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Dislessia e comunicazione: un viaggio tra emozioni e malintesi

Il brano “Dislesso” affronta il complesso tema della dislessia e le sue implicazioni nella comunicazione, ambientato in un contesto estivo.
Il protagonista si trova ad affrontare una serie di situazioni in cui la difficoltà di esprimere i propri pensieri genera malintesi e momenti di imbarazzo.

La dislessia non è solo una caratteristica individuale, ma rappresenta un simbolo di una condizione più ampia: il senso di inadeguatezza e le sfide nell’esprimere autenticamente le proprie emozioni.

La canzone si sviluppa su due piani: da un lato, l’immagine di un’estate spensierata, ricca di momenti di libertà (come una serata sulla spiaggia o una gita in moto), dall’altro, la dimensione interiore del protagonista, segnata da confusione e frustrazione.

Le parole inadeguate ei fraintendimenti rivelano una lotta interna, dove il desiderio di connessione si scontra con l’incapacità di comunicare in modo efficace.

La dislessia diventa così una potente metafora del disagio emotivo e della debolezza nei momenti intimi. Questo conflitto culmina nella separazione tra il protagonista e la sua partner, che si allontana, lasciandolo con il rammarico di non aver saputo trasmettere i propri sentimenti. Nonostante l’atmosfera leggera, il brano comunica un profondo senso di solitudine e smarrimento, facendo della comunicazione un tema centrale e universale.
L’artista commenta così la sua creazione: “Sono entusiasta per il lancio del mio terzo brano, dopo i successi dei precedenti che hanno superato le 100 mila ascolti e mi hanno permesso di esibirmi su palchi importanti, come quello di Riccione al Deejay On Stage ‘Con ‘Dislesso’, desideroso combattere i pregiudizi legati agli errori: sbagliare non è la fine del mondo; anzi, è proprio dagli errori che si può trarre forza di confusione e trasformarli in opportunità di crescita.”

Qui il link della canzone

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Nuove linee guida Cnudd: un passo avanti per l’inclusione universitaria in Italia

La conferenza nazionale universitaria dei delegati per l’inclusione degli studenti con Disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Cnudd) ha recentemente introdotto delle nuove Linee Guida  per garantire il diritto allo studio per gli studenti con disabilità e DSA.

Queste linee guida sono state sviluppate in risposta all’aumento significativo del numero di studenti universitari con disabilità o DSA, che ora rappresentano il  2,5% della popolazione accademica italiana. Il presidente della Cnudd Luca Fanucci ha sottolineato che “questo documento rappresenta un passo fondamentale nel panorama universitario, poiché non solo definisce gli strumenti di supporto, ma delinea anche come le istituzioni devonono organizzarsi per assicurare pari opportunità a tutti gli studenti” .

Le istituzioni italiane stanno quindi rendendo concreto il diritto allo studio, passando da un approccio formale a uno sostanziale. Oltre a identificare i soggetti coinvolti, i ruoli ei servizi necessari, viene anche trattato il tema dell’orientamento, con un focus speciale sugli studenti con Bisogni Educativi Speciali.

Con l’aumento esponenziale degli studenti con disabilità e DSA , è necessario ripensare l’organizzazione universitaria. Non basta più parlare di “inclusione”; è fondamentale chiarire cosa significa realmente per il personale accademico e come promuovere una partecipazione attiva alla vita universitaria.

Inoltre, è importante lavorare sulle relazioni tra docenti e studenti, così come tra docenti e servizi, affinché ci sia un’interazione proficua con l’ambiente universitario e le sue risorse culturali ed economiche.

“Massimizzare le potenzialità di ogni studente garantendo pari opportunità di accesso ai corsi e alle esperienze universitarie è essenziale per una vera inclusione”, ha concluso il presidente.

Linee guida CNUDD 2024 

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Dislessia: trasformare una sfida in opportunità – La storia di Giuseppe Fallacara

Giuseppe Fallacara, autore di un libro intitolato “Grazie alla dislessia sono diventato professore universitario”, ha recentemente condiviso la sua storia, pubblicata nel 2020 ma resa nota solo ora. In un’intervista a CoratoLive, ha dichiarato: «Oggi mi sento pronto a parlarne».

                       Un viaggio personale e professionale

Questa autobiografia, scritta durante il lockdown per il Covid-19, si rivolge a un pubblico variegato: giovani e adulti con dislessia, genitori di bambini dislessici, educatori, e appassionati di architettura e viaggi.
Fallacara ha scelto di non promuovere il suo libro inizialmente, poiché si basa su esperienze personali piuttosto che su competenze scientifiche.
La pandemia ha coinciso con un momento significativo della sua carriera: il 1° aprile 2020 è diventato docente ordinario a soli 46 anni, un traguardo celebrato in modo inusuale tramite una videoconferenza.

