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Anche Twitter viene incontro ai dislessici con il nuovo font

Anche Twitter viene incontro alle persone con dislessia. Lo storico social dei cinguettii ha infatti aggiornato il proprio font, con l’obiettivo di renderlo più semplice per i dislessici e migliorare pertanto l’accessibilità del social stesso.

Un cambiamento che rientra nel rinnovamento che sta operando Twitter dal punto di vista del design: tra le idee del social c’è proprio quella di apparire meno faticoso alla vista.

Il nome di questo nuovo font è CHIRP, che ha quindi l’ambizione di contribuire a rendere Twitter più accessibile ed inclusivo.

Ma in cosa consistono le modifiche di Twitter? Ad esempio la quantità di elementi blu a schermo viene diminuita e viene anche aumentato il contrasto tra sfondo e testo, due aspetti che consentono un minore affaticamento della vista.

In più, sarà possibile personalizzare ulteriormente il design sfruttando una tavolozza di colori.

I cambiamenti riguarderanno anche il tasto Segui, che in un primo momento appariva di colore neutro e andava successivamente a colorarsi: con le modifiche di Twitter avverrà l’esatto contrario.

Infine, nel caso avvenga un Unfollow, la casella diventerà di colore rosso per far capire all’utente che è sopraggiunto un errore dovuto all’aggiornamento: in questo modo gli utenti possono subito rimettere le cose a posto.

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DSA e Celebrità

Beatrice di York e la dislessia: “E’ un dono, guardiamo il mondo in modo differente”

Per Beatrice di York, la dislessia non è altro che “un dono”. La principessa è tornata ad affrontare il tema del suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento durante l’iniziativa digitale “Back to School” del magazine Hello.

In diretta Zoom con Giovanna Fletcher, Beatrice di York ha tenuto anche a sottolineare che se il suo primogenito, che darà presto alla luce, venisse un domani identificato come “dislessico” lo considererebbe comunque un dono anche per lui.

“Modificare la narrazione pubblica della dislessia dandole un significato positivo può davvero aiutare tutti”, ha spiegato la principessa, che è anche patrona di un’organizzazione come l’Helen Arkell Dyslexia Charity che fornisce ai bimbi dislessici tutti gli strumenti extra di cui hanno bisogno.

“Ricordo che avevamo libri di colori differenti a seconda del nostro livello di lettura – racconta Beatrice di York – A me toccava sempre il bianco. Quello dei miei migliori amici era giallo o verde. Erano sempre avanti a me. E io pensavo: “Non sono abbastanza intelligente. Non sono brava. Perché non sono come gli altri?””.

Alla Beatrice “bambina”, la principessa direbbe di non scoraggiarsi dai brutti momenti vissuti a scuola o durante un esame. “Sono lezioni di vita. La dislessia non è una cosa brutta. È una parte grandiosa del modo in cui funziona il tuo cervello. Noi guardiamo il mondo in maniera differente. E per fare le cose troviamo soluzioni differenti. Siamo creativi e intraprendenti”.

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Concorsi pubblici, i candidati con DSA potranno utilizzare gli strumenti compensativi

I candidati con DSA potranno utilizzare gli strumenti compensativi nei concorsi pubblici. La normativa finalmente approvata dal Parlamento italiano segna un passo in avanti fondamentale nella promozione dei diritti delle persone dislessiche in ambito lavorativo.

I candidati con DSA potranno quindi svolgere la prova relativa ai concorsi pubblici indetti da Stato, Regioni, Comuni ed enti strumentali in forma orale (e non più scritta). Inoltre, i candidati dislessici avranno l’opportunità di utilizzare gli strumenti compensativi e potranno anche usufruire di un tempo più ampio per il completamento delle prove.

Nel giro di tre mesi si arriverà alla definizione delle modalità attuative della norma tramite un decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Grande soddisfazione viene espressa dal presidente dell’Associazione Italiana Dislessia (AID), Andrea Novelli: “Come associazione continueremo a impegnarci nei rapporti con le istituzioni affinché vengano introdotti ulteriori provvedimenti che garantiscano la piena inclusione delle persone con DSA anche in età adulta – spiega Novelli – Dall’università, alla patente di guida, all’inserimento lavorativo e alla crescita professionale, sia nel settore pubblico sia nel settore privato. Per la nostra associazione questa è una battaglia di civiltà, determinante per il futuro di milioni di persone con disturbi specifici dell’apprendimento”

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DSA e Celebrità

Quando la mamma di Tamberi rivelò la sua dislessia: “Mi sentivo inadeguata”

La medaglia d’oro conquistata da Gianmarco “Gimbo” Tamberi alle Olimpiadi di Tokyo 2020, condivisa con il qatariota Mutaz Essa Barshim, ha rappresentato senza dubbio uno dei momenti più emozionanti di questi Giochi Olimpici.

