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Dislessia: trasformare una sfida in opportunità – La storia di Giuseppe Fallacara

Giuseppe Fallacara, autore di un libro intitolato “Grazie alla dislessia sono diventato professore universitario”, ha recentemente condiviso la sua storia, pubblicata nel 2020 ma resa nota solo ora. In un’intervista a CoratoLive, ha dichiarato: «Oggi mi sento pronto a parlarne».

                       Un viaggio personale e professionale

Questa autobiografia, scritta durante il lockdown per il Covid-19, si rivolge a un pubblico variegato: giovani e adulti con dislessia, genitori di bambini dislessici, educatori, e appassionati di architettura e viaggi.
Fallacara ha scelto di non promuovere il suo libro inizialmente, poiché si basa su esperienze personali piuttosto che su competenze scientifiche.
La pandemia ha coinciso con un momento significativo della sua carriera: il 1° aprile 2020 è diventato docente ordinario a soli 46 anni, un traguardo celebrato in modo inusuale tramite una videoconferenza.

                      La dislessia come opportunità

Il professor Fallacara, attualmente il più giovane docente nella sua disciplina in Italia, ha fatto coming out sulla sua dislessia per condividere le emozioni legate a questo traguardo.
Il 12 ottobre scorso ha pubblicato la copertina del suo libro su Facebook, accompagnandola da un video del psicologo dell’apprendimento Giovanni Fenu.

                                 Riflessioni sull’apprendimento

Fallacara sostiene che la dislessia lo ha spinto a sviluppare metodi alternativi per affrontare le difficoltà di lettura automatica. Ha scritto il suo libro per supportare chi percepisce la dislessia come un ostacolo e per sfatare miti legati ai geni dislessici.
Racconta delle sue esperienze scolastiche difficili e del supporto che ricevette da sua madre, insegnante elementare, che non riusciva a identificare il problema a causa della scarsa consapevolezza del disturbo all’epoca.

                                                    Conclusioni

Fallacara conclude che la dislessia può trasformarsi in una risorsa se supportata da un ambiente educativo adeguato. Molti studenti dislessici rischiano di essere etichettati negativamente e abbandonati agli studi. Condivide la sua esperienza per ispirare speranza nei genitori dei bambini dislessici e sottolinea l’importanza di proteggere i giovani durante il loro percorso educativo.

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Rinascita musicale: un giovane artista trasforma il dolore della dislessia in speranza

Un giovane artista ha deciso di trasformare le sue esperienze di sofferenza e isolamento legate alla dislessia in una toccante opera musicale.

Il suo brano, Dentro me, rappresenta un profondo viaggio emotivo che riflette le difficoltà affrontate durante la sua infanzia, un periodo in cui la dislessia era poco compresa e raramente supportata.

Fin da piccolo, il ragazzo ha subito discriminazioni e bullismo, sentendosi escluso da un ambiente che non riusciva a comprendere il suo modo unico di affrontare la vita. “Mi facevano sentire inferiore, come se non fossi all’altezza,” racconta. “Ogni errore che commettevo veniva usato contro di me, senza che nessuno cercasse di capire il mio dolore.”

Questa sofferenza si traduce oggi in Dentro me, una canzone che va oltre la semplice narrazione delle sue esperienze, diventando un potente inno alla resilienza. Nei suoi versi, il giovane esplora il peso dell’auto-svalutazione e la forza interiore che ha trovato per non arrendersi.

Ha anche pubblicato un libro di poesie come ulteriore espressione della sua creatività.
“È doloroso,” afferma uno dei passaggi più significativi della canzone.

Dentro me non si limita a trattare la dislessia; è un richiamo universale alle esperienze di emarginazione e sofferenza che molti possono riconoscere. Invita a credere nella capacità di trasformare il dolore in forza e a combattere per la propria identità.

In un’epoca in cui l’inclusione è sempre più discussa, questo brano acquista un significato profondo. Rappresenta un promemoria che dietro ogni sfida si cela una storia di speranza, se solo si trova il coraggio di raccontarla.

Per il giovane di Melfi, la musica è stata molto più di un hobby; è diventata una vera e propria terapia. “Scrivere questa canzone è stato come liberarmi da un fardello,” spiega. “Spero che chiunque si senta diverso possa ascoltarla e trovare conforto.”

