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Rinascita musicale: un giovane artista trasforma il dolore della dislessia in speranza

Un giovane artista ha deciso di trasformare le sue esperienze di sofferenza e isolamento legate alla dislessia in una toccante opera musicale.

Il suo brano, Dentro me, rappresenta un profondo viaggio emotivo che riflette le difficoltà affrontate durante la sua infanzia, un periodo in cui la dislessia era poco compresa e raramente supportata.

Fin da piccolo, il ragazzo ha subito discriminazioni e bullismo, sentendosi escluso da un ambiente che non riusciva a comprendere il suo modo unico di affrontare la vita. “Mi facevano sentire inferiore, come se non fossi all’altezza,” racconta. “Ogni errore che commettevo veniva usato contro di me, senza che nessuno cercasse di capire il mio dolore.”

Questa sofferenza si traduce oggi in Dentro me, una canzone che va oltre la semplice narrazione delle sue esperienze, diventando un potente inno alla resilienza. Nei suoi versi, il giovane esplora il peso dell’auto-svalutazione e la forza interiore che ha trovato per non arrendersi.

Ha anche pubblicato un libro di poesie come ulteriore espressione della sua creatività.
“È doloroso,” afferma uno dei passaggi più significativi della canzone.

Dentro me non si limita a trattare la dislessia; è un richiamo universale alle esperienze di emarginazione e sofferenza che molti possono riconoscere. Invita a credere nella capacità di trasformare il dolore in forza e a combattere per la propria identità.

In un’epoca in cui l’inclusione è sempre più discussa, questo brano acquista un significato profondo. Rappresenta un promemoria che dietro ogni sfida si cela una storia di speranza, se solo si trova il coraggio di raccontarla.

Per il giovane di Melfi, la musica è stata molto più di un hobby; è diventata una vera e propria terapia. “Scrivere questa canzone è stato come liberarmi da un fardello,” spiega. “Spero che chiunque si senta diverso possa ascoltarla e trovare conforto.”

Ora desidera che il suo messaggio raggiunga un vasto pubblico, sensibilizzando sull’importanza del supporto per chi vive con dislessia o altre difficoltà. “Non possiamo cambiare ciò che è stato,” conclude, “ma possiamo assicurarci che nessuno si senta più solo o giudicato.”

Con Dentro me, questo giovane talento dimostra come il dolore possa trasformarsi in arte, mostrando che anche dalle esperienze più difficili possono nascere nuove opportunità di rinascita.

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DSA e Celebrità

Robbie Williams: la rivincita accademica di un artista con dislessia

Robbie Williams, ex membro dei Take That, ha rivelato di voler finalmente completare gli esami di maturità, che aveva trascurato a causa della sua carriera musicale avviata in giovane età.

Il 2025 si preannuncia ricco di eventi per il cantante, con un film biografico in arrivo e un tour mondiale in programma. Tuttavia, la sua priorità è tornare a scuola per sostenere gli esami GCSE (General Certificate of Secondary Education), che sono obbligatori per gli studenti britannici al compimento dei 16 anni.

Williams ha dichiarato: «Ho sempre avuto la sensazione di essere poco intelligente, quindi voglio affrontare questi esami per dimostrare il contrario».

In età adulta, il cantante ha ricevuto diagnosi di dislessia, discalculia e ADHD (disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività), affermando:

«All’epoca non si parlava di queste condizioni, così ho abbandonato la scuola pensando di essere stupido, e ci è voluto molto tempo per superare questa convinzione».

Con l’uscita del suo biopic, che promette di essere uno dei più attesi della stagione, Williams riflette sul suo passato accademico:

«Non ho mai ottenuto voti migliori di una D; ho fallito o non mi sono presentato a tutti gli altri esami. È davvero importante per me tornare indietro e affrontare questo capitolo della mia vita»

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Verso l’autonomia nello studio: l’importanza del tutor per il/la ragazzo/a DSA

I ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) affrontano spesso sfide significative nel gestire i compiti a casa e nell’adottare metodi di studio autonomi e efficaci.

Le difficoltà che incontrano sono frequentemente legate a deficit di memoria, attenzione e organizzazione, rendendo l’attività scolastica un compito pesante e frustrante.

Dopo una lunga giornata di scuola, questi studenti possono sentirsi sopraffatti dalla stanchezza mentale, il che rende ancora più arduo affrontare ulteriori impegni, contribuendo a sentimenti di impotenza e bassa autostima.

L’importanza del tutor specializzato nei DSA

La figura del tutor specializzato è fondamentale per supportare questi ragazzi.

Non si tratta di sostituirli nel loro percorso educativo, ma piuttosto di affiancarli per sviluppare strategie che migliorino l’approccio allo studio e accrescano la loro autostima.

Il tutor crea un ambiente di apprendimento strutturato, dove gli studenti possono imparare a gestire il loro tempo e le risorse in modo più efficace.

Inoltre, facilita la comunicazione tra scuola e famiglia, collaborando con gli insegnanti affinché il ragazzo possa affrontare il percorso scolastico con maggiore serenità.