Un successo che avrà reso orgogliosa anche la mamma del campione di salto in alto, Sabrina Piastrellini, che in un’intervista di qualche anno fa aveva rivelato ad AnconaToday la sua lotta contro la dislessia.

Sabrina Piastrellini, oggi insegnante 59enne di educazione fisica, ha parlato di quella “sensazione di inadeguatezza” provata in età scolastica per quel Disturbo Specifico dell’Apprendimento che veniva invece scambiato per svogliatezza.

Al contrario, Sabrina aveva tanta voglia di imparare, nonostante la dislessia. “Faticavo a studiare in un modo continuativo perché faticavo a leggere e comprendere subito il senso delle parole. Di conseguenza evitavo di leggere e diventavo pigra. E’ come avere problemi di vista”, raccontò nell’intervista la mamma di Gimbo.

“Io non sapevo di essere dislessica e quindi non avevo alcun supporto. E allora rifiutavo quello che era difficile, rifiutavo la lettura e diventavo pigra. Ma ero curiosa e volevo leggere, volevo essere come gli altri”, ha poi aggiunto.

Quando all’età di 35 anni Sabrina Piastrellini riuscì finalmente ad ottenere la diagnosi, la mamma di Tamberi percepì un sentimento che definisce di “liberazione”.

“State attenti se vostro figlio ha difficoltà di attenzione, se ha difficoltà di calcolo o lettura – aveva detto la mamma di Gimbo ad AnconaToday – Vorrei dire ai genitori di oggi di avere il coraggio di prendere atto del problema, far capire al proprio figlio che è come avere un problema di vista: bastano un paio di occhiali e può fare tutto”.

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“Il mio universo dislessico”, Sara Maranzana racconta la dislessia in un libro

La dislessia come “amica molesta”, che scombina “le parole e la vita”. Viene raccontato così il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) da Sara Maranzana, che ha pubblicato la settimana scorsa il suo libro “Il Mio Universo Dislessico” con la casa editrice Impressioni Grafiche.

Nel volume, Sara Maranzana – che svolge la professione di pasticcera a Silvano d’Orba, comune di circa 2.000 abitanti in provincia di Alessandria – spiega le tante difficoltà e i problemi vissuti a causa della dislessia, specialmente negli anni dell’infanzia.

Sara spiega come alle elementari venisse considerata “una bambina svogliata”, spesso oggetto di derisione da parte dei compagni per quei temi caratterizzati da errori che venivano addirittura letti in classe.

All’epoca la dislessia non era un problema riconosciuto. Il sostegno dei genitori ha aiutato Sara nell’affrontare un percorso lungo e doloroso, prima di arrivare ad una diagnosi e capire come intervenire.

I cambiamenti arrivarono in casa, con post-it colorati e mappe geografiche, oltre ad un aumento dell’impegno lavorativo per pagare visite e consulti. Sara cambiò anche scuola, sotto consiglio della logopedista: una scelta che fu oltretutto giudicata negativamente, come racconta la stessa pasticcera e scrittrice al quotidiano “Il Piccolo”.

“Fu la scelta giusta – racconta la giovane – anche se in molti contestarono la linea dei miei genitori ritenendomi semplicemente un soggetto difficile e una bambina capricciosa”.

Oggi Sara Maranzana si è fatta strada anche sui social per cercare di informare il più possibile (e in maniera più corretta) sulla dislessia, fornendo un sostegno alle altre persone con DSA.

“Il motivo per cui ho scritto questo libro è fare luce sulla dislessia e provare a tranquillizzare chi sta attraversando la stessa situazione – aggiunge – Mi rendo conto che c’è ancora bisogno di fare luce su queste dinamiche e su come ancora oggi certe valutazioni non siano corrette”.

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Patente di guida e DSA, le novità: più tempo e strumenti compensativi

Tra gli “incubi” delle persone con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) c’è sicuramente la patente di guida, dato che troppo spesso i test sono poco chiari e ambigui.

