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Lettera ai genitori: valorizzare i talenti dei figli oltre i voti

“Tra pochi giorni arriveranno le pagelle dei vostri figli. Se i risultati non dovessero rispecchiare le vostre aspettative, non trasformateli in un motivo di preoccupazione”.

Questo è il messaggio che Flavia Capodicasa, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 8 di Modena, ha voluto trasmettere alle famiglie. Con un passato da ingegnere aeronautico e docente di elettronica, la Preside ha trovato nella scuola la sua vera passione e, in vista della consegna delle valutazioni, ha scelto di inviare una lettera dal tono umano e motivante.

“Mi sono ispirata alla ‘Favola del curriculo’ del pedagogista George H. Reavis
– racconta – per far comprendere quanto sia importante riconoscere le differenze individuali e sostenere i ragazzi nel loro percorso”.

Nella lettera, la dirigente invita i genitori a riflettere sul fatto che ogni studente è unico: “C’è chi eccelle nell’arte ma fatica con la matematica, chi è portato per le scienze ma non ama la poesia, o chi brilla nello sport ma trova difficoltà con le lingue straniere”.

Il punto centrale del messaggio è chiaro: il valore di un ragazzo non può essere ridotto a un numero o a un confronto con le aspettative degli adulti. “I vostri figli – scrive – sono straordinari così come sono. Hanno bisogno di essere amati per ciò che sono e incoraggiati a scoprire il loro potenziale”.

La preside spiega perché ha deciso di scrivere questa lettera: “Viviamo in una società dove l’ansia da prestazione è sempre più diffusa. Troppi giovani si sentono giudicati solo attraverso i risultati scolastici, e questo può portarli a crollare sotto il peso delle aspettative. È fondamentale iniziare a diffondere messaggi positivi già dalla scuola primaria”.

Capodicasa sottolinea che ogni studente è molto più di un voto: “La valutazione deve essere uno strumento per apprendere, ma non deve mai oscurare il valore personale di ciascun ragazzo”.

E conclude con un appello ai genitori: “Accompagnate i vostri figli con amore e sostegno nella scoperta dei loro talenti. Questo è un compito che spetta sia alla famiglia che alla scuola”.

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Disturbi del neurosviluppo diagnosi precoce e nuove prospettive di supporto in Italia

La tempestività nella diagnosi dei disturbi del neurosviluppo è cruciale per attuare interventi efficaci e migliorare la vita di chi ne è affetto. Questi disturbi, che includono l’autismo, l’ADHD e le difficoltà di apprendimento, si manifestano in modi diversi, rendendo essenziale un’osservazione attenta e precoce.
Riconoscere segnali di potenziali problematiche nello sviluppo cognitivo, motorio e sociale consente di intervenire prima che le difficoltà si radichino, facilitando l’integrazione del bambino in vari contesti.
Negli ultimi dieci anni, la prevalenza di queste condizioni è aumentata, evidenziando la necessità di un sistema di rilevazione precoce per identificare tempestivamente i segnali e garantire diagnosi rapide.

In risposta a questa emergenza, la Commissione Affari Sociali della Camera ha avviato discussioni su una proposta di legge che prevede misure a sostegno delle persone con disturbi del neurosviluppo e delle loro famiglie. Questa iniziativa intende stabilire un quadro normativo che rispetti le competenze statali e regionali in ambito sanitario, con l’obiettivo di potenziare il supporto e i servizi disponibili.

                   Diagnosi tempestiva e continuità dell’assistenza

Effettuare una diagnosi nei primi anni di vita presenta numerosi vantaggi:

  • maggiore efficacia degli interventi grazie alla plasticità cerebrale nei bambini.
  • aumento dell’autonomia e dell’inclusione sociale attraverso strategie mirate.
  • supporto personalizzato per le famiglie.
  • riduzione del disagio psicologico legato alla comprensione delle difficoltà del bambino.

                    Creazione di una rete integrata di servizi

La proposta di legge mira a istituire una rete integrata di servizi a livello nazionale e locale, coinvolgendo diverse istituzioni competenti per garantire:

  • maggiore inclusione in ambito scolastico.
  • miglioramento della qualità della vita per bambini e le loro famiglie.
  • supporto continuo lungo tutto il ciclo vitale.

Gli interventi dovranno essere allineati con le esperienze pratiche e le normative esistenti, come ad esempio per quelle relative all’autismo.

