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Dislessia, lettura più facile grazie a Gary

Uno strumento tecnologico, denominato Gary, può venire incontro agli alunni con dislessia e aiutarli nella comprensione del testo.

Tutto merito di uno studio, portato avanti dal Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento assieme alla Fondazione Bruno Kessler, un ente di ricerca attivo nel settore scientifico tecnologico.

L’indagine ha visto protagonisti 40 bambini e bambine di età compresa tra gli 8 e i 10 anni. Metà di loro presentavano una diagnosi di dislessia, mentre l’altra metà aveva capacità di lettura classiche.

Con Gary, uno strumento simile ad un tablet sviluppato proprio dalla Fondazione, si può avere allo stesso tempo la lettura ad alta voce del testo e l’eye tracker, ovvero il dispositivo che monitora se lo sguardo del lettore sul testo digitale si sofferma sulla parola che segue, che viene a quel punto evidenziata.

Gary è innovativo proprio perchè non si limita a riprodurre a voce alta il testo, ma porta a compimento l’operazione “settandola” con la velocità di lettura del bambino o della bambina, seguendo il ritmo di chi legge.

La comprensione del testo viene quindi resa molto più facile, come spiega il professor Massimo Zancanaro, tra gli autori dello studio: “Il miglioramento è evidente rispetto alle tecnologie di supporto alla lettura basate sul solo audio – afferma il docente al quotidiano ‘Il Giornale’ – Tecnologie, queste, che non agiscono sull’attenzione del bambino, ma che invece tendono solo a sollevarlo dalla difficoltà della lettura di un testo”.

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DSA e Celebrità

Leonardo Da Vinci era dislessico? Uno studio lo confermerebbe

Leonardo Da Vinci era affetto da ADHD, un disturbo caratterizzato da livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività.

Un’ipotesi caldeggiata dall’Università di Pavia e dal King’s College di Londra, che hanno condotto una ricerca sulla strepitosa creatività di Leonardo ma anche sul suo portare avanti più progetti contemporaneamente, arrivando a rinviarne molti lasciandoli incompleti.

Inoltre, oltre al fatto che il genio italiano fosse anche mancino, lo studio evidenzia come Leonardo fosse anche probabilmente dislessico.

Secondo Paolo Mazzarello del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia, il Disturbo Specifico dell’Apprendimento di Leonardo emergerebbe dagli errori commessi in alcuni suoi scritti.

Mazzarello precisa che il Da Vinci “mancava di perseveranza, senza una pressione o una guida esterna che lo spronava si perdeva”. La presunta diagnosi di dislessia potrebbe aiutare a capire il motivo che spingeva Leonardo ad abbandonare molti dei progetti cominciati.

Nel saggio, sia Mazzarello che Marco Catani, direttore del Natbrainlab al King’s College di Londra, evidenziano “l’eccessivo tempo dedicato alla progettazione delle idee e la mancanza di perseveranza” come cause che hanno prodotto un effetto dannoso e che hanno impedito a Leonardo di “finalizzare compiti che in un primo momento avevano attirato il suo entusiasmo”.

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Dislessia e mondo del lavoro, due progetti utili

Il sostegno garantito dalla legge 170 del 2010 nei confronti degli studenti e delle studentesse con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) durante tutto il loro percorso scolastico si concretizza tramite strumenti compensativi, un piano didattico personalizzato, mappe concettuali e molto altro ancora.

Ma una volta terminate scuola e/o università, non ci sono tutele per le persone con DSA alla ricerca della prima occupazione (circa 12.000 ogni anno).

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono creare problemi nella ricerca di un lavoro, così come la mancanza di riferimenti normativi e la poca conoscenza dell’argomento.

Eppure, diversi studi dimostrano come le persone con DSA abbiano caratteristiche e qualità di livello assoluto, come ad esempio elevate capacità nella risoluzione di problemi anche complessi e una grande creatività. Aspetti che possono garantire il successo non solo personale, ma dell’intera azienda. Tuttavia, è necessario che i soggetti con DSA siano adeguatamente supportati.

Il progetto “DSA Progress for Work” va proprio in questa direzione, ovvero nella promozione di metodologie che consentano di valutare correttamente il potenziale di un candidato con DSA e anche le prestazioni dei lavoratori con dislessia e discalculia all’interno di un’azienda.

