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Tom Holland e la dislessia: “Mi ha fatto soffrire, ma il cinema mi ha aiutato”

Tom Holland è senza dubbio uno degli attori del momento. Il 25enne di Londra, nonostante la sua giovane età, si è fatto già apprezzare per alcune interpretazioni cinematografiche di livello assoluto, specialmente nei film di Spider-Man. 

Tom Holland ha infatti indossato i panni di Peter Parker/Spider-Man nei film Spider-Man: Homecoming, Spider-Man: Far from home e l’ultimo Spider-Man: No Way Home, uscito nel 2021, riscuotendo sempre un larghissimo consenso.

Holland ha poi recitato anche in altri film, tra cui The Impossible, Edison – L’uomo che illuminò il mondo, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Le strade del male, Venom – La furia di Carnage, fino ad Uncharted che arriverà giovedì 17 febbraio nei cinema.

Una carriera luminosissima, quella di Tom Holland, che tuttavia ha dovuto affrontare non poche difficoltà nella sua vita a causa della dislessia. 

Lo stesso attore ha raccontato in alcune interviste la sua fatica nell’apprendimento, che lo portava anche ad essere messo ai margini.

“Ho avuto un’infanzia un po’ complicata. Soprattutto a scuola. Soffrivo di dislessia e mi sentivo come un bambino un po’ a parte”, racconta Tom Holland, che poi spiega di esserne venuto fuori grazie al cinema.

“Ho scoperto che molte persone soffrono di dislessia, soprattutto le celebrità – ha aggiunto l’attore londinese – A volte mi dico che il mio successo è un po’ una vendetta sulla mia infanzia”.

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Quiz Patente Ufficiale, l’app si dota della funzione “Easy Reading” per aiutare i candidati con DSA

Un importante aiuto per i candidati con dislessia chiamati a svolgere l’esame teorico della patente di guida.

L’app “Quiz Patente Ufficiale”, infatti, migliora con l’introduzione di “Easy Reading”, un font innovativo che consente alle persone con DSA di leggere e apprendere più facilmente e anche più rapidamente.

Lo strumento compensativo, riconosciuto a livello internazionale dal mondo scientifico, rappresenterebbe quindi un aiuto di enorme importanza per i candidati dislessici, “semplificando il proprio processo di comprensione e apprendimento delle nozioni teoriche e dei quiz”, come spiega Salvatore Ambrosino, co-founder della capogruppo Reddoak e ceo di Guida e Vai (che ha realizzato l’app, ndr).

Easy Reading è un font ibrido ad elevata leggibilità, caratterizzato dalle linee specifiche che evitano gli “affollamenti” tra una lettera e l’altra e lo scambio tra lettere che si possono percepire simili per la forma, come ad esempio la “d” e la “p”.

Guida e Vai ha introdotto questa importante novità anche grazie ai feedback dei tantissimi studenti che utilizzano l’applicazione Quiz Patente Ufficiale, considerata la migliore app italiana per esercitarsi nei test per la patente di guida.

Una volta scaricata e installata l’applicazione, basta aprirla, andare su Impostazioni e spuntare “Attiva font per dislessia”, infine riavviare l’app.

Sempre nell’ambito dell’esame per la patente di guida, il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili ha fatto chiarezza su un paio di aspetti che riguardano i candidati con DSA.

Prima di tutto, per accedere ai file audio non è necessario pagare alcun bollo ma basta esibire la certificazione DSA; inoltre, dato che non si tratta di un certificato di idoneità, la certificazione DSA non scade e non è necessario rinnovarla.

L’aggiornamento dello stesso, come precisa il Ministero, è previsto solo in ambito scolastico al fine di valutare l’idoneità e/o l’eventuale necessità di variare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi: l’esame della patente di guida è pertanto escluso da questo aspetto.

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AID chiede una vera inclusione, “sia a scuola che a casa”

L’Associazione Italiana Dislessia è intervenuta per commentare la nota del Ministero dell’Istruzione dello scorso 21 gennaio, dove viene sottolineata nuovamente l’importanza di assicurare “la piena inclusione agli studenti con bisogni educativi speciali nelle classi che vengono poste in didattica digitale integrata”.

La nota non fa che confermare quanto già chiarito il 5 novembre 2020 in un testo redatto dall’allora Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Marco Bruschi.

