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Il metodo di studio, approccio fondamentale anche per gli alunni DSA

Per far riuscire al meglio i ragazzi nello studio, sia in presenza di una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento o meno, sono molto importanti alcune strategie e metodi di studio, a cominciare dall’ascolto attivo in classe.

Un ascolto che non deve riguardare soltanto lo studente tenuto ad imparare i contenuti, ma anche il docente chiamato ad insegnare gli stessi, garantendo una buona riuscita del processo di apprendimento.

Nel caso degli alunni con DSA, i docenti potranno quindi tenere conto di come questi profili prediligano schemi e immagini come “canale preferenziale” per accedere all’informazione scritta. Grafici, tabelle, mappe e immagini diventano quindi molto utili durante la spiegazione in classe, e faciliteranno il lavoro dell’alunno a casa.

Nel processo di apprendimento diventano quindi fondamentali alcune caratteristiche, come l’analisi degli indici testuali per una corretta comprensione del testo: titoli, quindi, ma anche didascalie, paragrafi, glossario, tabelle. Oltre a ciò, diventa di primaria importanza l’organizzazione, ovvero la distribuzione delle attività di studio in un lasso di tempo più ampio, in modo tale da favorire il processo di ripensamento e rielaborazione dei contenuti.

Esistono quindi delle strategie che consentono di consolidare le abilità metacognitive, attuabili in tre momenti differenti: il giorno della spiegazione in classe, il giorno prima della lezione successiva e il giorno prima delle prove di verifica.

Il materiale della lezione, una volta conclusa, può essere velocemente rivisto per capire se ci sono dubbi sui contenuti, immaginando anche un possibile questionario di verifica.

Prima della lezione successiva è invece molto utile rivedere i contenuti e porsi delle domande sugli stessi: un passaggio fondamentale per gli studenti che hanno una memoria carente. Vengono in aiuto i brevi promemoria, con poche informazioni ma funzionali al consolidamento dei contenuti, e i grafici come gli schemi e i diagrammi che favoriscono la memorizzazione.

Tutto questo materiale potrà essere utilizzato nel giorno che precede la verifica. Una buona pratica è quella di condividere con il docente il materiale di studio, in modo tale da ricevere consigli su come eventualmente correggerlo e migliorarlo.

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Visual Storytelling, l’uso delle immagini per aiutare gli alunni con DSA

La grande espansione dei social come Instagram e TikTok sta portando sempre più a comunicare attraverso le immagini e i video. Narrare un racconto per immagini, attraverso un processo di costruzione ed organizzazione che viene comunemente definito “Visual Storytelling”. 

In breve, attraverso il Visual Storytelling si racconta qualcosa sfruttando i mezzi visivi, e quindi le foto, i video o altro ancora, magari migliorando il tutto con l’aggiunta di musica o della voce stessa.

Un processo che sta interessando molto anche gli studiosi, dato che le immagini riescono ad avere un forte potere evocativo dei concetti di cui sono piene, anche di quelli astratti. Ecco perchè le immagini possono aiutare molto anche gli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), in particolare nella comprensione.

Lo stesso vale per gli alunni che presentano difficoltà dal punto di vista uditivo o magari hanno problemi a scrivere bene alla lavagna: le grandi immagini possono venire incontro, specialmente in un periodo come questo che richiede il rispetto del distanziamento sociale.

Come spiega “Orizzonte Scuola”, le emozioni vengono razionalizzate e processate in maniera cognitiva solo in un secondo momento. Lo sa bene chi opera nel campo della pubblicità, che si serve di immagini “impattanti” per influenzare al meglio. Pertanto le immagini possono avere effetti benefici sull’emotività, ed è per questo che possono essere utilizzate per far sì che alcuni concetti vengano appresi più facilmente.

Va da sè che il metodo risulta più efficace con le materie umanistiche, come l’italiano o la storia, ma anche con le scienze sociali.

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Apprendere meglio con lo smart learning, ecco le soluzioni di IRIS

Per rendere più semplice l’apprendimento, sia durante lo studio che nei luoghi di lavoro, sono disponibili sul mercato alcune soluzioni che possono dare una grande mano a coloro che soffrono di Disturbi Specifici dell’Apprendimento ed in particolare di dislessia.

Ad esempio i prodotti targati IRIS, che fanno dello smart learning – l’unione dell’e-learning con l’apprendimento intelligente reso più agevole dalla tecnologia – un concetto primario.

IRIS mette a disposizione delle lampade scanner che prendono il nome di RIScan™ Desk e IRIScan™ Desk Pro e consentono di interagire molto meglio con il testo. Le lampade, infatti, digitalizzano qualsiasi libro o documento fino al formato A3, permettendo così di ingrandire il testo.

Molto interessante anche IRIScan™ Book, che permette allo studente di procedere alla digitalizzazione di qualsiasi pagina di un libro o di un quaderno senza doverla necessariamente strappare. Uno strumento molto comodo anche da trasportare, dato che entra benissimo nello zaino. Il suo funzionamento è garantito anche senza il computer, in modo tale da acquisire i documenti e scaricarli successivamente.

