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AID chiede una vera inclusione, “sia a scuola che a casa”

L’Associazione Italiana Dislessia è intervenuta per commentare la nota del Ministero dell’Istruzione dello scorso 21 gennaio, dove viene sottolineata nuovamente l’importanza di assicurare “la piena inclusione agli studenti con bisogni educativi speciali nelle classi che vengono poste in didattica digitale integrata”.

La nota non fa che confermare quanto già chiarito il 5 novembre 2020 in un testo redatto dall’allora Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Marco Bruschi.

L’AID sottolinea come la nota non porti alcuna novità ma si limiti a riaffermare la necessità di una vera inclusione scolastica, aggiungendo precisazioni di carattere prettamente sanitario.

Tra queste, l’ottenimento del consenso dei genitori degli alunni per consentire la frequenza in presenza e il divieto di accesso e permanenza nei locali scolastici “ai soggetti affetti da SARS-CoV-2, o comunque a coloro che manifestino sintomatologia respiratoria o nei quali la temperatura corporea risulti superiore a 37,5°”, oltre al distanziamento interpersonale per favorire un corretto svolgimento della didattica.

Tuttavia l’AID fa notare alcune problematiche che inevitabilmente emergono, date le condizioni logistiche in cui versano le scuole italiane. In primis, le condizioni infrastrutturali non sono ancora all’altezza per garantire un ottimale collegamento tra scuola e casa.

Inoltre, l’Associazione Italiana Dislessia chiede che si arrivi ad una vera inclusione, sia a scuola che a casa, in DDI o in presenza: in alcuni casi, infatti, la didattica a distanza ha rappresentato un elemento di ulteriore esclusione per studenti mentre in altri ha rasserenato il rapporto con la vita scolastica.

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DSA e Celebrità

Andrea Delogu e la separazione con Francesco Montanari: “Era finito l’amore”

Andrea Delogu, apprezzata conduttrice radiofonica che ha spesso raccontato con grande intelligenza e ironia la sua vita con la dislessia, si è confessata al settimanale F parlando della fine della sua relazione con l’attore Francesco Montanari. 

La conduttrice, che debutterà in tv su Rai Due dal prossimo 22 febbraio con lo show musicale “Tonica”, ha spiegato che si è resa conto che la situazione non era più sostenibile durante il lockdown e che nemmeno quel figlio tanto desiderato (ma non in arrivo) avrebbe cambiato le cose.

Pertanto, dopo sette anni di vita insieme, i due si sono separati a dicembre 2020, anche se poi la notizia è diventata pubblica tre mesi dopo.

“Era finito l’amore”, spiega Andrea Delogu, che rivela come quello tra lei e Montanari sia stato un colpo di fulmine, ma il lavoro ha poi modificato il loro rapporto.

“Quando ci siamo accorti di adorarci senza più amarci ci siamo detti: un figlio aiuterebbe – racconta la conduttrice radiofonica e televisiva – Ma poi ho pensato: che senso ha costruire una famiglia se la storia già non sta funzionando? Siamo ancora liberi e giovani. Io i miei 39 anni non me li sento”.

Una vita tutt’altro che semplice, quella di Andrea Delogu, che ha scoperto la dislessia a 26 anni e ne ha parlato apertamente nel libro “Dove finiscono le parole. Storia semiseria di una dislessica”: i ricavati sono stati poi donati all’Associazione Italiana Dislessia (AID).

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DSA, l’ISS pubblica le nuove Linee Guida: tutte le novità

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato le nuove Linee Guida per la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), a dieci anni di distanza dal precedente documento.

Ne dà notizia l’Associazione Italiana Dislessia (AID), che spiega come le nuove linee guida riprendano e aggiornino molte delle precedenti raccomandazioni cliniche, provvedendo a formularne anche di nuove in merito ad una serie di aspetti che non erano ancora stati indagati.

Tra i nuovi quesiti clinici analizzati dal gruppo di esperti spicca il Disturbo di Comprensione della Lettura, specialmente dopo la ridefinizione del Disturbo di Lettura proposta nelle versioni più recenti dei sistemi di classificazione internazionale DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) e ICD (International Classification of Diseases).