L’AID sottolinea come la nota non porti alcuna novità ma si limiti a riaffermare la necessità di una vera inclusione scolastica, aggiungendo precisazioni di carattere prettamente sanitario.

Tra queste, l’ottenimento del consenso dei genitori degli alunni per consentire la frequenza in presenza e il divieto di accesso e permanenza nei locali scolastici “ai soggetti affetti da SARS-CoV-2, o comunque a coloro che manifestino sintomatologia respiratoria o nei quali la temperatura corporea risulti superiore a 37,5°”, oltre al distanziamento interpersonale per favorire un corretto svolgimento della didattica.

Tuttavia l’AID fa notare alcune problematiche che inevitabilmente emergono, date le condizioni logistiche in cui versano le scuole italiane. In primis, le condizioni infrastrutturali non sono ancora all’altezza per garantire un ottimale collegamento tra scuola e casa.

Inoltre, l’Associazione Italiana Dislessia chiede che si arrivi ad una vera inclusione, sia a scuola che a casa, in DDI o in presenza: in alcuni casi, infatti, la didattica a distanza ha rappresentato un elemento di ulteriore esclusione per studenti mentre in altri ha rasserenato il rapporto con la vita scolastica.

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Andrea Delogu e la separazione con Francesco Montanari: “Era finito l’amore”

Andrea Delogu, apprezzata conduttrice radiofonica che ha spesso raccontato con grande intelligenza e ironia la sua vita con la dislessia, si è confessata al settimanale F parlando della fine della sua relazione con l’attore Francesco Montanari. 

La conduttrice, che debutterà in tv su Rai Due dal prossimo 22 febbraio con lo show musicale “Tonica”, ha spiegato che si è resa conto che la situazione non era più sostenibile durante il lockdown e che nemmeno quel figlio tanto desiderato (ma non in arrivo) avrebbe cambiato le cose.

Pertanto, dopo sette anni di vita insieme, i due si sono separati a dicembre 2020, anche se poi la notizia è diventata pubblica tre mesi dopo.

“Era finito l’amore”, spiega Andrea Delogu, che rivela come quello tra lei e Montanari sia stato un colpo di fulmine, ma il lavoro ha poi modificato il loro rapporto.

“Quando ci siamo accorti di adorarci senza più amarci ci siamo detti: un figlio aiuterebbe – racconta la conduttrice radiofonica e televisiva – Ma poi ho pensato: che senso ha costruire una famiglia se la storia già non sta funzionando? Siamo ancora liberi e giovani. Io i miei 39 anni non me li sento”.

Una vita tutt’altro che semplice, quella di Andrea Delogu, che ha scoperto la dislessia a 26 anni e ne ha parlato apertamente nel libro “Dove finiscono le parole. Storia semiseria di una dislessica”: i ricavati sono stati poi donati all’Associazione Italiana Dislessia (AID).

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DSA, l’ISS pubblica le nuove Linee Guida: tutte le novità

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato le nuove Linee Guida per la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), a dieci anni di distanza dal precedente documento.

Ne dà notizia l’Associazione Italiana Dislessia (AID), che spiega come le nuove linee guida riprendano e aggiornino molte delle precedenti raccomandazioni cliniche, provvedendo a formularne anche di nuove in merito ad una serie di aspetti che non erano ancora stati indagati.

Tra i nuovi quesiti clinici analizzati dal gruppo di esperti spicca il Disturbo di Comprensione della Lettura, specialmente dopo la ridefinizione del Disturbo di Lettura proposta nelle versioni più recenti dei sistemi di classificazione internazionale DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) e ICD (International Classification of Diseases).

In più, basandosi anche sui dati MIUR che mettono in evidenza come gli studenti bilingui siano diventati una percentuale di rilievo nell’attuale popolazione scolastica, il gruppo si è concentrato sulla valutazione e la diagnosi di DSA in questa tipologia di studenti.

Altro aspetto di cui si è tenuto particolarmente conto nelle nuove Linee Guida è la valutazione e diagnosi di DSA negli studenti adulti (un aspetto precedentemente non affrontato con chiarezza); inoltre sono stati definiti anche nuovi criteri e procedure diagnostici relativi alla Disgrafia e al Disturbo del Calcolo. 