                     Formazione continua nel settore educativo

Accanto alla rete integrata, il disegno di legge propone corsi di formazione continua per professionisti, inclusi operatori sanitari e scolastici.
Si prevede anche l’attuazione di campagne informative per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a questi disturbi.

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“Alessandro Vantini: un viaggio tra scrittura e volontariato”

Alessandro Vantini, un uomo di 77 anni, è un ex tornitore e scrittore appassionato, che crede fermamente nel potere dell’amore, capace di superare anche la morte.

La sua convinzione è frutto delle esperienze accumulate sia nel mondo del lavoro che nel volontariato.
«Mio padre e mio nonno sono stati i miei modelli», racconta Vantini. «Ho vissuto il volontariato come un atto di libertà e responsabilità, fino a quando la salute me lo ha permesso. Grazie a loro, ho sviluppato un amore per la narrazione orale, che mi ha affascinato fin da bambino durante le veglie invernali nei fienili. Col tempo, ho sentito l’urgenza di esprimere storie per iscritto».

La sua avventura con la scrittura non è stata priva di ostacoli. In seconda elementare, Vantini non riusciva a leggere correttamente a causa della dislessia. «La mia insegnante credeva che fossi pigro e incapace», ricorda. «Ma non era così; amavo andare a scuola e mi impegnavo. Non sapevo di avere la dislessia, e questo mi ha portato a essere bocciato, facendomi soffrire profondamente. Ho promesso a me stesso che avrei scritto un libro».

Dopo questa difficile esperienza, il suo percorso scolastico è cambiato radicalmente. «Con i nuovi insegnanti, ho trovato supporto; le mie composizioni venivano lette in classe durante le ultime due classi delle elementari. Questo mi ha fatto innamorare della poesia e della letteratura», spiega Vantini.

La sua passione è cresciuta grazie all’influenza di professori competenti durante la scuola professionale. Da adulto, ha ripreso a scrivere durante i viaggi di lavoro in tutto il mondo.

«Dopo il lavoro, ho iniziato a comporre poesie in dialetto e italiano, per poi passare ai racconti. Scrivevo per me stesso, per elaborare ricordi ed esperienze. Era una necessità che mi faceva sentire bene», afferma.

Vantini ha anche viaggiato all’estero come volontario, contribuendo alla costruzione di strutture in Ciad e Mozambico. Il suo impegno nel volontariato è iniziato nel 1976, dopo il terremoto in Friuli Venezia Giulia, quando si unì al Gruppo Alpini per aiutare la comunità di Buja. Ha continuato a prestare servizio con la Fevoss fino a quando problemi di salute lo hanno costretto a fermarsi.

Oggi Vantini dedica tempo alla sua passione per la scrittura: «Ogni giorno scrivo. Ho completato circa 15 racconti per un totale di un milione di parole e ho pubblicato il mio primo libro: “Il Re del Longiar”, una storia quasi vera su un immigrato africano che trova successo in Italia grazie alle sue qualità umane».

Attualmente sta lavorando su una nuova storia ispirata alla stella Alcor della costellazione dell’Orsa Maggiore.

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Aumento degli alunni con DSA in Italia: un’analisi delle nuove tendenze e delle politiche educative

Il sistema scolastico in Italia ha registrato un notevole aumento degli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Recenti dati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione rivelano che, negli anni accademici 2021/2022 e 2022/2023 , la percentuale di studenti con DSA è cresciuta in modo significativo, passando dallo 0,9% nel 2010/2011 al 6,0% nel 2022/ 2023. Questo trend evidenzia una crescente sensibilizzazione e attenzione verso le problematiche legate ai DSA.

Crescita della consapevolezza e diagnosi precoce

La crescita del numero di alunni diagnosticati con DSA ha avuto ripercussioni importanti sulle politiche educative e sulle pratiche didattiche. Gli studenti con diagnosi formale frequentano principalmente le scuole primarie e secondarie.
Inoltre, è emerso un gruppo di bambini in età prescolare e nei primi anni della scuola primaria identificazioni come “a rischio DSA”. L’analisi di questi gruppi è cruciale per comprendere le dinamiche dei disturbi dell’apprendimento e le risposte del sistema educativo.