Ci sono alcune aziende che hanno già ottenuto l’attestato di impresa “dyslexia friendly”, come ad esempio Ibm Italia, Intesa Sanpaolo, Tim.

Nel 2020 l’Associazione Italiana Dislessia (AID) ha dato anche vita al progetto “DSA: lavoro, orientamento, tutela e ricerca” che ha come obiettivo quello di fornire una formazione di base su Dsa e sul loro impatto nel mondo del lavoro e far sì che gli ambienti lavorativi siano sempre più inclusivi.

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DSA e Università, la senatrice Angrisani (M5S): “Serve maggiore tutela”

Nell’ultima interrogazione al Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, la senatrice Luisa Angrisani (Movimento 5 Stelle) ha voluto ricordare la necessità dare “piena applicazione” alla legge n.170 del 2010 e di garantire quindi maggiori tutele “per gli studenti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e uniformità di metodo nelle università”.

La Angrisani ha parlato nello specifico dei vari Disturbi dell’Apprendimento – dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia, disprassia – e di come gli studenti e le studentesse con DSA trovino forti difficoltà a scuola se non ricevono aiuto in maniera corretta.

Proprio la legge n.170 del 2010, richiamata dalla Angrisani, impone l’utilizzo di “strumenti didattici e tecnologici di tipo compensativo come sintesi vocale, registratore, programmi di videoscrittura e con correttore ortografico, calcolatrice”, assieme alle misure che permettono di sostituire alcuni tipi di prove “con altre equipollenti più adatte”.

Problematiche che risultano presenti anche all’Università, come sottolineato dalla senatrice pentastellata, che ha avuto modo di riferire alla ministra Messa quanto le è stato raccontato da una studentessa dell’Ateneo salernitano.

Dall’assenza di uniformità “nell’interpretazione di formulari e mappe concettuali”, passando per la carenza di strumenti materiali volti a “facilitare l’apprendimento, la preparazione e la tenuta di un esame”. Le mancanze denunciate dalla senatrice del M5S sono molte, e sembra che l’emergenza sanitaria abbia contribuito ad aggravare la situazione.

“La pandemia non può costituire un alibi per le manchevolezze dei soggetti pubblici e di tutti coloro che istituzionalmente devono assicurare il giusto aiuto per le persone che presentano deficit psicofisici tali da pregiudicarne il diritto allo studio”, ha concluso la Angrisani, che ha poi chiesto alla ministra di predisporre “linee guida più chiare” in merito all’utilizzo degli strumenti compensativi per gli studenti con DSA nelle Università.

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Esami di terza media, le modalità per l’anno scolastico 2020/21

Come saranno gli Esami di Stato nella Scuola Secondaria di primo grado per questo anno scolastico 2020/2021? Nell’ordinanza ministeriale dello scorso 3 marzo vengono finalmente chiarite le modalità, come riportato anche sul sito dell’Associazione Italiana Dislessia (AID).

L’esame del primo ciclo di istruzione prevede un’unica prova orale, ovvero la presentazione di un elaborato su una determinata tematica che verrà assegnata ad ogni alunno e ad ogni alunna entro il 7 maggio. L’elaborato verrà poi trasmesso dagli alunni al Consiglio di classe entro il successivo 7 giugno.

Per quanto riguarda gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), l’elaborato verrà assegnato sulla base di quanto previsto dal piano didattico personalizzato – PDP, e lo stesso dicasi per la prova orale.

L’elaborato deve essere naturalmente coerente con la tematica assegnata e può essere realizzato in varie modalità, compresa la presentazione multimediale e il filmato. L’elaborato dovrà abbracciare le discipline presenti nel piano di studi, ma la novità di quest’anno è che i docenti sono chiamati ad indirizzare gli alunni e le alunne nella scelta dell’elaborato, assicurando quindi il massimo sostegno agli studenti con DSA.

I docenti saranno inoltre a disposizione per il supporto per la realizzazione degli elaborati stessi, come chiarito dall’ordinanza ministeriale.

Le competenze richieste sono capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, nonché al livello di padronanza delle competenze di educazione civica.

