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Alberto Riva, l’ingegnere con la passione per la vela: “Vi racconto la dislessia”

La dislessia non gli ha impedito di laurearsi a pieni voti e specializzarsi in nanotecnologia, ma soprattutto non ha rappresentato un ostacolo nella sua vocazione per il mare.

Alberto Riva ha 29 anni, e nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera parla della laurea in ingegneria fisica conseguita al Politecnico di Milano e della conseguente specializzazione in nanotecnologie.

Alberto parte da lontano, da quando alle elementari venne accusato dalle maestre di “marciare” con la dislessia. Il 29enne aveva non solo la dislessia, ma anche la discalculia, la disgrafia e la disortografia.

“Mamma ha sempre cercato per me ambienti scolastici comprensivi, poco giudizievoli nei confronti degli errori che facevo – racconta Alberto Riva al Corriere – La logopedia ha aiutato. E l’Università, a me che piace far girare le rotelle e trovare soluzioni, l’ho divorata”.

Oltre allo studio, la passione per il mare e per le barche. Nell’anno sabbatico che ha voluto prendersi dopo la laurea, Alberto Riva ha svolto alcuni lavori sulle barche a vela, che si faceva prestare per andare in regata e riportarle completamente sistemate. Finché un chirurgo non ne ha comprata una.

“Abbiamo trovato un accordo: le regate in coppia le facciamo insieme, quelle in solitario le faccio io, inclusa la Mini Transat, nel frattempo mi occupo della manutenzione. E funziona”, racconta il 29enne, che sta dominando la classe Mini anche grazie ai preziosi consigli di una leggenda della vela italiana come Giovanni Soldini. 

Salperà con il suo barchino il prossimo 26 settembre da Les Sables d’Olonne (Francia) per disputare la Mini Transat, una transatlantica in solitario caratterizzata da due tappe. Alberto è uno dei favoriti, anche perché in mezzo all’Oceano si sente perfettamente a suo agio: “In fondo mi sono sempre sentito un po’ diverso dagli altri – dice al Corriere – No, non per la dislessia. Per le mie passioni”.

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Patente di guida, i candidati con DSA potranno avere il 30% di tempo in più per la prova orale

E’ stata finalmente pubblicata la circolare che mette in chiaro le disposizioni relative al tempo aggiuntivo di cui potranno disporre i candidati con DSA nella prova orale della patente di guida.

Il decreto ministeriale 243, firmato il 1 giugno, entrerà in vigore nei prossimi giorni, subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Come chiarito dal Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (MIMS), il tempo aggiuntivo destinato ai candidati con DSA per eseguire la prova di teoria per il conseguimento della patente di guida – di qualsiasi categoria – è del 30%, previa presentazione della certificazione diagnostica ai sensi della Legge 170/2010.

La certificazione diagnostica dovrà essere presentata anche al medico, che provvederà a contrassegnare il campo che indica la presenza della certificazione DSA, precisando di fatto la necessità di accordare al candidato il tempo aggiuntivo.

Per coloro che hanno già presentato domanda prima dell’entrata in vigore del decreto, possono richiedere la modifica presentando domanda su carta semplice presso l’ufficio della motorizzazione civile, allegando la certificazione DSA.

Se il candidato o la candidata ha già provveduto a prenotarsi per l’esame, sarà l’UMC a stampare nuovamente la ricevuta di prenotazione con la durata complessiva dell’esame; in caso di prenotazione non ancora avvenuta, la ricevuta con la durata complessiva dell’esame verrà stampata una volta completata la prenotazione stessa.

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Anche Twitter viene incontro ai dislessici con il nuovo font

Anche Twitter viene incontro alle persone con dislessia. Lo storico social dei cinguettii ha infatti aggiornato il proprio font, con l’obiettivo di renderlo più semplice per i dislessici e migliorare pertanto l’accessibilità del social stesso.

Un cambiamento che rientra nel rinnovamento che sta operando Twitter dal punto di vista del design: tra le idee del social c’è proprio quella di apparire meno faticoso alla vista.

Il nome di questo nuovo font è CHIRP, che ha quindi l’ambizione di contribuire a rendere Twitter più accessibile ed inclusivo.

Ma in cosa consistono le modifiche di Twitter? Ad esempio la quantità di elementi blu a schermo viene diminuita e viene anche aumentato il contrasto tra sfondo e testo, due aspetti che consentono un minore affaticamento della vista.