Infine, non mancano nelle nuove Linee Guida le raccomandazioni per l’individuazione precoce dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Il Gruppo di Lavoro, denominato “Libro Bianco”, ha permesso di evidenziare i punti nevralgici della legge 170 ma anche le varie criticità, fornendo così “possibili soluzioni alle problematicità evidenziate nel mondo della scuola, dell’università e del lavoro”.

Tra i promotori del progetto di sviluppo c’è proprio l’AID, come sottolinea il suo presidente, Andrea Novelli. 

“Fa parte della nostra mission migliorare la qualità di vita dei bambini e delle persone con DSA, a cominciare proprio dall’individuazione precoce del disturbo, dall’iter diagnostico, e dalla riabilitazione – fa sapere Novelli – Le nuove Linee Guida sono un importante passo in avanti in questa direzione”.

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La startup degli universitari torinesi per aiutare gli studenti con DSA

Si chiama Progetto ALGOR ed è una startup che ha come obiettivo la realizzazione di supporti tecnici che vadano incontro alle esigenze degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

La bella novità è stata ideata da un gruppo di studenti del Politecnico di Torino, tutti 23enni, che hanno messo a punto un’applicazione per creare mappe concettuali che aiutano gli studenti durante il loro percorso formativo, a scuola e all’università.

Prima di arrivare alla definizione del progetto ALGOR, il gruppo di studenti ha condotto una serie di sondaggi che hanno visto protagonisti proprio gli studenti con DSA.

Sono emersi tutti i disagi vissuti da coloro che percorrono la loro carriera scolastica e universitaria facendo fronte ai disturbi specifici dell’apprendimento, come dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia.

Come spiega l’ideatore di Algor, Mauro Musarra, questa applicazione – che prende il nome di Algor Maps – si basa su un algoritmo di intelligenza artificiale: sarà sufficiente inserire un testo per generare la mappa che aiuterà gli studenti che hanno difficoltà nella lettura e nella scrittura.

La soluzione è stata già provata da 700 persone tra studenti, insegnanti e tutor, e il riscontro pare davvero molto elevato (anche tra i genitori). Ora la startup punta alla collaborazione con l’Associazione Italiana Dislessia (AID).

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Alberto Riva, l’ingegnere con la passione per la vela: “Vi racconto la dislessia”

La dislessia non gli ha impedito di laurearsi a pieni voti e specializzarsi in nanotecnologia, ma soprattutto non ha rappresentato un ostacolo nella sua vocazione per il mare.

Alberto Riva ha 29 anni, e nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera parla della laurea in ingegneria fisica conseguita al Politecnico di Milano e della conseguente specializzazione in nanotecnologie.

Alberto parte da lontano, da quando alle elementari venne accusato dalle maestre di “marciare” con la dislessia. Il 29enne aveva non solo la dislessia, ma anche la discalculia, la disgrafia e la disortografia.

“Mamma ha sempre cercato per me ambienti scolastici comprensivi, poco giudizievoli nei confronti degli errori che facevo – racconta Alberto Riva al Corriere – La logopedia ha aiutato. E l’Università, a me che piace far girare le rotelle e trovare soluzioni, l’ho divorata”.

Oltre allo studio, la passione per il mare e per le barche. Nell’anno sabbatico che ha voluto prendersi dopo la laurea, Alberto Riva ha svolto alcuni lavori sulle barche a vela, che si faceva prestare per andare in regata e riportarle completamente sistemate. Finché un chirurgo non ne ha comprata una.

“Abbiamo trovato un accordo: le regate in coppia le facciamo insieme, quelle in solitario le faccio io, inclusa la Mini Transat, nel frattempo mi occupo della manutenzione. E funziona”, racconta il 29enne, che sta dominando la classe Mini anche grazie ai preziosi consigli di una leggenda della vela italiana come Giovanni Soldini. 

Salperà con il suo barchino il prossimo 26 settembre da Les Sables d’Olonne (Francia) per disputare la Mini Transat, una transatlantica in solitario caratterizzata da due tappe. Alberto è uno dei favoriti, anche perché in mezzo all’Oceano si sente perfettamente a suo agio: “In fondo mi sono sempre sentito un po’ diverso dagli altri – dice al Corriere – No, non per la dislessia. Per le mie passioni”.