Ora desidera che il suo messaggio raggiunga un vasto pubblico, sensibilizzando sull’importanza del supporto per chi vive con dislessia o altre difficoltà. “Non possiamo cambiare ciò che è stato,” conclude, “ma possiamo assicurarci che nessuno si senta più solo o giudicato.”

Con Dentro me, questo giovane talento dimostra come il dolore possa trasformarsi in arte, mostrando che anche dalle esperienze più difficili possono nascere nuove opportunità di rinascita.

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Dislessia: rivelazioni genetiche e strutture cerebrali

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck Institute, pubblicato su “Science Advance” la dislessia ha radici genetiche.
Questa ricerca, la più estesa mai realizzata nel campo del neuroimaging sulla dislessia, ha coinvolto oltre 35.000 adulti e ha identificato 35 varianti genetiche associate a specifiche strutture cerebrali.
Queste varianti potrebbero indicare una predisposizione alla dislessia e ad altre condizioni neurologiche, suggerendo un tratto eterogeneo alla base del disturbo.

L’analisi si è avvalsa di dati provenienti da UK Biobank e 23andMe, consentendo di calcolare punteggi poligenici per otto tratti geneticamente correlati alla dislessia.

I risultati hanno mostrato chiare correlazioni tra il volume delle strutture cerebrali esaminate e i punteggi poligenici elevati per le varianti genetiche associate alla dislessia.

In particolare, riduzioni nel volume della capsula interna sono state collegate alla predisposizione genetica sia alla dislessia che all’ADHD, evidenziando anche come la diminuzione del volume nella corteccia motoria possa essere specificamente correlata alla dislessia.

Questa scoperta rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione dei fattori neurobiologici che possono contribuire allo sviluppo dei disturbi dell’apprendimento nella popolazione, aprendo nuove strade per la ricerca e l’intervento.

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Serata di sensibilizzazione sui DSA a Langhirano: un’occasione per informarsi e connettersi

La sezione AID di Parma, in collaborazione con il comune di Langhirano e l’istituto I.C. Fermi – Ferrari, organizza un’importante serata informativa dedicata ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)dal titolo “Benvenuti nel mondo AID: un occasione per conoscersi e conoscere”.

 

La sezione AID di Parma, in collaborazione con il comune di Langhirano e l’istituto I.C. Fermi – Ferrari, organizza un’importante serata informativa dedicata ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)dal titolo “Benvenuti nel mondo AID: un occasione per conoscersi e conoscere”.

L’evento, che si svolgerà venerdì 29 febbraio alle ore 18:30 presso la sala comunale di Piazza Giacomo Ferrari a Langhirano, è aperto a tutti: famiglie, insegnanti, studenti e professionisti del settore.

Questo incontro rappresenta un’opportunità preziosa per approfondire le attività della sezione AID e per discutere delle sfide legate ai DSA.

I partecipanti potranno scambiare idee e informazioni utili, oltre a vivere un’esperienza immersiva attraverso testimonianze dirette dei ragazzi del Gruppo Giovani AID.

L’ingresso è gratuito e non è richiesta prenotazione.

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La trasformazione attraverso la diagnosi: storie di speranza per chi affronta i Disturbi Specifici dell’Apprendimento

La diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) può avere un impatto profondo sulla vita di una persona, come dimostra la storia di Luca, un giovane che si trova attualmente nel carcere di Rossano. “Se solo avessi avuto gli strumenti adeguati, avrei potuto scegliere una penna anziché una pistola”, ha dichiarato a Silvia Lanzafame, presidente dell’Associazione Italiana Dislessia (AID). Dopo aver ricevuto la diagnosi nel 2018, Luca è riuscito a completare il suo percorso scolastico, ottenendo sia il diploma che la laurea. Questo esempio evidenzia come la consapevolezza del disturbo e il supporto professionale possano trasformare le vite. Tuttavia, il tasso di abbandono scolastico tra gli studenti con DSA continua a essere preoccupante.

Nonostante l’aumento delle diagnosi, che è passato dallo 0,9% nel 2010 al 5,4% nel 2021, i dati ufficiali rimangono scarsi, con il Mezzogiorno che mostra percentuali inferiori rispetto al Nord Italia. “Ricevere la diagnosi a 19 anni è stata una salvezza per me”, ha affermato Lanzafame in un’intervista con Sky Tg24, sottolineando l’importanza di una diagnosi tempestiva.

Molti studenti con DSA abbandonano gli studi universitari poiché non presentano la loro diagnosi. L’assenza di supporto adeguato e i ritmi serrati possono rendere il percorso accademico insostenibile.