In più, sarà possibile personalizzare ulteriormente il design sfruttando una tavolozza di colori.

I cambiamenti riguarderanno anche il tasto Segui, che in un primo momento appariva di colore neutro e andava successivamente a colorarsi: con le modifiche di Twitter avverrà l’esatto contrario.

Infine, nel caso avvenga un Unfollow, la casella diventerà di colore rosso per far capire all’utente che è sopraggiunto un errore dovuto all’aggiornamento: in questo modo gli utenti possono subito rimettere le cose a posto.

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Beatrice di York e la dislessia: “E’ un dono, guardiamo il mondo in modo differente”

Per Beatrice di York, la dislessia non è altro che “un dono”. La principessa è tornata ad affrontare il tema del suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento durante l’iniziativa digitale “Back to School” del magazine Hello.

In diretta Zoom con Giovanna Fletcher, Beatrice di York ha tenuto anche a sottolineare che se il suo primogenito, che darà presto alla luce, venisse un domani identificato come “dislessico” lo considererebbe comunque un dono anche per lui.

“Modificare la narrazione pubblica della dislessia dandole un significato positivo può davvero aiutare tutti”, ha spiegato la principessa, che è anche patrona di un’organizzazione come l’Helen Arkell Dyslexia Charity che fornisce ai bimbi dislessici tutti gli strumenti extra di cui hanno bisogno.

“Ricordo che avevamo libri di colori differenti a seconda del nostro livello di lettura – racconta Beatrice di York – A me toccava sempre il bianco. Quello dei miei migliori amici era giallo o verde. Erano sempre avanti a me. E io pensavo: “Non sono abbastanza intelligente. Non sono brava. Perché non sono come gli altri?””.

Alla Beatrice “bambina”, la principessa direbbe di non scoraggiarsi dai brutti momenti vissuti a scuola o durante un esame. “Sono lezioni di vita. La dislessia non è una cosa brutta. È una parte grandiosa del modo in cui funziona il tuo cervello. Noi guardiamo il mondo in maniera differente. E per fare le cose troviamo soluzioni differenti. Siamo creativi e intraprendenti”.

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Concorsi pubblici, i candidati con DSA potranno utilizzare gli strumenti compensativi

I candidati con DSA potranno utilizzare gli strumenti compensativi nei concorsi pubblici. La normativa finalmente approvata dal Parlamento italiano segna un passo in avanti fondamentale nella promozione dei diritti delle persone dislessiche in ambito lavorativo.

I candidati con DSA potranno quindi svolgere la prova relativa ai concorsi pubblici indetti da Stato, Regioni, Comuni ed enti strumentali in forma orale (e non più scritta). Inoltre, i candidati dislessici avranno l’opportunità di utilizzare gli strumenti compensativi e potranno anche usufruire di un tempo più ampio per il completamento delle prove.

Nel giro di tre mesi si arriverà alla definizione delle modalità attuative della norma tramite un decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Grande soddisfazione viene espressa dal presidente dell’Associazione Italiana Dislessia (AID), Andrea Novelli: “Come associazione continueremo a impegnarci nei rapporti con le istituzioni affinché vengano introdotti ulteriori provvedimenti che garantiscano la piena inclusione delle persone con DSA anche in età adulta – spiega Novelli – Dall’università, alla patente di guida, all’inserimento lavorativo e alla crescita professionale, sia nel settore pubblico sia nel settore privato. Per la nostra associazione questa è una battaglia di civiltà, determinante per il futuro di milioni di persone con disturbi specifici dell’apprendimento”

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Quando la mamma di Tamberi rivelò la sua dislessia: “Mi sentivo inadeguata”

La medaglia d’oro conquistata da Gianmarco “Gimbo” Tamberi alle Olimpiadi di Tokyo 2020, condivisa con il qatariota Mutaz Essa Barshim, ha rappresentato senza dubbio uno dei momenti più emozionanti di questi Giochi Olimpici.

Un successo che avrà reso orgogliosa anche la mamma del campione di salto in alto, Sabrina Piastrellini, che in un’intervista di qualche anno fa aveva rivelato ad AnconaToday la sua lotta contro la dislessia.

Sabrina Piastrellini, oggi insegnante 59enne di educazione fisica, ha parlato di quella “sensazione di inadeguatezza” provata in età scolastica per quel Disturbo Specifico dell’Apprendimento che veniva invece scambiato per svogliatezza.