In più, basandosi anche sui dati MIUR che mettono in evidenza come gli studenti bilingui siano diventati una percentuale di rilievo nell’attuale popolazione scolastica, il gruppo si è concentrato sulla valutazione e la diagnosi di DSA in questa tipologia di studenti.

Altro aspetto di cui si è tenuto particolarmente conto nelle nuove Linee Guida è la valutazione e diagnosi di DSA negli studenti adulti (un aspetto precedentemente non affrontato con chiarezza); inoltre sono stati definiti anche nuovi criteri e procedure diagnostici relativi alla Disgrafia e al Disturbo del Calcolo. 

Infine, non mancano nelle nuove Linee Guida le raccomandazioni per l’individuazione precoce dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Il Gruppo di Lavoro, denominato “Libro Bianco”, ha permesso di evidenziare i punti nevralgici della legge 170 ma anche le varie criticità, fornendo così “possibili soluzioni alle problematicità evidenziate nel mondo della scuola, dell’università e del lavoro”.

Tra i promotori del progetto di sviluppo c’è proprio l’AID, come sottolinea il suo presidente, Andrea Novelli. 

“Fa parte della nostra mission migliorare la qualità di vita dei bambini e delle persone con DSA, a cominciare proprio dall’individuazione precoce del disturbo, dall’iter diagnostico, e dalla riabilitazione – fa sapere Novelli – Le nuove Linee Guida sono un importante passo in avanti in questa direzione”.

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La startup degli universitari torinesi per aiutare gli studenti con DSA

Si chiama Progetto ALGOR ed è una startup che ha come obiettivo la realizzazione di supporti tecnici che vadano incontro alle esigenze degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

La bella novità è stata ideata da un gruppo di studenti del Politecnico di Torino, tutti 23enni, che hanno messo a punto un’applicazione per creare mappe concettuali che aiutano gli studenti durante il loro percorso formativo, a scuola e all’università.

Prima di arrivare alla definizione del progetto ALGOR, il gruppo di studenti ha condotto una serie di sondaggi che hanno visto protagonisti proprio gli studenti con DSA.

Sono emersi tutti i disagi vissuti da coloro che percorrono la loro carriera scolastica e universitaria facendo fronte ai disturbi specifici dell’apprendimento, come dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia.

Come spiega l’ideatore di Algor, Mauro Musarra, questa applicazione – che prende il nome di Algor Maps – si basa su un algoritmo di intelligenza artificiale: sarà sufficiente inserire un testo per generare la mappa che aiuterà gli studenti che hanno difficoltà nella lettura e nella scrittura.

La soluzione è stata già provata da 700 persone tra studenti, insegnanti e tutor, e il riscontro pare davvero molto elevato (anche tra i genitori). Ora la startup punta alla collaborazione con l’Associazione Italiana Dislessia (AID).

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DSA e Celebrità

Alberto Riva, l’ingegnere con la passione per la vela: “Vi racconto la dislessia”

La dislessia non gli ha impedito di laurearsi a pieni voti e specializzarsi in nanotecnologia, ma soprattutto non ha rappresentato un ostacolo nella sua vocazione per il mare.

Alberto Riva ha 29 anni, e nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera parla della laurea in ingegneria fisica conseguita al Politecnico di Milano e della conseguente specializzazione in nanotecnologie.

Alberto parte da lontano, da quando alle elementari venne accusato dalle maestre di “marciare” con la dislessia. Il 29enne aveva non solo la dislessia, ma anche la discalculia, la disgrafia e la disortografia.

“Mamma ha sempre cercato per me ambienti scolastici comprensivi, poco giudizievoli nei confronti degli errori che facevo – racconta Alberto Riva al Corriere – La logopedia ha aiutato. E l’Università, a me che piace far girare le rotelle e trovare soluzioni, l’ho divorata”.

Oltre allo studio, la passione per il mare e per le barche. Nell’anno sabbatico che ha voluto prendersi dopo la laurea, Alberto Riva ha svolto alcuni lavori sulle barche a vela, che si faceva prestare per andare in regata e riportarle completamente sistemate. Finché un chirurgo non ne ha comprata una.

“Abbiamo trovato un accordo: le regate in coppia le facciamo insieme, quelle in solitario le faccio io, inclusa la Mini Transat, nel frattempo mi occupo della manutenzione. E funziona”, racconta il 29enne, che sta dominando la classe Mini anche grazie ai preziosi consigli di una leggenda della vela italiana come Giovanni Soldini. 