Incremento degli alunni con diagnosi

Nel 2022/2023 , il 6,0% degli studenti italiani presenta un DSA, evidenziando un incremento costante rispetto agli anni precedenti. In particolare, nelle scuole secondarie si è registrato un aumento significativo di diagnosi formali di DSA. Questo non solo riflette una reale crescita dei casi, ma anche una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di supporto.

Attenzione alla prevenzione per i bambini a rischio

È fondamentale non trascurare gli alunni “a rischio” che non hanno ancora ricevuto una diagnosi ufficiale. Questi bambini, che frequentano la scuola dell’infanzia ei primi anni della primaria, rappresentano un periodo cruciale per lo sviluppo delle competenze cognitive. Monitorare questi studenti consente di attuare interventi preventivi per evitare l’insorgere di disturbi più gravi.
Le scuole stanno intensificando gli sforzi per valutare continuamente i bambini a rischio, utilizzando metodologie adeguate per identificare tempestivamente eventuali difficoltà. L’aumento degli alunni identificati come “a rischio DSA” indica una crescente attenzione verso la fase iniziale del percorso educativo.

Fattori contributivi all’aumento dei casi di DSA

L’aumento dei casi di alunni con DSA può essere attribuito a diversi fattori, tra cui il miglioramento delle capacità diagnostiche e l’accesso ai servizi di supporto.
Le famiglie e le scuole sono ora più informate sui disturbi dell’apprendimento e sulle opportunità di intervento precoce. Inoltre, la formazione degli insegnanti è aumentata, apportando una maggiore comprensione delle difficoltà che alcuni studenti affrontano.

Inclusione scolastica: un impegno necessario

L’inclusione scolastica rappresenta una priorità in Italia, garantendo il diritto all’istruzione per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro difficoltà. È essenziale che le scuole implementino pratiche didattiche personalizzate, come l’uso di tecnologie digitali e Piani Educativi Personalizzati (PDP), per favorire l’integrazione degli alunni con DSA.

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Nuove linee guida Cnudd: un passo avanti per l’inclusione universitaria in Italia

La conferenza nazionale universitaria dei delegati per l’inclusione degli studenti con Disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Cnudd) ha recentemente introdotto delle nuove Linee Guida  per garantire il diritto allo studio per gli studenti con disabilità e DSA.

Queste linee guida sono state sviluppate in risposta all’aumento significativo del numero di studenti universitari con disabilità o DSA, che ora rappresentano il  2,5% della popolazione accademica italiana. Il presidente della Cnudd Luca Fanucci ha sottolineato che “questo documento rappresenta un passo fondamentale nel panorama universitario, poiché non solo definisce gli strumenti di supporto, ma delinea anche come le istituzioni devonono organizzarsi per assicurare pari opportunità a tutti gli studenti” .

Le istituzioni italiane stanno quindi rendendo concreto il diritto allo studio, passando da un approccio formale a uno sostanziale. Oltre a identificare i soggetti coinvolti, i ruoli ei servizi necessari, viene anche trattato il tema dell’orientamento, con un focus speciale sugli studenti con Bisogni Educativi Speciali.

Con l’aumento esponenziale degli studenti con disabilità e DSA , è necessario ripensare l’organizzazione universitaria. Non basta più parlare di “inclusione”; è fondamentale chiarire cosa significa realmente per il personale accademico e come promuovere una partecipazione attiva alla vita universitaria.

Inoltre, è importante lavorare sulle relazioni tra docenti e studenti, così come tra docenti e servizi, affinché ci sia un’interazione proficua con l’ambiente universitario e le sue risorse culturali ed economiche.

“Massimizzare le potenzialità di ogni studente garantendo pari opportunità di accesso ai corsi e alle esperienze universitarie è essenziale per una vera inclusione”, ha concluso il presidente.

Linee guida CNUDD 2024 

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Dislessia: trasformare una sfida in opportunità – La storia di Giuseppe Fallacara

Giuseppe Fallacara, autore di un libro intitolato “Grazie alla dislessia sono diventato professore universitario”, ha recentemente condiviso la sua storia, pubblicata nel 2020 ma resa nota solo ora. In un’intervista a CoratoLive, ha dichiarato: «Oggi mi sento pronto a parlarne».

