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Accessibilità e inclusione, l’iPad come supporto: il webinar formativo dell’AID

Un evento importante che si pone come obiettivo quello di fornire il massimo supporto possibile agli studenti, ai docenti e anche ai genitori nelle attività di didattica a distanza.

Stiamo parlando del webinar formativo gratuito “iPad come strumento di accessibilità ed inclusione. Equilibrio tra didattica digitale e didattica tradizionale”, in programma il prossimo 30 settembre ad Arezzo e organizzato dalla sezione aretina dell’Associazione Italiana Dislessia, in collaborazione con Rekordata.

Un webinar che si avvarrà dell’utilizzo degli strumenti digitali messi a disposizione da Apple, nel pieno rispetto dei principi di inclusione e accessibilità.

L’evento prenderà il via alle ore 17 e avrà una durata di circa un paio d’ore. Per partecipare all’iniziativa non ci sono requisiti: l’ingresso è aperto a tutti, previa iscrizione online attraverso la pagina dedicata del sito dell’Associazione Italiana Dislessia.

Una volta completata la registrazione, gli utenti riceveranno un messaggio e-mail che confermerà la partecipazione al webinar formativo, includendo anche tutte le informazioni necessarie.

Tra gli interventi, vanno segnalati quelli di Roberto Cutolo, Dirigente Ufficio III USR Toscana, e di Pierpaolo Infante, Direzione Generale Ufficio III USR Toscana, che verranno introdotti da Pier Scotti di Apple Italia.

Tra i relatori troviamo invece Gabriele Cordovani, Responsabile Nazionale AID Giovani, Sauro Tavarnesi, Dirigente Scolastico IC Giorgio Vasari di Arezzo e Samanta Parise, Apple Distinguished Educator e Insegnante di Scuola Primaria.

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Dislessia e disgrafia, disturbi “diversi”. Ma si può intervenire

Non è raro che un bambino manifesti degli insuccessi durante i primi mesi della scuola primaria. Spesso si tratta di lievi difficoltà che si risolvono spontaneamente, ma in alcuni casi può trattarsi di dislessia o disgrafia.

Entrambe le situazioni rientrano nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, come ricorda la dottoressa Alessandra Luci, psicologa/psicoterapeuta, D.U. in Logopedia, che si occupa proprio di questi aspetti.

La dottoressa Luci, in un’intervista rilasciata al portale online “Tecnicadellascuola”, rimarca le differenze tra dislessia e disgrafia, sottolineando che la prima è un disturbo della lettura che si manifesta con una spiccata lentezza della lettura a voce alta e anche da una minore correttezza rispetto a quanto ci si aspetterebbe dall’età anagrafica; la seconda, invece, è un disturbo della grafia, con l’aspetto grafico della scrittura che appare meno qualitativo e anche meno fluente.

Sempre la dottoressa Luci rimarca che dislessia e disgrafia non sono affatto la stessa cosa, e che non è detto che un bambino dislessico sia necessariamente anche disgrafico o viceversa. I due sistemi sono “separati, diversi e distinguibili”, e hanno origini differenti, pertanto non devono necessariamente essere interpretati come manifestazioni dello stesso fattore paragenetico nel caso si presentino in contemporanea su un bambino o una bambina.

Ma è possibile intervenire? E se sì, in che modo? Le indicazioni le fornisce direttamente il Ministero nelle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, dove vengono chiariti i metodi di insegnamento e apprendimento da utilizzare con i bambini che manifestano Disturbi Specifici dell’Apprendimento, come appunto la dislessia e la disgrafia.

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Didattica Digitale Integrata, una scuola al passo con i tempi

La Didattica a Distanza, fondamentale nei mesi di lockdown, passa da Didattica d’Emergenza a Didattica Digitale Integrata, come chiarito nelle Linee Guida adottate dal Ministero dell’Istruzione con il Decreto n°39 del 26/06/2020.

In poche parole, con la Didattica Digitale Integrata viene previsto l’apprendimento “con le tecnologie considerate uno strumento utile per facilitare apprendimenti curricolari e favorire lo sviluppo cognitivo”.

L’informatica diventa quindi sempre più una disciplina trasversale alle altre, grazie anche alla capacità di saper rendere divertenti e produttivi i contenuti disciplinari proposti dai docenti.

L’obiettivo è proprio quello di rendere l’ambiente scolastico il più possibile piacevole e collaborativo, incoraggiando l’apprendimento e alimentando la motivazione degli studenti.

Con l’utilizzo del digitale viene di fatto potenziata la didattica in presenza, garantendo agli alunni un rientro nelle aule estremamente agevole, e consentendo agli studenti di avere già pronto uno strumento alternativo nel caso ci si ritrovi a dover sospendere nuovamente la didattica in presenza.

Nelle Linee Guida vengono specificate anche le tempistiche della Didattica esclusivamente a distanza, con le ore previste per ogni livello scolastico.