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Patente di guida, i candidati con DSA potranno avere il 30% di tempo in più per la prova orale

E’ stata finalmente pubblicata la circolare che mette in chiaro le disposizioni relative al tempo aggiuntivo di cui potranno disporre i candidati con DSA nella prova orale della patente di guida.

Il decreto ministeriale 243, firmato il 1 giugno, entrerà in vigore nei prossimi giorni, subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Come chiarito dal Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (MIMS), il tempo aggiuntivo destinato ai candidati con DSA per eseguire la prova di teoria per il conseguimento della patente di guida – di qualsiasi categoria – è del 30%, previa presentazione della certificazione diagnostica ai sensi della Legge 170/2010.

La certificazione diagnostica dovrà essere presentata anche al medico, che provvederà a contrassegnare il campo che indica la presenza della certificazione DSA, precisando di fatto la necessità di accordare al candidato il tempo aggiuntivo.

Per coloro che hanno già presentato domanda prima dell’entrata in vigore del decreto, possono richiedere la modifica presentando domanda su carta semplice presso l’ufficio della motorizzazione civile, allegando la certificazione DSA.

Se il candidato o la candidata ha già provveduto a prenotarsi per l’esame, sarà l’UMC a stampare nuovamente la ricevuta di prenotazione con la durata complessiva dell’esame; in caso di prenotazione non ancora avvenuta, la ricevuta con la durata complessiva dell’esame verrà stampata una volta completata la prenotazione stessa.

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Anche Twitter viene incontro ai dislessici con il nuovo font

Anche Twitter viene incontro alle persone con dislessia. Lo storico social dei cinguettii ha infatti aggiornato il proprio font, con l’obiettivo di renderlo più semplice per i dislessici e migliorare pertanto l’accessibilità del social stesso.

Un cambiamento che rientra nel rinnovamento che sta operando Twitter dal punto di vista del design: tra le idee del social c’è proprio quella di apparire meno faticoso alla vista.

Il nome di questo nuovo font è CHIRP, che ha quindi l’ambizione di contribuire a rendere Twitter più accessibile ed inclusivo.

Ma in cosa consistono le modifiche di Twitter? Ad esempio la quantità di elementi blu a schermo viene diminuita e viene anche aumentato il contrasto tra sfondo e testo, due aspetti che consentono un minore affaticamento della vista.

In più, sarà possibile personalizzare ulteriormente il design sfruttando una tavolozza di colori.

I cambiamenti riguarderanno anche il tasto Segui, che in un primo momento appariva di colore neutro e andava successivamente a colorarsi: con le modifiche di Twitter avverrà l’esatto contrario.

Infine, nel caso avvenga un Unfollow, la casella diventerà di colore rosso per far capire all’utente che è sopraggiunto un errore dovuto all’aggiornamento: in questo modo gli utenti possono subito rimettere le cose a posto.

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Beatrice di York e la dislessia: “E’ un dono, guardiamo il mondo in modo differente”

Per Beatrice di York, la dislessia non è altro che “un dono”. La principessa è tornata ad affrontare il tema del suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento durante l’iniziativa digitale “Back to School” del magazine Hello.

In diretta Zoom con Giovanna Fletcher, Beatrice di York ha tenuto anche a sottolineare che se il suo primogenito, che darà presto alla luce, venisse un domani identificato come “dislessico” lo considererebbe comunque un dono anche per lui.

“Modificare la narrazione pubblica della dislessia dandole un significato positivo può davvero aiutare tutti”, ha spiegato la principessa, che è anche patrona di un’organizzazione come l’Helen Arkell Dyslexia Charity che fornisce ai bimbi dislessici tutti gli strumenti extra di cui hanno bisogno.

“Ricordo che avevamo libri di colori differenti a seconda del nostro livello di lettura – racconta Beatrice di York – A me toccava sempre il bianco. Quello dei miei migliori amici era giallo o verde. Erano sempre avanti a me. E io pensavo: “Non sono abbastanza intelligente. Non sono brava. Perché non sono come gli altri?””.

Alla Beatrice “bambina”, la principessa direbbe di non scoraggiarsi dai brutti momenti vissuti a scuola o durante un esame. “Sono lezioni di vita. La dislessia non è una cosa brutta. È una parte grandiosa del modo in cui funziona il tuo cervello. Noi guardiamo il mondo in maniera differente. E per fare le cose troviamo soluzioni differenti. Siamo creativi e intraprendenti”.