                       Un viaggio personale e professionale

Questa autobiografia, scritta durante il lockdown per il Covid-19, si rivolge a un pubblico variegato: giovani e adulti con dislessia, genitori di bambini dislessici, educatori, e appassionati di architettura e viaggi.
Fallacara ha scelto di non promuovere il suo libro inizialmente, poiché si basa su esperienze personali piuttosto che su competenze scientifiche.
La pandemia ha coinciso con un momento significativo della sua carriera: il 1° aprile 2020 è diventato docente ordinario a soli 46 anni, un traguardo celebrato in modo inusuale tramite una videoconferenza.

                      La dislessia come opportunità

Il professor Fallacara, attualmente il più giovane docente nella sua disciplina in Italia, ha fatto coming out sulla sua dislessia per condividere le emozioni legate a questo traguardo.
Il 12 ottobre scorso ha pubblicato la copertina del suo libro su Facebook, accompagnandola da un video del psicologo dell’apprendimento Giovanni Fenu.

                                 Riflessioni sull’apprendimento

Fallacara sostiene che la dislessia lo ha spinto a sviluppare metodi alternativi per affrontare le difficoltà di lettura automatica. Ha scritto il suo libro per supportare chi percepisce la dislessia come un ostacolo e per sfatare miti legati ai geni dislessici.
Racconta delle sue esperienze scolastiche difficili e del supporto che ricevette da sua madre, insegnante elementare, che non riusciva a identificare il problema a causa della scarsa consapevolezza del disturbo all’epoca.

                                                    Conclusioni

Fallacara conclude che la dislessia può trasformarsi in una risorsa se supportata da un ambiente educativo adeguato. Molti studenti dislessici rischiano di essere etichettati negativamente e abbandonati agli studi. Condivide la sua esperienza per ispirare speranza nei genitori dei bambini dislessici e sottolinea l’importanza di proteggere i giovani durante il loro percorso educativo.

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Rinascita musicale: un giovane artista trasforma il dolore della dislessia in speranza

Un giovane artista ha deciso di trasformare le sue esperienze di sofferenza e isolamento legate alla dislessia in una toccante opera musicale.

Il suo brano, Dentro me, rappresenta un profondo viaggio emotivo che riflette le difficoltà affrontate durante la sua infanzia, un periodo in cui la dislessia era poco compresa e raramente supportata.

Fin da piccolo, il ragazzo ha subito discriminazioni e bullismo, sentendosi escluso da un ambiente che non riusciva a comprendere il suo modo unico di affrontare la vita. “Mi facevano sentire inferiore, come se non fossi all’altezza,” racconta. “Ogni errore che commettevo veniva usato contro di me, senza che nessuno cercasse di capire il mio dolore.”

Questa sofferenza si traduce oggi in Dentro me, una canzone che va oltre la semplice narrazione delle sue esperienze, diventando un potente inno alla resilienza. Nei suoi versi, il giovane esplora il peso dell’auto-svalutazione e la forza interiore che ha trovato per non arrendersi.

Ha anche pubblicato un libro di poesie come ulteriore espressione della sua creatività.
“È doloroso,” afferma uno dei passaggi più significativi della canzone.

Dentro me non si limita a trattare la dislessia; è un richiamo universale alle esperienze di emarginazione e sofferenza che molti possono riconoscere. Invita a credere nella capacità di trasformare il dolore in forza e a combattere per la propria identità.

In un’epoca in cui l’inclusione è sempre più discussa, questo brano acquista un significato profondo. Rappresenta un promemoria che dietro ogni sfida si cela una storia di speranza, se solo si trova il coraggio di raccontarla.

Per il giovane di Melfi, la musica è stata molto più di un hobby; è diventata una vera e propria terapia. “Scrivere questa canzone è stato come liberarmi da un fardello,” spiega. “Spero che chiunque si senta diverso possa ascoltarla e trovare conforto.”

Ora desidera che il suo messaggio raggiunga un vasto pubblico, sensibilizzando sull’importanza del supporto per chi vive con dislessia o altre difficoltà. “Non possiamo cambiare ciò che è stato,” conclude, “ma possiamo assicurarci che nessuno si senta più solo o giudicato.”

Con Dentro me, questo giovane talento dimostra come il dolore possa trasformarsi in arte, mostrando che anche dalle esperienze più difficili possono nascere nuove opportunità di rinascita.