In molti casi gli esami per la patente rappresentano un vero e proprio scoglio per i dislessici, e non è certo un caso se molti esaminandi preferirebbero svolgere l’esame orale, come d’altronde avviene a scuola.

Una problematica che l’Associazione Italiana Dislessia (AID) affronta da tempo, coadiuvata da molte associazioni, nel tentativo di modificare in maniera adeguata i test per la patente di guida per tutelare al meglio i diritti delle persone con DSA.

Al momento i test scritti non possono essere sostituiti da quelli orali, ma la battaglia portata avanti dall’AID consente ora questa possibilità per la Carta di qualificazione del conducente, successiva alla patente e necessaria per portare determinati automezzi di lavoro. In più, si attende l’approvazione del nuovo regolamento della nautica da diporto per consentire i test orali anche per il conseguimento della patente nautica.

Tuttavia, ci sono novità anche per la patente di guida. Tanto per cominciare è valido la stessa certificazione diagnostica utilizzata ai fini scolastici; in più, il decreto dello scorso 1 giugno stabilisce che le persone con DSA possono disporre di un 30% in più di tempo per svolgere l’esame.

Ma non è tutto, perché durante il test gli esaminandi dislessici potranno utilizzare strumenti compensativi come i file audio, anche se talvolta questi file risultano di scarsa qualità o addirittura indisponibili.

Infine, in merito all’ambiguità dei quiz (un aspetto spesso sottolineato dalle persone con DSA), il Ministero è al lavoro per una rimodulazione che vada ad esempio a togliere le doppie negazioni: la revisione dovrebbe essere ufficiale entro il prossimo autunno.

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Dislessia, Andrea Delogu critica il titolo di un articolo: “Clickbait che fa inca**are”

Non è raro che i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) vengano trattati con una certa superficialità anche dai media. Talvolta ci si imbatte infatti in titoli fuorvianti su dislessia, discalculia e disortografia.

E’ quanto accaduto ad Andrea Delogu, la conduttrice molto apprezzata dal pubblico, che non ha mai fatto mistero di essere dislessica. Andrea Delogu ha fortemente criticato il titolo di un articolo che la riguardava direttamente: “Andrea Delogu e la malattia che si porta dietro: non c’è possibilità di guarigione”.

La conduttrice, che ha anche pubblicato un libro (dal titolo “Dove finiscono le parole. Storia semiseria di una dislessica”, uscito nel 2019) dove affronta l’argomento del Disturbo Specifico dell’Apprendimento e di come abbia influenzato la sua vita, ha voluto precisare con forza che la dislessia è una sua caratteristica, “affrontata, capita e accettata senza alcun tipo di tragedia, perché tragedia non è”.

“Quando il clickbait diventa questo c’è da inca**arsi davvero”, ha poi aggiunto Andrea Delogu. Secondo la conduttrice, quel titolo “fa un danno enorme e fa fare dei passi indietro a tutte le associazioni e agli esperti che ci mettono l’anima ogni giorno”.

Una posizione condivisa dai tanti follower di Andrea Delogu, che hanno espresso dure critiche per il titolo. Sotto il post su Instagram sono comparsi anche commenti di personaggi famosi. Spicca quello di Sandra Milo: “Questi titoloni sensazionalistici di testate da strapazzo acchiappa like e/o follower non si possono vedere. Pura spazzatura! Siamo tutti con te, Andrea carissima!”.

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Onco Hair, anche Andrea Delogu in sostegno delle donne con tumore al seno

E’ stata presentata la prima edizione di Onco Hair, il progetto promosso a Milano da Associazione per il Policlinico Onlus, Fondazione Cariplo e CRLAB.

Onco Hair ha come obiettivo quello di fornire supporto alle donne con maggiore fragilità dal punto di vista economico per poter combattere al meglio il tumore al seno. 

25 donne selezionate da un’equipe di oncologi e psicologi del Policlinico di Milano hanno ricevuto in dono un dispositivo medico, ovvero una protesi del capillizio fortemente personalizzata, realizzata tramite l’utilizzo di capelli umani, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto.

La presentazione di Onco Hair è stata moderata dalla conduttrice, attrice e scrittrice dislessica Andrea Delogu, attualmente impegnata nella scrittura del suo nuovo romanzo.