Salperà con il suo barchino il prossimo 26 settembre da Les Sables d’Olonne (Francia) per disputare la Mini Transat, una transatlantica in solitario caratterizzata da due tappe. Alberto è uno dei favoriti, anche perché in mezzo all’Oceano si sente perfettamente a suo agio: “In fondo mi sono sempre sentito un po’ diverso dagli altri – dice al Corriere – No, non per la dislessia. Per le mie passioni”.

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Patente di guida, i candidati con DSA potranno avere il 30% di tempo in più per la prova orale

E’ stata finalmente pubblicata la circolare che mette in chiaro le disposizioni relative al tempo aggiuntivo di cui potranno disporre i candidati con DSA nella prova orale della patente di guida.

Il decreto ministeriale 243, firmato il 1 giugno, entrerà in vigore nei prossimi giorni, subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Come chiarito dal Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (MIMS), il tempo aggiuntivo destinato ai candidati con DSA per eseguire la prova di teoria per il conseguimento della patente di guida – di qualsiasi categoria – è del 30%, previa presentazione della certificazione diagnostica ai sensi della Legge 170/2010.

La certificazione diagnostica dovrà essere presentata anche al medico, che provvederà a contrassegnare il campo che indica la presenza della certificazione DSA, precisando di fatto la necessità di accordare al candidato il tempo aggiuntivo.

Per coloro che hanno già presentato domanda prima dell’entrata in vigore del decreto, possono richiedere la modifica presentando domanda su carta semplice presso l’ufficio della motorizzazione civile, allegando la certificazione DSA.

Se il candidato o la candidata ha già provveduto a prenotarsi per l’esame, sarà l’UMC a stampare nuovamente la ricevuta di prenotazione con la durata complessiva dell’esame; in caso di prenotazione non ancora avvenuta, la ricevuta con la durata complessiva dell’esame verrà stampata una volta completata la prenotazione stessa.

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Anche Twitter viene incontro ai dislessici con il nuovo font

Anche Twitter viene incontro alle persone con dislessia. Lo storico social dei cinguettii ha infatti aggiornato il proprio font, con l’obiettivo di renderlo più semplice per i dislessici e migliorare pertanto l’accessibilità del social stesso.

Un cambiamento che rientra nel rinnovamento che sta operando Twitter dal punto di vista del design: tra le idee del social c’è proprio quella di apparire meno faticoso alla vista.

Il nome di questo nuovo font è CHIRP, che ha quindi l’ambizione di contribuire a rendere Twitter più accessibile ed inclusivo.

Ma in cosa consistono le modifiche di Twitter? Ad esempio la quantità di elementi blu a schermo viene diminuita e viene anche aumentato il contrasto tra sfondo e testo, due aspetti che consentono un minore affaticamento della vista.

In più, sarà possibile personalizzare ulteriormente il design sfruttando una tavolozza di colori.

I cambiamenti riguarderanno anche il tasto Segui, che in un primo momento appariva di colore neutro e andava successivamente a colorarsi: con le modifiche di Twitter avverrà l’esatto contrario.

Infine, nel caso avvenga un Unfollow, la casella diventerà di colore rosso per far capire all’utente che è sopraggiunto un errore dovuto all’aggiornamento: in questo modo gli utenti possono subito rimettere le cose a posto.

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Beatrice di York e la dislessia: “E’ un dono, guardiamo il mondo in modo differente”

Per Beatrice di York, la dislessia non è altro che “un dono”. La principessa è tornata ad affrontare il tema del suo Disturbo Specifico dell’Apprendimento durante l’iniziativa digitale “Back to School” del magazine Hello.

In diretta Zoom con Giovanna Fletcher, Beatrice di York ha tenuto anche a sottolineare che se il suo primogenito, che darà presto alla luce, venisse un domani identificato come “dislessico” lo considererebbe comunque un dono anche per lui.

“Modificare la narrazione pubblica della dislessia dandole un significato positivo può davvero aiutare tutti”, ha spiegato la principessa, che è anche patrona di un’organizzazione come l’Helen Arkell Dyslexia Charity che fornisce ai bimbi dislessici tutti gli strumenti extra di cui hanno bisogno.