Al contrario, Sabrina aveva tanta voglia di imparare, nonostante la dislessia. “Faticavo a studiare in un modo continuativo perché faticavo a leggere e comprendere subito il senso delle parole. Di conseguenza evitavo di leggere e diventavo pigra. E’ come avere problemi di vista”, raccontò nell’intervista la mamma di Gimbo.

“Io non sapevo di essere dislessica e quindi non avevo alcun supporto. E allora rifiutavo quello che era difficile, rifiutavo la lettura e diventavo pigra. Ma ero curiosa e volevo leggere, volevo essere come gli altri”, ha poi aggiunto.

Quando all’età di 35 anni Sabrina Piastrellini riuscì finalmente ad ottenere la diagnosi, la mamma di Tamberi percepì un sentimento che definisce di “liberazione”.

“State attenti se vostro figlio ha difficoltà di attenzione, se ha difficoltà di calcolo o lettura – aveva detto la mamma di Gimbo ad AnconaToday – Vorrei dire ai genitori di oggi di avere il coraggio di prendere atto del problema, far capire al proprio figlio che è come avere un problema di vista: bastano un paio di occhiali e può fare tutto”.

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“Il mio universo dislessico”, Sara Maranzana racconta la dislessia in un libro

La dislessia come “amica molesta”, che scombina “le parole e la vita”. Viene raccontato così il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) da Sara Maranzana, che ha pubblicato la settimana scorsa il suo libro “Il Mio Universo Dislessico” con la casa editrice Impressioni Grafiche.

Nel volume, Sara Maranzana – che svolge la professione di pasticcera a Silvano d’Orba, comune di circa 2.000 abitanti in provincia di Alessandria – spiega le tante difficoltà e i problemi vissuti a causa della dislessia, specialmente negli anni dell’infanzia.

Sara spiega come alle elementari venisse considerata “una bambina svogliata”, spesso oggetto di derisione da parte dei compagni per quei temi caratterizzati da errori che venivano addirittura letti in classe.

All’epoca la dislessia non era un problema riconosciuto. Il sostegno dei genitori ha aiutato Sara nell’affrontare un percorso lungo e doloroso, prima di arrivare ad una diagnosi e capire come intervenire.

I cambiamenti arrivarono in casa, con post-it colorati e mappe geografiche, oltre ad un aumento dell’impegno lavorativo per pagare visite e consulti. Sara cambiò anche scuola, sotto consiglio della logopedista: una scelta che fu oltretutto giudicata negativamente, come racconta la stessa pasticcera e scrittrice al quotidiano “Il Piccolo”.

“Fu la scelta giusta – racconta la giovane – anche se in molti contestarono la linea dei miei genitori ritenendomi semplicemente un soggetto difficile e una bambina capricciosa”.

Oggi Sara Maranzana si è fatta strada anche sui social per cercare di informare il più possibile (e in maniera più corretta) sulla dislessia, fornendo un sostegno alle altre persone con DSA.

“Il motivo per cui ho scritto questo libro è fare luce sulla dislessia e provare a tranquillizzare chi sta attraversando la stessa situazione – aggiunge – Mi rendo conto che c’è ancora bisogno di fare luce su queste dinamiche e su come ancora oggi certe valutazioni non siano corrette”.

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Patente di guida e DSA, le novità: più tempo e strumenti compensativi

Tra gli “incubi” delle persone con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) c’è sicuramente la patente di guida, dato che troppo spesso i test sono poco chiari e ambigui.

In molti casi gli esami per la patente rappresentano un vero e proprio scoglio per i dislessici, e non è certo un caso se molti esaminandi preferirebbero svolgere l’esame orale, come d’altronde avviene a scuola.

Una problematica che l’Associazione Italiana Dislessia (AID) affronta da tempo, coadiuvata da molte associazioni, nel tentativo di modificare in maniera adeguata i test per la patente di guida per tutelare al meglio i diritti delle persone con DSA.

Al momento i test scritti non possono essere sostituiti da quelli orali, ma la battaglia portata avanti dall’AID consente ora questa possibilità per la Carta di qualificazione del conducente, successiva alla patente e necessaria per portare determinati automezzi di lavoro. In più, si attende l’approvazione del nuovo regolamento della nautica da diporto per consentire i test orali anche per il conseguimento della patente nautica.