Giulio ha raccontato: “L’università mi sembrava priva di futuro”, riferendosi alla sua decisione di interrompere gli studi per poi riprenderli anni dopo grazie all’uso di strumenti compensativi e alla comprensione dei docenti. Lanzafame conclude enfatizzando l’importanza dell’empatia e della flessibilità degli insegnanti: “Perché non consentire a un bambino che fatica con la scrittura in corsivo di utilizzare lo stampato?”, ha suggerito.

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Evoluzione nella valutazione dei Disturbi Specifici di Apprendimento: un approccio integrato in trentino

La valutazione e la certificazione dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) non sono più appannaggio esclusivo dei medici neuropsichiatri infantili.

Da un anno, anche logopedisti e psicologi sono coinvolti in questo processo. Elena Bravi, direttrice per l’integrazione socio-sanitaria dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS), ha dichiarato che questa riorganizzazione ha ridotto significativamente i tempi d’attesa per le famiglie, portandoli a un massimo di due mesi, rispetto ai nove mesi di due anni fa.

Il numero di bambini e ragazzi con DSA, che include dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, è in costante crescita nelle scuole. In Trentino, circa il 6% degli studenti ha ricevuto una certificazione DSA. Antonio Ferro, direttore generale dell’APSS, ha attribuito questo aumento a una maggiore consapevolezza tra famiglie e istituzioni scolastiche.

Simone Cecchetto, direttore del servizio di governance delle professioni sanitarie, ha fornito dettagli sulle valutazioni: ogni anno vengono effettuate oltre 1.500 valutazioni per sospetti DSA, con un’82% di certificazioni rilasciate. È interessante notare che nel 20% dei casi certificati non è necessaria la riabilitazione logopedica; è sufficiente una segnalazione alla scuola per l’implementazione di un piano didattico personalizzato.

La riabilitazione viene garantita con un’attesa media di 30 giorni.

La ristrutturazione ha portato alla creazione di quattro poli valutativi per studenti dalla seconda elementare alle superiori: Levico (Poliambulatorio), Mezzolombardo (Centro sanitario), Rovereto (Via Pasqui) e Trento (Apsp Beato de Tschiderer). Questi centri alleviano il carico di lavoro della neuropsichiatria, consentendo ai professionisti di concentrarsi su casi più complessi.

Le novità principali riguardano l’importanza crescente di psicologi e logopedisti nel processo e la modifica delle modalità operative degli ambulatori, che ora operano in modo integrato.

Floriana La Femina, psicologa coinvolta nel progetto, ha sottolineato l’importanza della collaborazione con le scuole avviata attraverso il tavolo DSA del Dipartimento istruzione e cultura della Provincia. Anche gli assessori all’istruzione e alla salute hanno evidenziato l’importanza della sinergia tra istituzioni sanitarie e scolastiche

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DSA: riflessioni e reazioni su una lettera controversiale

La lettera di Andrea Ceriani riguardante gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ha suscitato diverse reazioni tra i lettori, generando un certo malcontento.
È fondamentale chiarire che si tratta di una lettera personale e non di un articolo ufficiale della nostra redazione. Pertanto, le opinioni espresse non riflettono necessariamente il nostro punto di vista.

La nostra testata ha sempre trattato il tema con serietà, pubblicando articoli, interviste e approfondimenti con esperti del settore. Non abbiamo mai minimizzato la questione, né tantomeno l’abbiamo affrontata in modo sarcastico. Una lettrice ha condiviso una riflessione significativa: “Ogni diagnosi di DSA è il risultato di impegno, sacrifici e anche frustrazioni. Molte famiglie e insegnanti si adoperano affinché gli studenti con DSA, spesso dotati di intelligenza superiore alla media, ricevano il supporto necessario per raggiungere risultati scolastici adeguati. Parole come quelle di Ceriani ignorano anni di studi e ricerche, riducendo una diagnosi a un semplice strumento per facilitare il percorso scolastico, mentre i genitori cercano solo di proteggere i loro figli dalle difficoltà educative.”

In ogni caso, è cruciale ricordare che i disturbi specifici dell’apprendimento sono tutelati dalla legge n. 170, che celebra il suo quattordicesimo anniversario. Dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia sono riconosciuti come disturbi per i quali esistono misure legali specifiche.