Infine, vale la pena sottolineare le funzionalità di Readiris™ 17, un software di riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) e PDF che consente di convertire immagini e documenti acquisiti in testo editabile. Non solo: con questo prodotto IRIS è infatti possibile anche la lettura a voce alta dei PDF, dato che dispone di una tecnologia di sintesi vocale particolarmente avanzata.

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Dislessia, gli indizi a cui bisogna fare attenzione

Come si fa a capire se è dislessia o si tratta di altro? E’ questa la domanda che si pongono spesso i genitori che devono far fronte ai problemi di apprendimento dei loro figli.

La dislessia emerge con chiarezza solo quando il bimbo o la bimba cominciano la Scuola Primaria, mostrandosi nei limiti in termini di lettura e scrittura. Durante la scuola dell’infanzia può comparire qualche segnale, ma è in seconda (o al massimo in terza) elementare che alcuni disturbi dell’apprendimento (come ad esempio il vocabolario limitato, ndr) emergono con più chiarezza.

Ma le difficoltà che compaiono in questo periodo sono sempre riconducibili alla dislessia? Non per tutti i casi, dato che non sono pochi gli alunni che nel tempo riescono a recuperare il gap. Prima di dare una diagnosi definitiva serve far passare un pò di tempo, in genere almeno un anno (in alcune situazioni anche un anno e mezzo).

Chiaramente, ci sono degli indizi che portano a riconoscere la dislessia, come il non riuscire a riconoscere le lettere e a pronunciarle nella maniera corretta dopo diversi mesi di scuola.

Inoltre, il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) compare soprattutto in presenza di un deficit della capacità visiva, ovvero nel non riuscire a dividere l’informazione essenziale da quella irrilevante.

Anche il non riuscire a dividere i suoni delle parole in sillabe può rappresentare un campanello d’allarme. Infine, in presenza di dislessia i bambini non saranno in grado di trovare facilmente la parola giusta da utilizzare in un determinato contesto.

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“Dislessia Amica Livello Avanzato”, il percorso formativo per tutti i docenti: dettagli e obiettivi

L’Associazione Italiana Dislessia (AID) prosegue nel percorso formativo “Dislessia Amica Livello Avanzato”, realizzato assieme alla Fondazione TIM, che promuove e sostiene il progetto, avvalendosi anche dell’intesa con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).

Un percorso che ha riscosso un certo successo negli anni scolastici 2016-2017 e 2017-2018 e che mira a far sì che la scuola diventi davvero inclusiva, in particolar modo per gli alunni che soffrono di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), come dislessia e discalculia.

Ma in cosa consiste “Dislessia Amica Livello Avanzato”? Per farla breve, si tratta di un percorso formativo che si può seguire tramite una piattaforma e-learning – ovviamente in modalità gratuita, ndr – da qualsiasi istituto scolastico italiano. Al percorso hanno accesso tutti i docenti di ogni ordine e grado, dalla Scuola dell’Infanzia fino alla Scuola Secondaria di Secondo Grado.

Orientando la didattica e la struttura organizzativa della scuola, l’obiettivo di “Dislessia Amica Livello Avanzato” è quindi quello di incentivare strategie di apprendimento e modalità che risultino più adeguate e funzionali nei confronti degli studenti con DSA. Il percorso formativo si struttura con materiali di approfondimento e video lezioni.

Il corso, che ha una durata complessiva di 50 ore, si divide in 5 moduli, ognuno con delle finalità ben precise. Alla fine di ogni modulo il docente verrà sottoposto ad un questionario valutativo: il superamento dello stesso consentirà di accedere al modulo successivo.

La seconda fase avrà come peculiarità dei contenuti specifici, distinti a seconda del grado scolastico di appartenenza del docente iscritto, sempre con valutazione finale.

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Emendamento per i candidati DSA nei concorsi pubblici, il sostegno dell’AID

L’emendamento al Decreto Legge 104 dello scorso 14 agosto 2020 riguarda una questione molto importante che fa riferimento ai concorsi pubblici nazionali, regionali e comunali.

Per farla breve, in tutte e tre queste tipologie di concorsi i candidati affetti da Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), dotati di opportuna certificazione, vedono garantito l’utilizzo degli strumenti compensativi adatti a ciascuno; in più, con l’emendamento viene inoltre permesso a questi candidati di sostenere un colloquio orale invece di un esame scritto.

Ma non è tutto, perchè l’emendamento in questione consente anche ai lavoratori del pubblico impiego affetti da DSA di poter disporre di tutti gli strumenti utili per poter affrontare il proprio lavoro nel migliore dei modi, esprimendo a pieno la propria professionalità.

L’emendamento, presentato dalla vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, è stato accolto con grandissima soddisfazione dall’Associazione Italiana Dislessia (AID), che si augura un’approvazione celere nelle aule parlamentari.

Una battaglia che l’AID porta avanti da diversi anni: basti pensare che ogni anno entrano nel mondo del lavoro ben 12.000 adulti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, senza alcun tipo di tutela. Dislessici e disgrafici che hanno tutte le carte in regola per avviare una brillante carriera, ma che si trovano molto spesso a dover fare i conti con criticità strutturali anche molto pesanti.