In caso di studenti degenti in luoghi di cura o ospedali, è prevista la possibilità di svolgere l’esame in videoconferenza.

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DSA, detrazione del 19% sugli strumenti compensativi: ecco come ottenerla

Buone notizie per i genitori di studenti e studentesse con dislessia, che possono usufruire di una detrazione del 19% sulle spese sostenute per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici informatici indispensabili per fornire l’adeguato supporto ai propri figli e alle proprie figlie.

La detrazione, valida fino alle scuole secondarie di secondo grado a prescindere se si tratti di maggiorenni o meno, riguarda anche le spese che fanno riferimento agli strumenti compensativi per la comunicazione verbale che consentono di imparare le lingue straniere con un ritmo graduale di apprendimento.

Per poter usufruire della detrazione del 19% sono indispensabili tre requisiti. Il primo è il certificato che attesti la diagnosi di DSA, che può essere rilasciato dal Servizio sanitario nazionale, da specialisti o strutture accreditate.

Inoltre è necessaria la prescrizione autorizzativa, vale a dire la dimostrazione che gli strumenti compensativi acquistati siano effettivamente dedicati al tipo di Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

In ultimo, per poter documentare le spese sostenute, i genitori devono mostrare la fattura o lo scontrino fiscale dello strumento compensativo acquistato, che deve avere visibile il codice fiscale del soggetto con DSA e la natura del prodotto acquistato o utilizzato.

Tra gli strumenti compensativi che rientrano nella detrazione del 19% ci sono la sintesi vocale, il registratore, i programmi di video scrittura con correttore ortografico, programmi come tabelle e mappe concettuali e anche gli strumenti tecnologici come i computer, necessari per i programmi di video scrittura.

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I videogiochi migliorano le capacità dei bambini dislessici

Qualsiasi genitore che nota un attaccamento ai videogiochi un pò troppo intenso da parte di suo figlio o sua figlia tende ad intervenire per ridurlo drasticamente, arrivando in alcuni casi anche a vietare l’utilizzo delle piattaforme di gaming.

Ma è davvero la scelta migliore? Impedire che si sviluppi una vera e propria “dipendenza” è senza dubbio una mossa corretta, ma bisogna tenere presente che un uso adeguato dei videogiochi porta solo benefici.

I videogiochi, infatti, migliorano le abilità cognitive e mentali di base dei bambini e facilitano anche lo sviluppo delle capacità logiche. Lo riporta l’American Journal of Play, che mette in evidenza come un utilizzo corretto del gaming permetta anche di sviluppare una memoria più profonda e apporti miglioramenti al processo decisionale e all’attenzione.

Benefici che sembrano manifestarsi con una certa evidenza anche nei bambini e nelle bambine con dislessia. Sempre stando a quanto pubblicato nel report, pare siano state sufficienti 12 ore di gioco per far sì che alunni e alunne con DSA ottenessero risultati molto più incoraggianti nei test di lettura e fonologia.

Per farla breve, i videogiochi stimolano le proprie risorse mentali, spingendo ad utilizzarle per attuare un processo decisionale che porterà a risolvere i problemi. Pertanto, non bisogna affatto togliere i videogiochi ai bambini e alle bambine: basta semplicemente non esagerare.

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Spielberg: “La scuola un incubo, facevo fatica a leggere. Ma solo ora so che sono dislessico”

Anche Steven Spielberg ha dovuto fare i conti con il bullismo all’epoca della sua formazione scolastica. Il celebre regista veniva preso in giro per le sue difficoltà con la lettura, tanto da procurargli un’enorme disagio nel recarsi a scuola.

Nonostante ciò, la diagnosi di dislessia per Spielberg è arrivata solo negli ultimi tempi, come racconta lui stesso in un’intervista su “Friends of Quinn” ripresa anche dal sito “Oggiscuola”.

Steven Spielberg afferma infatti di aver ottenuto quel “pezzo del puzzle” che aveva cercato per tutti questi anni e che gli permette finalmente di chiudere il cerchio.

“Nel mio caso, non sono stato in grado di leggere per quasi due anni. Ero due anni indietro rispetto alla mia classe – racconta il regista – Ero imbarazzato all’idea di alzarmi in piedi e leggere davanti a tutti”.