Gli studenti con DSA hanno il diritto a ricevere le agevolazioni previste dalla normativa. La scuola è tenuta a implementare queste misure e a garantire formazione adeguata agli insegnanti per evitare malintesi sull’argomento.

 

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Cosa c’è da sapere sul PDP (Piano Didattico Personalizzato)

Il PDP (Piano Didattico Personalizzato) è uno strumento fondamentale nel sistema educativo italiano, destinato a garantire il successo formativo per gli studenti DSA.
È un documento redatto ogni anno da ogni consiglio di classe di una scuola, in collaborazione con famiglia e specialisti esterni (educatore, pedagogista, psicologo, neuropsichiatra infantile) con l’obiettivo di adattare e personalizzare il percorso formativo alle esigenze specifiche dello studente.

A chi è destinato il PDP?

Il PDP è previsto principalmente per:

1. Studenti con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento): come dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Per questi studenti, il PDP è obbligatorio secondo la legge 170/2010.
2. Studenti con altre difficoltà: come BES non certificati, difficoltà linguistiche (ad esempio, studenti stranieri), difficoltà derivanti da situazioni familiari o personali complesse, che necessitano di un supporto specifico.

Cosa deve contenere il PDP?

Il PDP include diverse sezioni che delineano un piano educativo su misura per lo studente:
• Profilo dello studente: una descrizione delle difficoltà e delle risorse dello studente, basata su valutazioni formali e informali.
• Obiettivi specifici: gli obiettivi didattici personalizzati che lo studente dovrà raggiungere.
• Strategie didattiche e metodologie: l’approccio e le tecniche didattiche che verranno adottate per facilitare l’apprendimento dello studente.
• Strumenti compensativi e misure dispensative: gli strumenti (ad esempio, mappe concettuali, calcolatrici) e le misure (come la dispensa da alcune attività) che saranno messi a disposizione dello studente.
• Modalità di verifica e valutazione: come verranno adattate le modalità di verifica e di valutazione per garantire una corretta valutazione del percorso formativo dello studente.

Importanza del PDP

PDP è essenziale per permettere allo studente di poter apprendere secondo le proprie capacità e peculiarità, riducendo il rischio di abbandono scolastico e garantendo una maggiore inclusione scolastica. Inoltre, rappresenta uno strumento di collaborazione tra scuola, famiglia e specialisti, favorendo una comunicazione efficace e una strategia educativa condivisa.

Quando si crea il PDP, in che periodo?

Il PDP (Piano Didattico Personalizzato) viene generalmente redatto sempre ad inizio dell’anno scolastico, preferibilmente entro i primi tre mesi, quindi indicativamente entro novembre. Questo permette al team docente di osservare l’andamento scolastico dello studente nelle prime settimane di scuola e di raccogliere informazioni utili per la stesura del piano.
Tuttavia, ci sono alcune situazioni specifiche che possono influenzare la tempistica:

1. Studenti con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento): Nel caso di studenti con una diagnosi di DSA, il PDP deve essere redatto il prima possibile, una volta che la scuola riceve la documentazione medica ufficiale che certifica il disturbo. Questo potrebbe avvenire anche durante l’anno scolastico se la diagnosi viene fatta in un momento successivo.

2. Nuovi studenti o trasferimenti: Per studenti che si iscrivono a scuola a metà anno o cambiano istituto, il PDP dovrebbe essere redatto entro un breve periodo dall’ingresso, una volta che i docenti hanno avuto modo di conoscere il nuovo studente.

3. Evoluzione delle esigenze: Se durante l’anno scolastico emergono nuove difficoltà o bisogni specifici non rilevati in precedenza, il team docente può decidere di redigere o aggiornare il PDP in qualsiasi momento.

Se cambia il corpo docenti al passaggio di anno scolastico si utilizza il PDP dell’anno precedente oppure uno nuovo? 

Sia se il corpo docente cambia, sia se il corpo docente rimane sempre lo stesso, il PDP dell’anno precedente deve essere revisionano ad inizio anno scolastico in modo tale da apportare eventuali migliori

Il PDP deve essere firmato? 

Si, a fine di tutto ci deve essere un foglio con tutti i nomi dei docenti del corpo di classe, la firma del Dirigente scolastico, la firma dello specialista che segue il ragazzo, le firme di ambedue i genitori qualora il figlio risulti minorenne, qualora invece fosse maggiorente basta la sua firma al posto di quella dei genitori. Il PDP deve essere prima letto e poi firmato

Il PDP deve prevedere una copia? 