Proprio per questo – e specialmente in un periodo di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo – l’AID chiede che le persone affette da DSA (in Italia il 3,5% della popolazione, ndr) abbiano gli stessi diritti e le medesime opportunità.

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Didattica Digitale Integrata, una scuola al passo con i tempi

La Didattica a Distanza, fondamentale nei mesi di lockdown, passa da Didattica d’Emergenza a Didattica Digitale Integrata, come chiarito nelle Linee Guida adottate dal Ministero dell’Istruzione con il Decreto n°39 del 26/06/2020.

In poche parole, con la Didattica Digitale Integrata viene previsto l’apprendimento “con le tecnologie considerate uno strumento utile per facilitare apprendimenti curricolari e favorire lo sviluppo cognitivo”.

L’informatica diventa quindi sempre più una disciplina trasversale alle altre, grazie anche alla capacità di saper rendere divertenti e produttivi i contenuti disciplinari proposti dai docenti.

L’obiettivo è proprio quello di rendere l’ambiente scolastico il più possibile piacevole e collaborativo, incoraggiando l’apprendimento e alimentando la motivazione degli studenti.

Con l’utilizzo del digitale viene di fatto potenziata la didattica in presenza, garantendo agli alunni un rientro nelle aule estremamente agevole, e consentendo agli studenti di avere già pronto uno strumento alternativo nel caso ci si ritrovi a dover sospendere nuovamente la didattica in presenza.

Nelle Linee Guida vengono specificate anche le tempistiche della Didattica esclusivamente a distanza, con le ore previste per ogni livello scolastico.

Il Digitale viene definito come “strumento abilitante, connettore e volano di cambiamento”. L’obiettivo è infatti quello di fornire alle scuole tutti gli strumenti necessari e mettere gli istituti nelle condizioni di garantire accesso agli stessi, qualità degli spazi e degli ambienti e l’identità digitale, associando un profilo digitale unico ad ogni persona nella scuola e associando il profilo digitale di docenti e studenti a servizi e applicazioni semplici ed efficaci.

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La Discalculia Evolutiva può essere trattata con gli action video games: lo studio alternativo

Si sente parlare sempre più spesso di Discalculia Evolutiva, un disturbo nell’apprendimento ed in particolare delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta nei bambini che non hanno riportato alcuna problematica dal punto di vista neurologico e che presentano un’intelligenza nella norma.

Stando a quanto riportato dall’International Classification of Disease (ICD 10), la Discalculia Evolutiva è caratterizzata da prestazioni inferiori nella capacità di calcolo rispetto a quanto ci si aspetterebbe in base all’età del bambino: una condizione che andrebbe anche ad influire sulla vita di tutti i giorni, specialmente nelle situazioni che richiedono capacità di calcolo.

La Discalculia Evolutiva si manifesta quando emergono alcune resistenze specifiche ai trattamenti, come ad esempio quella alla modificabilità oppure quella alla velocità, che non aumenta nonostante mesi di training specifico evidenziando una difficoltà persistente in termini di automatizzazione del compito.

E’ proprio quest’ultima criticità la più difficile da risolvere, mentre sul piano dell’accuratezza vengono solitamente apprezzati miglioramenti significativi che portano i bambini affetti da Discalculia Evolutiva a raggiungere livelli simili a quelli dei coetanei.

Per intervenire adeguatamente è opportuno individuare tre ambiti di intervento, ovvero la linea dei numeri, la transcodifica e la codifica semantica.

Nel primo caso, il training consiste nel rendere efficiente il conteggio e la capacità di operare seguendo la linea dei numeri. Nella transcodifica si lavora per eliminare tutte le incertezze che riguardano la scrittura e la lettura dei numeri. Infine, la codifica semantica consiste nel far apprendere al bambino la capacità di individuare la grandezza numerica, come ad esempio il numero più grande in una cosiddetta “tripletta”.

Negli ultimi tempi vengono sviluppati anche trattamenti alternativi, come quello proposto da un team di ricercatori del laboratorio Decone dell’Università di Padova, Andrea Facoetti, Simone Gori e Sandro Franceschini. 

Sostanzialmente, si tratta di un training delle capacità di orientamento visuospaziale tramite action video games per verificare l’effettivo potenziamento delle abilità di cognizione spaziale. 

I giochi proposti hanno caratteristiche peculiari, come l’estrema velocità degli elementi in movimento e degli eventi stessi, l’imprevedibilità (spaziale e temporale) e un’accentuazione dell’elaborazione visiva periferica, unitamente ad un grado elevato di carico percettivo e cognitivo.

I risultati del gruppo di ricerca rivelano che 12 ore di training con la piattaforma Wii hanno comportato un miglioramento nelle capacità aritmetiche dei bambini affetti da Discalculia Evolutiva. Dalle addizioni complesse all’accuratezza nella lettura dei numeri, fino alla precisione nell’orientamento sulla linea dei numeri e al miglioramento delle abilità di attenzione visuo-spaziale: risultati importanti, che suggeriscono di lavorare in questa direzione per elaborare programmi di prevenzione precoce.