Fortunatamente, come racconta Spielberg, è arrivata la passione per il cinema a ridargli coraggio e forza. “Girare i film ha rappresentato la mia via di fuga dalla realtà”, ha detto il regista.

La dislessia crea ancora qualche problema a Steven Spielberg, tanto da costringerlo ad una lettura più attenta delle sceneggiature. Le difficoltà scolastiche vennero poi definitivamente superate con la laurea in Cinema e Arti Elettroniche ottenuta nel 2002 presso la California State University con una tesi su Schindler’s List, ancora oggi il suo film più premiato.

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“DSA: FormAzione Lavoro”, il percorso dell’AID per aiutare nella ricerca di un impiego

Si chiama “DSA: FormAzione Lavoro” ed è il percorso online appena ufficializzato dall’Associazione Italiana Dislessia e destinato a lavoratori o aspiranti lavoratori con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).

Il corso, completamente gratuito, si pone come obiettivo quello di supportare le persone con DSA al raggiungimento dei propri obiettivi professionali tramite video lezioni e materiali di approfondimento su piattaforma e-learning.

AID ha voluto strutturare questo percorso per venire incontro a tutte quelle persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento che ogni anno trovano grandi difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro (circa 12.000, ndr).

Con questo corso, gli interessati potranno disporre dei giusti metodi per scrivere un CV o una lettera di presentazione, ma anche per comprendere meglio quale può essere il proprio settore lavorativo di riferimento e come partecipare ai colloqui di selezione.

Allo stesso modo, l’iniziativa dell’AID è destinata anche ai lavoratori con DSA di ogni età che trovano difficoltà sul posto di lavoro perchè spesso non consapevoli delle strategie per fronteggiare le problematiche che insorgono con i dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia.

L’iscrizione è possibile fino al 15 marzo 2021, e al termine del corso ogni partecipante potrà avere a disposizione 3 incontri gratuiti di career counseling personalizzato con uno dei consulenti carriera AID: una scelta importante che mira a fornire il giusto supporto sia nella fase di ricerca di un’occupazione che nel percorso di crescita professionale.

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Esame senza strumenti compensativi, la denuncia di una ragazza dell’Università di Catania

Non solo il rifiuto di poter utilizzare strumenti compensativi dato il suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma anche risatine e sguardi con l’assistente che non hanno fatto altro che rendere il tutto ancora più complicato.

Una studentessa dell’Università di Catania, iscritta al primo anno di Matematica e Informatica dell’Ateneo etneo, ha voluto raccontare l’accaduto alla testata “MeridioNews”, specificando il trattamento ricevuto durante l’esame di Analisi matematica.

Un esame che si è rivelato un vero e proprio incubo per la giovane, che pure aveva preventivamente avvertito la docente della sua condizione. La ragazza, infatti, spiega di avere una dislessia aggravata da un disturbo d’ansia con tratti ossessivo compulsivi, oltre ad una discalculia che le crea forti problemi nell’apprendimento del sistema di numeri e calcoli.

Qualche giorno prima Francesca (nome di fantasia utilizzato da MeridioNews) aveva mandato una mail alla docente, spiegando la necessità di poter utilizzare strumenti compensativi per poter svolgere correttamente l’esame.

Ma la professoressa le ha risposto che le avrebbe soltanto garantito un tempo aggiuntivo del 30%, una misura che riguarda però le prove scritte (mentre con la pandemia l’esame si è tenuto necessariamente in forma orale e online).

Senza mappe concettuali e formulari, la giovane è andata in tilt, anche perchè il comportamento della docente e dell’assistente, a suo dire, sarebbe stato tutt’altro che irreprensibile. La ragazza non ha superato l’esame ma ha voluto comunque denunciare l’accaduto.

In genere i docenti non fanno problemi nel concedere gli strumenti compensativi, anche se non esiste ancora una disciplina normativa che obblighi i professori universitari ad accogliere queste richieste da parte degli studenti DSA.

Dal canto suo, la docente Alessandra Ragusa, raggiunta dai colleghi di MeridioNews, ha precisato di non poter concedere l’utilizzo di tabelle e calcolatrici perchè si andrebbe a compromettere la corretta valutazione dell’esame. La prof ha poi rispedito al mittente ogni accusa in merito alle presunte “risatine”.