Strategie personalizzate per lo studio

Un elemento chiave per promuovere l’autonomia nello studio è la personalizzazione delle strategie didattiche. È cruciale identificare il metodo di apprendimento più adatto; ad esempio, se uno studente ha difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo, ripetere la lettura non sarà utile.

Invece, l’uso di programmi di sintesi vocale può rivelarsi vantaggioso, poiché integra canali uditivi e visivi.

Per migliorare la memorizzazione delle lezioni, una mappa concettuale o mentale può essere un valido strumento per facilitare il richiamo delle informazioni.

Organizzazione e pianificazione efficace

Un altro aspetto essenziale è l’organizzazione del materiale didattico e la pianificazione delle attività pomeridiane. È utile creare un piano dettagliato che suddivida il tempo da dedicare a ciascuna materia, includendo pause strategiche per evitare un’eccessiva stanchezza.

In sintesi, il supporto di un tutor specializzato non solo agevola l’apprendimento scolastico ma contribuisce anche al benessere emotivo degli studenti con DSA, favorendo una visione positiva delle proprie capacità e delle sfide quotidiane.

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Sovraccarico di verifiche: un ostacolo per gli studenti con DSA

Oggi affrontiamo un aspetto importante nella redazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP): la necessità di non sovraccaricare le interrogazioni o le verifiche scritte, limitandole a una sola al giorno.

Nella sezione dedicata alle modalità di verifica, è comune trovare la raccomandazione: “Evitare di svolgere più verifiche o interrogazioni nello stesso giorno”.

Questa pratica è particolarmente cruciale per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) per vari motivi legati al loro benessere emotivo e alle loro capacità cognitive.

Impatti emotivi e cognitivi

1. ansia e autostima

Gli studenti con DSA spesso affrontano livelli elevati di ansia, sia durante le verifiche scritte che nelle interrogazioni orali.

Tale ansia può influenzare negativamente le loro prestazioni, soprattutto in presenza di una bassa autostima e fiducia nelle proprie capacità.

Quando più verifiche sono programmate nello stesso giorno, gli studenti possono sentirsi sopraffatti, aumentando lo stress e l’ansia.

Questo può rendere difficile per loro esprimere al meglio le proprie conoscenze.

2. carico cognitivo

Gli studenti con DSA già affrontano un carico cognitivo significativo a causa delle loro difficoltà di apprendimento. Sovraccaricarli con troppe interrogazioni o verifiche in un breve periodo può compromettere ulteriormente la loro capacità di concentrazione e memoria a breve termine.

È quindi fondamentale considerare la diagnosi e prestare particolare attenzione alla memoria di lavoro (ML).

Le interrogazioni dovrebbero essere pianificate in modo da consentire agli studenti di gestire al meglio il loro impegno cognitivo.

Strategie per un approccio efficace

3. programmazione e strumenti compensativi

È essenziale pianificare le interrogazioni in anticipo e discuterle con gli studenti, evitando sovrapposizioni con altre prove. Questo approccio consente agli studenti di prepararsi adeguatamente e riduce l’ansia legata alla ricerca delle informazioni necessarie.

Immaginate la mente di uno studente con DSA come quella del film “Inside Out”, dove dei personaggi cercano di trovare la risposta giusta in un vasto database di conoscenze, mentre l’ansia cresce progressivamente.

Utilizzare strumenti compensativi come mappe concettuali, mappe mentali, presentazioni PowerPoint e sintesi vocale può facilitare la comprensione e la memorizzazione delle informazioni.

4. ambiente di supporto

Creare un ambiente di supporto durante le interrogazioni è fondamentale.

Gli insegnanti che comunicano in modo aperto, ascoltando le esigenze degli studenti e fornendo feedback costruttivo, possono instaurare un rapporto positivo che favorisce il massimo rendimento e riduce l’ansia.

Questo non solo aiuta a diminuire il livello di ansia, ma promuove anche una partecipazione più attiva da parte degli studenti.

Conclusione

In conclusione, evitare il sovraccarico delle interrogazioni per gli studenti con DSA è essenziale per garantire che possano esprimere le proprie conoscenze senza essere sopraffatti da ansie o carichi cognitivi eccessivi.

Una programmazione attenta delle prove, l’uso di strumenti compensativi e la creazione di un ambiente supportivo sono strategie chiave per facilitare il successo educativo di questi studenti.

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Dislessia: rivelazioni genetiche e strutture cerebrali

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck Institute, pubblicato su “Science Advance” la dislessia ha radici genetiche.
Questa ricerca, la più estesa mai realizzata nel campo del neuroimaging sulla dislessia, ha coinvolto oltre 35.000 adulti e ha identificato 35 varianti genetiche associate a specifiche strutture cerebrali.
Queste varianti potrebbero indicare una predisposizione alla dislessia e ad altre condizioni neurologiche, suggerendo un tratto eterogeneo alla base del disturbo.

L’analisi si è avvalsa di dati provenienti da UK Biobank e 23andMe, consentendo di calcolare punteggi poligenici per otto tratti geneticamente correlati alla dislessia.

