La pandemia di coronavirus porta con sè una serie di criticità anche per la scuola, sebbene il sistema scolastico stia reggendo piuttosto bene l’urto dell’emergenza sanitaria.
Il Covid-19 sta comportando problemi anche al PDP, ovvero il Piano Didattico Personalizzato, che dovrà essere formalizzato alla fine di questo mese e su cui stanno lavorando le varie scuole.
Studenti e famiglie stanno sperimentando alcune difficoltà, come ad esempio quelle dal punto di vista pratico. Un esempio è la scomparsa degli incontri in frequenza, così come le problematiche che può incontrare una famiglia che non ha una connessione così veloce (e talvolta nemmeno le scuole, ndr).
Inoltre, serve capire come condividere correttamente i contenuti, in particolare i testi scritti: i docenti devono disporre di un PDP in formato file, ovvero un documento scansionato in PDF o Word, per poterlo esporre alle famiglie durante l’incontro a distanza.
In più, è opportuno stabilire con criterio l’utilizzo della Didattica Digitale Integrata (DDI), che diventa una risorsa per gli alunni con DSA solo se usata nel migliore dei modi. Ad esempio, davanti allo schermo non è detto che l’attenzione dell’alunno possa essere la stessa delle normali attività in classe: una situazione che va esplicata nel PDP, magari definendo, come chiede l’Associazione Italiana Dislessia (AID), eventuali momenti di pausa o riduzione oraria nello svolgimento della lezione.
Inoltre, in riferimento alle verifiche, i test a tempo per evitare copiature possono diventare un enorme problema per gli alunni con DSA. Una buona idea, formulata sempre dall’AID, è quella della verifica mista, per valutare poi meglio nel confronto orale la preparazione dello studente con DSA.
Anche i genitori possono fare la loro parte, chiedendo un confronto con il Referente d’Istituto per i DSA o con il Dirigente, ed eventualmente anche con l’Ufficio Scolastico Regionale, interpellando il Referente regionale.