“Ricordo che avevamo libri di colori differenti a seconda del nostro livello di lettura – racconta Beatrice di York – A me toccava sempre il bianco. Quello dei miei migliori amici era giallo o verde. Erano sempre avanti a me. E io pensavo: “Non sono abbastanza intelligente. Non sono brava. Perché non sono come gli altri?””.

Alla Beatrice “bambina”, la principessa direbbe di non scoraggiarsi dai brutti momenti vissuti a scuola o durante un esame. “Sono lezioni di vita. La dislessia non è una cosa brutta. È una parte grandiosa del modo in cui funziona il tuo cervello. Noi guardiamo il mondo in maniera differente. E per fare le cose troviamo soluzioni differenti. Siamo creativi e intraprendenti”.

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Concorsi pubblici, i candidati con DSA potranno utilizzare gli strumenti compensativi

I candidati con DSA potranno utilizzare gli strumenti compensativi nei concorsi pubblici. La normativa finalmente approvata dal Parlamento italiano segna un passo in avanti fondamentale nella promozione dei diritti delle persone dislessiche in ambito lavorativo.

I candidati con DSA potranno quindi svolgere la prova relativa ai concorsi pubblici indetti da Stato, Regioni, Comuni ed enti strumentali in forma orale (e non più scritta). Inoltre, i candidati dislessici avranno l’opportunità di utilizzare gli strumenti compensativi e potranno anche usufruire di un tempo più ampio per il completamento delle prove.

Nel giro di tre mesi si arriverà alla definizione delle modalità attuative della norma tramite un decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Grande soddisfazione viene espressa dal presidente dell’Associazione Italiana Dislessia (AID), Andrea Novelli: “Come associazione continueremo a impegnarci nei rapporti con le istituzioni affinché vengano introdotti ulteriori provvedimenti che garantiscano la piena inclusione delle persone con DSA anche in età adulta – spiega Novelli – Dall’università, alla patente di guida, all’inserimento lavorativo e alla crescita professionale, sia nel settore pubblico sia nel settore privato. Per la nostra associazione questa è una battaglia di civiltà, determinante per il futuro di milioni di persone con disturbi specifici dell’apprendimento”

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DSA e Celebrità

Quando la mamma di Tamberi rivelò la sua dislessia: “Mi sentivo inadeguata”

La medaglia d’oro conquistata da Gianmarco “Gimbo” Tamberi alle Olimpiadi di Tokyo 2020, condivisa con il qatariota Mutaz Essa Barshim, ha rappresentato senza dubbio uno dei momenti più emozionanti di questi Giochi Olimpici.

Un successo che avrà reso orgogliosa anche la mamma del campione di salto in alto, Sabrina Piastrellini, che in un’intervista di qualche anno fa aveva rivelato ad AnconaToday la sua lotta contro la dislessia.

Sabrina Piastrellini, oggi insegnante 59enne di educazione fisica, ha parlato di quella “sensazione di inadeguatezza” provata in età scolastica per quel Disturbo Specifico dell’Apprendimento che veniva invece scambiato per svogliatezza.

Al contrario, Sabrina aveva tanta voglia di imparare, nonostante la dislessia. “Faticavo a studiare in un modo continuativo perché faticavo a leggere e comprendere subito il senso delle parole. Di conseguenza evitavo di leggere e diventavo pigra. E’ come avere problemi di vista”, raccontò nell’intervista la mamma di Gimbo.

“Io non sapevo di essere dislessica e quindi non avevo alcun supporto. E allora rifiutavo quello che era difficile, rifiutavo la lettura e diventavo pigra. Ma ero curiosa e volevo leggere, volevo essere come gli altri”, ha poi aggiunto.

Quando all’età di 35 anni Sabrina Piastrellini riuscì finalmente ad ottenere la diagnosi, la mamma di Tamberi percepì un sentimento che definisce di “liberazione”.

“State attenti se vostro figlio ha difficoltà di attenzione, se ha difficoltà di calcolo o lettura – aveva detto la mamma di Gimbo ad AnconaToday – Vorrei dire ai genitori di oggi di avere il coraggio di prendere atto del problema, far capire al proprio figlio che è come avere un problema di vista: bastano un paio di occhiali e può fare tutto”.