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Dislessia: rivelazioni genetiche e strutture cerebrali

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck Institute, pubblicato su “Science Advance” la dislessia ha radici genetiche.
Questa ricerca, la più estesa mai realizzata nel campo del neuroimaging sulla dislessia, ha coinvolto oltre 35.000 adulti e ha identificato 35 varianti genetiche associate a specifiche strutture cerebrali.
Queste varianti potrebbero indicare una predisposizione alla dislessia e ad altre condizioni neurologiche, suggerendo un tratto eterogeneo alla base del disturbo.

L’analisi si è avvalsa di dati provenienti da UK Biobank e 23andMe, consentendo di calcolare punteggi poligenici per otto tratti geneticamente correlati alla dislessia.

I risultati hanno mostrato chiare correlazioni tra il volume delle strutture cerebrali esaminate e i punteggi poligenici elevati per le varianti genetiche associate alla dislessia.

In particolare, riduzioni nel volume della capsula interna sono state collegate alla predisposizione genetica sia alla dislessia che all’ADHD, evidenziando anche come la diminuzione del volume nella corteccia motoria possa essere specificamente correlata alla dislessia.

Questa scoperta rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione dei fattori neurobiologici che possono contribuire allo sviluppo dei disturbi dell’apprendimento nella popolazione, aprendo nuove strade per la ricerca e l’intervento.

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Serata di sensibilizzazione sui DSA a Langhirano: un’occasione per informarsi e connettersi

La sezione AID di Parma, in collaborazione con il comune di Langhirano e l’istituto I.C. Fermi – Ferrari, organizza un’importante serata informativa dedicata ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)dal titolo “Benvenuti nel mondo AID: un occasione per conoscersi e conoscere”.

 

La sezione AID di Parma, in collaborazione con il comune di Langhirano e l’istituto I.C. Fermi – Ferrari, organizza un’importante serata informativa dedicata ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)dal titolo “Benvenuti nel mondo AID: un occasione per conoscersi e conoscere”.

L’evento, che si svolgerà venerdì 29 febbraio alle ore 18:30 presso la sala comunale di Piazza Giacomo Ferrari a Langhirano, è aperto a tutti: famiglie, insegnanti, studenti e professionisti del settore.

Questo incontro rappresenta un’opportunità preziosa per approfondire le attività della sezione AID e per discutere delle sfide legate ai DSA.

I partecipanti potranno scambiare idee e informazioni utili, oltre a vivere un’esperienza immersiva attraverso testimonianze dirette dei ragazzi del Gruppo Giovani AID.

L’ingresso è gratuito e non è richiesta prenotazione.

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La trasformazione attraverso la diagnosi: storie di speranza per chi affronta i Disturbi Specifici dell’Apprendimento

La diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) può avere un impatto profondo sulla vita di una persona, come dimostra la storia di Luca, un giovane che si trova attualmente nel carcere di Rossano. “Se solo avessi avuto gli strumenti adeguati, avrei potuto scegliere una penna anziché una pistola”, ha dichiarato a Silvia Lanzafame, presidente dell’Associazione Italiana Dislessia (AID). Dopo aver ricevuto la diagnosi nel 2018, Luca è riuscito a completare il suo percorso scolastico, ottenendo sia il diploma che la laurea. Questo esempio evidenzia come la consapevolezza del disturbo e il supporto professionale possano trasformare le vite. Tuttavia, il tasso di abbandono scolastico tra gli studenti con DSA continua a essere preoccupante.

Nonostante l’aumento delle diagnosi, che è passato dallo 0,9% nel 2010 al 5,4% nel 2021, i dati ufficiali rimangono scarsi, con il Mezzogiorno che mostra percentuali inferiori rispetto al Nord Italia. “Ricevere la diagnosi a 19 anni è stata una salvezza per me”, ha affermato Lanzafame in un’intervista con Sky Tg24, sottolineando l’importanza di una diagnosi tempestiva.

Molti studenti con DSA abbandonano gli studi universitari poiché non presentano la loro diagnosi. L’assenza di supporto adeguato e i ritmi serrati possono rendere il percorso accademico insostenibile.

Giulio ha raccontato: “L’università mi sembrava priva di futuro”, riferendosi alla sua decisione di interrompere gli studi per poi riprenderli anni dopo grazie all’uso di strumenti compensativi e alla comprensione dei docenti. Lanzafame conclude enfatizzando l’importanza dell’empatia e della flessibilità degli insegnanti: “Perché non consentire a un bambino che fatica con la scrittura in corsivo di utilizzare lo stampato?”, ha suggerito.