Si, ogni PDP prevede anche una copia che la famiglia dello studente si tiene a casa

In sintesi, la redazione del PDP è un processo flessibile, che può essere adattato alle esigenze dello studente e alle circostanze scolastiche, ma è fondamentale che avvenga il prima possibile per garantire un supporto adeguato fin dall’inizio dell’anno scolastico.

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Messaggi di speranza: le parole di un ex studente per i nuovi inizi

Il toccante messaggio di un ex studente, ricco di speranza e consigli per chi inizia il viaggio scolastico.

Un giovane, al suo ritorno a scuola dopo le vacanze estive, ha scoperto un messaggio emozionante lasciato da un ex allievo. Questo scritto, probabilmente redatto da un neodiplomato nel suo ultimo giorno di scuola, è rivolto a chi sta per iniziare il proprio percorso scolastico.
La lettera, pubblicata da Skuola.net, porta la data dell‘8 giugno 2024 ed è firmata da un “ex studente con gli occhi lucidi e un cuore colmo di sentimenti indescrivibili”.

Il messaggio

Di seguito, il testo del messaggio, carico di emozione e timori per il futuro.

“Potrebbe essere che nessuno legga mai queste righe, o forse sì; purtroppo non sarò presente per scoprirlo. Spero che queste parole possano aiutare qualcuno a superare un momento difficile. È per te, leggilo quando ne avrai bisogno.

Vivi questi cinque anni al massimo delle tue capacità. Ama, divertiti e sogna senza limiti. Piangi, prova ansia e disperati quando necessario. Impara, non solo le nozioni scolastiche, ma anche quelle di vita. Affronta questo viaggio con intensità, senza rimpianti.

Non terminare questo percorso con il pensiero: Chissà come sarebbe stato se avessi fatto diversamente. Non lasciare che un voto ti definisca; cadere è parte del processo, curati le ferite e rialzati più forte. Non ponerti limiti, cerca sempre di dare il massimo, sei più forte di quanto pensi. Il tempo scorre inesorabile e nessuno potrà restituirtelo.

Durante il tuo cammino, potresti dire: “Non vedo l’ora che finisca, non ce la faccio più”. Ma quando quel giorno arriva, capisci di non essere pronto per la vita che ti attende, per lasciare il tuo rifugio e diventare “grande”.
“Pagherei oro per un altro giorno”

Adesso ho paura, tanta paura per ciò che verrà, e darei qualsiasi cosa per avere un altro giorno, ma la verità è che non sarei mai pronto. Fai ciò che ti rende felice, senza pensare alle conseguenze; la vita è unica. Forse nessuno leggerà mai questo messaggio, o magari sì; purtroppo non sarò lì per saperlo. Spero che queste parole possano aiutare qualcuno a superare un momento difficile, è tuo, leggilo quando ne avrai bisogno.

La vita è molto più bella di quanto ti facciano credere. Non modificare questo messaggio, anche se imperfetto, è scritto col cuore. Buon viaggio, anche se non ti conosco, ti voglio bene.

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Gaia: un esempio di eccellenza accademica tra dislessia e ADHD

Scopri la storia di Gaia, una giovane brillante con dislessia e ADHD, che conquista l’università e ispira altri a seguire i propri sogni.

Gaia è una giovane mente brillante. A soli 16 anni, ha iniziato il suo percorso universitario presso l’Università di Loughborough, grazie a una borsa di studio offerta dalla Fondazione Pietro Pittini di Trieste. Tuttavia, la sua storia diventa ancora più significativa alla luce della sua diagnosi di dislessia e ADHD.

Le metodologie didattiche e il sistema educativo del Regno Unito, insieme alla sua determinazione, hanno permesso a Gaia di esprimere appieno le sue potenzialità, conseguendo la laurea in tempi record.

«Desidero essere un modello per i giovani dislessici e con ADHD in Italia, dove spesso non ricevono il giusto supporto. Le persone con dislessia possono eccellere nel pensiero creativo, presentando idee innovative e profittevoli, e possiedono una notevole capacità di ragionamento critico», ha dichiarato Gaia in un’intervista con un giornale locale.

Ora, a 19 anni, si appresta a intraprendere un nuovo capitolo accademico: «A settembre inizierò il mio dottorato presso l’Università di Birmingham, nel dipartimento di Chimica. Sono entusiasta di approfondire la mia ricerca e continuare a seguire la mia passione per la scienza», ha scritto su LinkedIn.