Tuttavia, ci sono novità anche per la patente di guida. Tanto per cominciare è valido la stessa certificazione diagnostica utilizzata ai fini scolastici; in più, il decreto dello scorso 1 giugno stabilisce che le persone con DSA possono disporre di un 30% in più di tempo per svolgere l’esame.

Ma non è tutto, perché durante il test gli esaminandi dislessici potranno utilizzare strumenti compensativi come i file audio, anche se talvolta questi file risultano di scarsa qualità o addirittura indisponibili.

Infine, in merito all’ambiguità dei quiz (un aspetto spesso sottolineato dalle persone con DSA), il Ministero è al lavoro per una rimodulazione che vada ad esempio a togliere le doppie negazioni: la revisione dovrebbe essere ufficiale entro il prossimo autunno.

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Dislessia, Andrea Delogu critica il titolo di un articolo: “Clickbait che fa inca**are”

Non è raro che i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) vengano trattati con una certa superficialità anche dai media. Talvolta ci si imbatte infatti in titoli fuorvianti su dislessia, discalculia e disortografia.

E’ quanto accaduto ad Andrea Delogu, la conduttrice molto apprezzata dal pubblico, che non ha mai fatto mistero di essere dislessica. Andrea Delogu ha fortemente criticato il titolo di un articolo che la riguardava direttamente: “Andrea Delogu e la malattia che si porta dietro: non c’è possibilità di guarigione”.

La conduttrice, che ha anche pubblicato un libro (dal titolo “Dove finiscono le parole. Storia semiseria di una dislessica”, uscito nel 2019) dove affronta l’argomento del Disturbo Specifico dell’Apprendimento e di come abbia influenzato la sua vita, ha voluto precisare con forza che la dislessia è una sua caratteristica, “affrontata, capita e accettata senza alcun tipo di tragedia, perché tragedia non è”.

“Quando il clickbait diventa questo c’è da inca**arsi davvero”, ha poi aggiunto Andrea Delogu. Secondo la conduttrice, quel titolo “fa un danno enorme e fa fare dei passi indietro a tutte le associazioni e agli esperti che ci mettono l’anima ogni giorno”.

Una posizione condivisa dai tanti follower di Andrea Delogu, che hanno espresso dure critiche per il titolo. Sotto il post su Instagram sono comparsi anche commenti di personaggi famosi. Spicca quello di Sandra Milo: “Questi titoloni sensazionalistici di testate da strapazzo acchiappa like e/o follower non si possono vedere. Pura spazzatura! Siamo tutti con te, Andrea carissima!”.

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Onco Hair, anche Andrea Delogu in sostegno delle donne con tumore al seno

E’ stata presentata la prima edizione di Onco Hair, il progetto promosso a Milano da Associazione per il Policlinico Onlus, Fondazione Cariplo e CRLAB.

Onco Hair ha come obiettivo quello di fornire supporto alle donne con maggiore fragilità dal punto di vista economico per poter combattere al meglio il tumore al seno. 

25 donne selezionate da un’equipe di oncologi e psicologi del Policlinico di Milano hanno ricevuto in dono un dispositivo medico, ovvero una protesi del capillizio fortemente personalizzata, realizzata tramite l’utilizzo di capelli umani, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto.

La presentazione di Onco Hair è stata moderata dalla conduttrice, attrice e scrittrice dislessica Andrea Delogu, attualmente impegnata nella scrittura del suo nuovo romanzo.

Proprio di recente abbiamo parlato dell’impegno della conduttrice televisiva e radiofonica Rai in occasione della campagna di Cartoon Network #IoSonoDiverso, dove ha scelto di diventare un personaggio (animato) de Lo Straordinario Mondo di Gumball.

L’impegno sociale di Andrea Delogu è quindi su più fronti, come dimostra questa sua attenzione e partecipazione al progetto Onco Hair. La scrittrice e conduttrice ritiene opportuno che aumenti l’attenzione verso gli altri, ma sempre con quella leggerezza che consente di superare anche i momenti più duri.

“La mia attenzione verso il prossimo nasce dal fatto che io sono il prossimo – spiega Andrea Delogu in un’intervista al quotidiano Il Messaggero – Quindi ho sempre desiderato trovare persone capaci di ascoltare e di ascoltarmi, e penso di dover dare lo stesso anche agli altri”.

“E’ una catena positiva – ha aggiunto – Sono stata fortunata ad incontrare nella mia vita persone che mi hanno spiegato che le catene si iniziano e non si raccolgono soltanto per poi giovarne, bisogna crearle”.