Il Digitale viene definito come “strumento abilitante, connettore e volano di cambiamento”. L’obiettivo è infatti quello di fornire alle scuole tutti gli strumenti necessari e mettere gli istituti nelle condizioni di garantire accesso agli stessi, qualità degli spazi e degli ambienti e l’identità digitale, associando un profilo digitale unico ad ogni persona nella scuola e associando il profilo digitale di docenti e studenti a servizi e applicazioni semplici ed efficaci.

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La Discalculia Evolutiva può essere trattata con gli action video games: lo studio alternativo

Si sente parlare sempre più spesso di Discalculia Evolutiva, un disturbo nell’apprendimento ed in particolare delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta nei bambini che non hanno riportato alcuna problematica dal punto di vista neurologico e che presentano un’intelligenza nella norma.

Stando a quanto riportato dall’International Classification of Disease (ICD 10), la Discalculia Evolutiva è caratterizzata da prestazioni inferiori nella capacità di calcolo rispetto a quanto ci si aspetterebbe in base all’età del bambino: una condizione che andrebbe anche ad influire sulla vita di tutti i giorni, specialmente nelle situazioni che richiedono capacità di calcolo.

La Discalculia Evolutiva si manifesta quando emergono alcune resistenze specifiche ai trattamenti, come ad esempio quella alla modificabilità oppure quella alla velocità, che non aumenta nonostante mesi di training specifico evidenziando una difficoltà persistente in termini di automatizzazione del compito.

E’ proprio quest’ultima criticità la più difficile da risolvere, mentre sul piano dell’accuratezza vengono solitamente apprezzati miglioramenti significativi che portano i bambini affetti da Discalculia Evolutiva a raggiungere livelli simili a quelli dei coetanei.

Per intervenire adeguatamente è opportuno individuare tre ambiti di intervento, ovvero la linea dei numeri, la transcodifica e la codifica semantica.

Nel primo caso, il training consiste nel rendere efficiente il conteggio e la capacità di operare seguendo la linea dei numeri. Nella transcodifica si lavora per eliminare tutte le incertezze che riguardano la scrittura e la lettura dei numeri. Infine, la codifica semantica consiste nel far apprendere al bambino la capacità di individuare la grandezza numerica, come ad esempio il numero più grande in una cosiddetta “tripletta”.

Negli ultimi tempi vengono sviluppati anche trattamenti alternativi, come quello proposto da un team di ricercatori del laboratorio Decone dell’Università di Padova, Andrea Facoetti, Simone Gori e Sandro Franceschini. 

Sostanzialmente, si tratta di un training delle capacità di orientamento visuospaziale tramite action video games per verificare l’effettivo potenziamento delle abilità di cognizione spaziale. 

I giochi proposti hanno caratteristiche peculiari, come l’estrema velocità degli elementi in movimento e degli eventi stessi, l’imprevedibilità (spaziale e temporale) e un’accentuazione dell’elaborazione visiva periferica, unitamente ad un grado elevato di carico percettivo e cognitivo.

I risultati del gruppo di ricerca rivelano che 12 ore di training con la piattaforma Wii hanno comportato un miglioramento nelle capacità aritmetiche dei bambini affetti da Discalculia Evolutiva. Dalle addizioni complesse all’accuratezza nella lettura dei numeri, fino alla precisione nell’orientamento sulla linea dei numeri e al miglioramento delle abilità di attenzione visuo-spaziale: risultati importanti, che suggeriscono di lavorare in questa direzione per elaborare programmi di prevenzione precoce. 

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DSA e Celebrità

Maya Hawke racconta la sua dislessia: “Da bambina mi cacciarono da scuola”

La star di Stranger Things, Maya Hawke, rappresenta senza dubbio uno stimolo a combattere i pregiudizi per tutti coloro che soffrono di dislessia.

La Hawke ha infatti rivelato al quotidiano britannico “Metro” di essere stata espulsa dalla sua scuola perchè non era in grado di leggere. Nonostante questo traumatico episodio, l’attrice è riuscita comunque ad emergere, coronando il suo sogno.

La figlia di Uma Thurman e Ethan Hawke è una delle star di Hollywood più acclamate per via del film “Mainstream” (uscito il 5 settembre e diretto da Gia Coppola, ndr), che verrà proposto questo weekend alla 77a Mostra del cinema di Venezia. Ma la 22enne ha parlato anche del suo passato, quando si è ritrovata costretta a dover combattere contro le difficoltà di apprendimento.

“Sono stata espulsa dalla scuola da bambina per non essere in grado di leggere – racconta Maya Hawke – Sono andata in una scuola speciale per bambini con difficoltà di apprendimento e mi ci è voluto molto tempo per imparare a leggere. Ancora oggi ho delle difficoltà”.

Una situazione che ha scatenato anche atti di bullismo nei suoi confronti. “Fortunatamente entrambi i miei genitori hanno fatto un ottimo lavoro nell’incoraggiarmi a essere creativa”, ha detto la star di Stranger Things.