Proprio di recente abbiamo parlato dell’impegno della conduttrice televisiva e radiofonica Rai in occasione della campagna di Cartoon Network #IoSonoDiverso, dove ha scelto di diventare un personaggio (animato) de Lo Straordinario Mondo di Gumball.

L’impegno sociale di Andrea Delogu è quindi su più fronti, come dimostra questa sua attenzione e partecipazione al progetto Onco Hair. La scrittrice e conduttrice ritiene opportuno che aumenti l’attenzione verso gli altri, ma sempre con quella leggerezza che consente di superare anche i momenti più duri.

“La mia attenzione verso il prossimo nasce dal fatto che io sono il prossimo – spiega Andrea Delogu in un’intervista al quotidiano Il Messaggero – Quindi ho sempre desiderato trovare persone capaci di ascoltare e di ascoltarmi, e penso di dover dare lo stesso anche agli altri”.

“E’ una catena positiva – ha aggiunto – Sono stata fortunata ad incontrare nella mia vita persone che mi hanno spiegato che le catene si iniziano e non si raccolgono soltanto per poi giovarne, bisogna crearle”.

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Andrea Pesando, lo studente dislessico si laurea per la quinta volta

Ben cinque lauree conseguite negli ultimi sei anni nonostante il Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Stiamo parlando di Andrea Pesando, lo studente dislessico dell’Università di Torino che ha appena conseguito la doppia laurea magistrale in Area and Global Studies for International Cooperation, un percorso completato in 3 anni e 10 mesi con votazione 110 su 110.

Prima di questo successo, Andrea Pesando aveva conseguito la laurea in Civil and environmental engineering al Politecnico di Torino nel 2015, una doppia laurea di 3 anni e 180 crediti completata in soli 24 mesi e un diploma di laurea triennale in Political Science all’Università di Torino.

In mezzo una serie di esperienze professionali, tra cui un periodo di lavoro al Parlamento Europeo. Gli obiettivi raggiunti da Andrea Pesando riempiono di orgoglio il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, specialmente in merito alle politiche di inclusività dell’Ateneo piemontese.

“Siamo sulla strada giusta – dice Geuna al quotidiano “La Stampa” – Sosteniamo un modello in continua crescita che vuole condividere conoscenza e potenzialità dei singoli con l’intera comunità, senza barriere o limitazioni”.

La professoressa Marisa Pavone, delegata del rettore per Disabilità e Dsa, si è poi soffermata sui numeri dell’Università torinese, che vede tra i suoi iscritti circa 2.000 studenti dislessici e discalculici. 

“Negli ultimi anni l’Università di Torino ha registrato il primato di immatricolazioni in Italia di studenti con DSA – spiega la docente alla “Stampa” – Ciò è stato possibile grazie ad interventi mirati che abbiamo messo in campo nell’ultimo periodo, come l’emanazione di linee guida per i docenti per una didattica accessibile e inclusiva, e la formazione di tutor alla pari specializzati, da poter affiancare a studenti e studentesse con maggiori difficoltà”.

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Andrea Delogu diventa un “cartoon” per raccontare la dislessia

Una bella iniziativa quella che vede protagonista Andrea Delogu, famosa conduttrice televisiva e radiofonica Rai, che ha accettato di diventare un personaggio de Lo Straordinario Mondo di Gumball.

Andrea Delogu ha accolto con entusiasmo la proposta di diventare un cartone nell’ambito della campagna di Cartoon Network che prende il nome di #IoSonoDiverso e che ha come obiettivo quello di celebrare la diversità in tutte le sue forme.

“E’ giusto che la diversità venga vista come un superpotere“, ha detto la conduttrice televisiva e radiofonica, che ha spesso raccontato la sua esperienza con la dislessia, in particolare con il libro “Dove finiscono le parole”.

Con questo volume, Andrea Delogu ha voluto raccontare il suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento con la massima sincerità, raccontando le difficoltà nel non essere compresa e accompagnando il tutto con un’apprezzatissima dose di ironia.

La campagna di sensibilizzazione #IoSonoDiverso vede anche la partecipazione di altri personaggi pubblici, come il cantante Francesco Gabbani e la capitana della Juventus e della Nazionale femminile di calcio, Sara Gama.

Tramite i loro racconti, l’iniziativa vuole far sì che venga fatto passare il messaggio ai bambini di quanto la diversità possa rendere orgogliosi, perché sono proprio le identità diverse a far sì che possa esserci una vera unione.