I risultati hanno mostrato chiare correlazioni tra il volume delle strutture cerebrali esaminate e i punteggi poligenici elevati per le varianti genetiche associate alla dislessia.

In particolare, riduzioni nel volume della capsula interna sono state collegate alla predisposizione genetica sia alla dislessia che all’ADHD, evidenziando anche come la diminuzione del volume nella corteccia motoria possa essere specificamente correlata alla dislessia.

Questa scoperta rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione dei fattori neurobiologici che possono contribuire allo sviluppo dei disturbi dell’apprendimento nella popolazione, aprendo nuove strade per la ricerca e l’intervento.

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DSA e Celebrità

Larry Mullen Jr. degli U2: la diagnosi di discalculia e il suo impatto sulla musica

Larry Mullen Jr. in una recente intervista dichiara di essere discalculico, rivelando le sfide nel contare e l’impatto che queste hanno avuto nella musica.

Larry Mullen Jr., il batterista degli U2, ha recentemente condiviso la sua diagnosi di discalculia, un disturbo dell’apprendimento che ostacola la capacità di gestire i numeri e le operazioni matematiche.

Durante un’intervista con Times Radio, Mullen ha descritto le sue difficoltà nel contare e sommare, paragonando l’atto di mantenere il ritmo musicale a una sfida come scalare l’Everest.

Ha rivelato che spesso, mentre suona, gli è stato detto che sembra “sofferente”, un sentimento che deriva dalla sua lotta per contare le battute. Nonostante abbia affrontato questa condizione per gran parte della sua vita, Mullen ha ricevuto la diagnosi solo di recente. Ha dichiarato: “Ho sempre avvertito che c’era qualcosa che non andava nel mio rapporto con i numeri, non riuscivo a fare la somma con i numeri”.

La sua testimonianza si inserisce in un contesto più ampio, poiché ha parlato della sua esperienza in relazione a un documentario intitolato “Left Behind”, che narra le vicende di madri impegnate nella creazione della prima scuola pubblica a New York dedicata ai bambini dislessici. Mullen ha contribuito al progetto scrivendo e producendo musica, incluso un brano chiamato “Between the Lines”, insieme a Gayle, anch’essa DSA.

Altri artisti come Cher e Robbie Williams hanno affrontato tematiche simili riguardanti la discalculia. Florence Welch dei Florence and the Machine ha condiviso la sua esperienza in un libro sulla neurodiversità, rivelando le sue difficoltà nel conteggio delle monete durante il lavoro in un bar.

Queste esperienze evidenziano quanto sia importante riconoscere e affrontare i disturbi dell’apprendimento nel mondo della musica e oltre.

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Compensazione: chiarire i concetti per una valutazione equa degli alunni con DSA

Normativa sulla valutazione degli studenti con DSA
La legge fondamentale che regola il primo ciclo educativo è il DL 62/17, articolo 11, comma 10. Essa stabilisce che:

«Le istituzioni scolastiche devono adottare modalità di valutazione che permettano agli studenti con DSA certificato di dimostrare il proprio apprendimento, avvalendosi di misure dispensative e strumenti compensativi previsti dalla legge 8 ottobre 2010, n. 170, come indicato nel Piano Didattico Personalizzato».

Per il secondo ciclo, si applica l’articolo 6 comma 2 del DM 5669/11, che presenta contenuti analoghi.

L’importanza di una valutazione equa

In sintesi, questa normativa evidenzia l’importanza di valutare gli studenti in modo da consentire loro di mostrare le proprie competenze senza subire svantaggi.

La necessità della compensazione

Ma perché è stata introdotta la compensazione? Immaginate uno studente o una studentessa che si sente sopraffatto dall’ansia durante un’interrogazione o una prova scritta.

Oppure, dopo una giornata intensa di lezioni, potrebbe non essere in grado di esprimere al meglio le proprie capacità nel compito.

La compensazione consente allo studente di dimostrare le proprie conoscenze attraverso un’interrogazione orale successiva alla verifica scritta, concentrandosi sugli argomenti trattati nel compito in classe. È importante sottolineare che la compensazione deve essere prevista nel Piano Didattico Personalizzato (PDP)

Se una verifica scritta produce risultati insufficienti e sul PDP è prevista la compensazione, il/la professore/essa ha il compito di interrogare oralmente lo/la studente/studentessa riguardo al compito.
Se il risultato dell’interrogazione è positivo, questo sostituirà nel registro elettronico il voto negativo (NB: non deve essere fatta media; altrimenti non si parla di compensazione).
Questo non rappresenta un privilegio, ma un atto di equità.

Responsabilità e preparazione

È fondamentale che gli studenti comprendano che la compensazione non deve indurli a trascurare la preparazione per le verifiche; devono sempre impegnarsi e dare il massimo.

Sebbene il recupero sia auspicabile e possibile, implica che il primo risultato venga comunque registrato e considerato nella media.

Per distinguere tra compensazione e recupero, è utile verificare tempestivamente con domande orali se il risultato negativo di un compito scritto sia dovuto a una mancanza di preparazione o a difficoltà espressive legate al disturbo.