godere di un miglioramento dell’offerta formativa.

Un esempio è la nuova modalità di formazione “peer to peer”, con studenti e studentesse che ricoprono l’incarico di volontari per aiutare i compagni e le compagne nel loro percorso accademico.

Coloro che vogliono essere “tutor alla pari” devono seguire una formazione obbligatoria che vale 5 ore di servizio e prevede un’autovalutazione.

Categories
Notizie

Patente di guida e nautica, novità per i candidati con DSA

L’Associazione Italiana Dislessia (AID) si è sempre battuta per far sì che venissero rimossi gli ostacoli per le persone dislessiche che devono affrontare il conseguimento della patente di guida. 

Per le persone con disturbo specifico dell’apprendimento, infatti, specialmente l’esame teorico può rappresentare un grosso problema, data la differente velocità di lettura e la mancanza di automatizzazione della letto-scrittura, oltre al fatto che spesso le domande vengono formulate in maniera non chiarissima, rendendo più complicata la comprensione per i candidati con DSA.

Fin dal 2007 i candidati con DSA possono utilizzare file audio, grazie alle richieste portate avanti dall’AID nei confronti del Ministero dei Trasporti.

Lo stesso Ministero ha confermato che sarà così anche quest’anno, previa esibizione della certificazione prevista per legge. “Oltre al certificato di uno dei sanitari di cui all’art. 119, comma 2, del codice della strada (o laddove ne ricorrano i presupposti, della commissione medica locale) – scrive il Ministero – i candidati devono allegare la pertinente certificazione di diagnosi di DSA rilasciata dai soggetti di cui all’art. 3, comma 1, della legge 8 ottobre 2010, n. 170, secondo i criteri di cui all’art. 2 co. 1, dell’Accordo Stato Regioni del 25 luglio 2012″.

Il passaggio importante consiste nel fatto che la certificazione diagnostica rilasciata ai soggetti con DSA da neuropsichiatri o psicologi è ora ritenuta valida per poter sostenere l’esame. Prima dell’ultima circolare del Ministero, infatti, era necessaria la firma di un neuropsichiatra: in questo modo, invece, tutte le certificazioni diagnostiche riconosciute agli studenti con DSA a scuola e all’Università sono valide anche per il conseguimento della patente di guida.

L’AID ha chiesto al Ministero di ridurre anche le complessità lessicali, riformulando i quiz in un linguaggio accessibile a tutti.

Le novità in merito alla certificazione riguardano anche la patente nautica. Per il rilascio del certificato medico di idoneità viene infatti accettata, da parte del medico accertatore, la diagnosi DSA di cui all’art.3 della Legge 170/2010 (quindi sia rilasciata da neuropsichiatra sia da psicologo).

Inoltre, viene riconosciuta la maggiorazione del tempo di svolgimento fino ad un massimo del 30%, come previsto dalla norma per gli esami di stato. Infine, viene concessa la facoltà di avvalersi di misure personalizzate (strumenti compensativi e misure dispensative) correlate alla diagnosi.

Categories
DSA e Celebrità

Mika e la sua battaglia contro la dislessia: “Non esiste la normalità, ma l’individualità”

Ha riscosso molto successo l’edizione 2020 di X-Factor, che ha visto il successo in finale dell’abruzzese Casadilego. Merito non solo dei partecipanti, ma anche dei giudici, tra cui Mika, uno dei cantanti più apprezzati negli ultimi tempi.

Della sua carriera musicale si conosce ormai praticamente tutto, mentre non tutti sanno di alcuni dettagli che riguardano la sfera privata. In particolare, come ha raccontato più volte lo stesso cantante, Mika deve fare i conti con una forma di dislessia, scoperta all’età di 9 anni quando frequentava le scuole a Londra.

Ancora oggi, la dislessia rende difficile a Mika leggere gli spartiti musicali, ad esempio, così come leggere correttamente l’orologio. Il cantante ha avuto un’infanzia difficile, ma ha sempre voluto parlare apertamente della dislessia, senza mai nascondersi, portando avanti una battaglia contro ogni pregiudizio.

Un impegno che l’ha portato nel 2015 a diventare testimonial di un convegno, intitolato “Come pesci sugli alberi”, che aveva come argomento principale proprio i disturbi specifici legati all’apprendimento, come appunto la dislessia.

In un’intervista rilasciata in quel periodo, Mika ha ribadito che “la normalità non esiste” e che “c’è solamente l’individualità, che è una cosa molto speciale, che dobbiamo difendere, quando la vediamo negli altri, ma anche sviluppare e difendere quella che è dentro di noi”.

Categories
Notizie

La risposta emotiva dei bambini con dislessia è maggiore rispetto agli altri

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università della California, che si sono avvalsi della collaborazione dell’UCSF Dyslexia Center e dell’UCSF Memory and Aging Center, apre nuovi scenari nell’approccio con i bambini dislessici.

I bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, secondo lo studio, mostrerebbero una risposta emotiva “più forte e reattiva” rispetto agli altri.

L’indagine ha preso in esame le risposte di 32 bambini, di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. A questi piccoli è stato chiesto di guardare alcuni video “emozionanti”. Durante la riproduzione di questi filmati, sono stati monitorati non solo le espressioni facciali, ma anche la frequenza del battito cardiaco e il livello di respirazione dei bambini.

I bambini con DSA manifestavano risposte fisiologiche e comportamentali superiori ai bambini senza dislessia (22 quelli esaminati nello studio, ndr), evidenziando quindi una maggiore reattività emotiva.

La motivazione, secondo i ricercatori, va individuata nella maggiore attività nell’area della rete di salienza, una zona del cervello che sta proprio alla base dell’origine delle emozioni e dell’autocoscienza.

Pertanto, in base ai risultati ottenuti dai ricercatori dell’UCLA, emergerebbe con chiarezza come la dislessia non è soltanto una debolezza nella capacità di lettura, ma un qualcosa da esaminare in maniera molto più approfondita.

Virginia Sturm, autrice dello studio e docente, conferma che l’idea che i bambini con dislessia abbiano una maggiore intelligenza sociale ed emotiva è datata: “Non vogliamo dire che tutti i bambini con dislessia siano necessariamente dotati in questo modo – afferma la Sturm – ma possiamo pensare alla dislessia come associata a punti di forza e di debolezza”.

Tra le debolezza, la maggiore reattività emotiva rappresenta un fattore di rischio per l’insorgere di disturbi come depressione e ansia.