                      La dislessia come opportunità

Il professor Fallacara, attualmente il più giovane docente nella sua disciplina in Italia, ha fatto coming out sulla sua dislessia per condividere le emozioni legate a questo traguardo.
Il 12 ottobre scorso ha pubblicato la copertina del suo libro su Facebook, accompagnandola da un video del psicologo dell’apprendimento Giovanni Fenu.

                                 Riflessioni sull’apprendimento

Fallacara sostiene che la dislessia lo ha spinto a sviluppare metodi alternativi per affrontare le difficoltà di lettura automatica. Ha scritto il suo libro per supportare chi percepisce la dislessia come un ostacolo e per sfatare miti legati ai geni dislessici.
Racconta delle sue esperienze scolastiche difficili e del supporto che ricevette da sua madre, insegnante elementare, che non riusciva a identificare il problema a causa della scarsa consapevolezza del disturbo all’epoca.

                                                    Conclusioni

Fallacara conclude che la dislessia può trasformarsi in una risorsa se supportata da un ambiente educativo adeguato. Molti studenti dislessici rischiano di essere etichettati negativamente e abbandonati agli studi. Condivide la sua esperienza per ispirare speranza nei genitori dei bambini dislessici e sottolinea l’importanza di proteggere i giovani durante il loro percorso educativo.

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L’importanza delle mappe concettuali nell’apprendimento per studenti con DSA

Una mappa concettuale è uno strumento visivo che facilita la rappresentazione grafica di idee e concetti, utilizzando parole chiave e immagini per evidenziare le relazioni tra di essi. Questa tecnica si basa su nodi, che simboleggiano i concetti, e linee che illustrano le connessioni esistenti.

Le mappe possono essere suddivise in diverse categorie, tra cui le mappe mentali e quelle concettuali.

Mappe mentali vs. mappe concettuali

La mappa mentale si sviluppa attorno a un concetto centrale e si espande in rami che rappresentano idee correlate. Questo approccio favorisce l’associazione di pensieri e riflessioni su conoscenze già acquisite.
Al contrario, la mappa concettuale ha una struttura gerarchica che consente di visualizzare le informazioni in modo organizzato, partendo dai concetti principali per arrivare a quelli secondari. Questa caratteristica la rende uno strumento prezioso per l’apprendimento, sia per gli studenti che per gli insegnanti.

Rilevanza per gli studenti con DSA

Per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), le mappe concettuali offrono numerosi vantaggi:

1) chiarezza visiva: questi strumenti consentono una visualizzazione chiara delle informazioni, facilitando la comprensione per coloro che faticano con testi lineari.

2) organizzazione del pensiero: creare una mappa aiuta a strutturare il pensiero e a comprendere meglio le interrelazioni tra i vari concetti, essenziale per sviluppare abilità di ragionamento critico.

3) memoria migliorata: l’uso di colori e immagini consente agli studenti di associare concetti a elementi visivi, migliorando il richiamo delle informazioni.

4) personalizzazione dello studio: ogni studente può adattare la propria mappa alle proprie esigenze, creando rappresentazioni grafiche che riflettono il proprio stile di apprendimento.

L’importanza dell’integrità delle mappe

È fondamentale non apportare correzioni alle mappe concettuali create dagli studenti. Questo approccio promuove:

  • creatività: le mappe sono espressioni personali; correggerle può limitare l’individualità dell’apprendimento.
  • autonomia: consentire agli studenti di lavorare sulle proprie mappe senza interventi esterni rafforza la loro fiducia nelle proprie capacità.
  • riflessione continua: le mappe devono essere considerate strumenti dinamici; gli studenti possono rivederle e migliorarle man mano che acquisiscono nuove conoscenze.
  • valorizzazione del processo: è essenziale focalizzarsi sul processo di creazione della mappa piuttosto che sul risultato finale, enfatizzando l’esperienza di apprendimento.

In conclusione, le mappe concettuali rappresentano un potente alleato nell’apprendimento per gli studenti con DSA, offrendo un metodo efficace per organizzare e visualizzare le informazioni. Rispettare l’integrità delle loro creazioni è cruciale per stimolare creatività e autonomia, contribuendo così al successo educativo a lungo termine.

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Rinascita musicale: un giovane artista trasforma il dolore della dislessia in speranza

Un giovane artista ha deciso di trasformare le sue esperienze di sofferenza e isolamento legate alla dislessia in una toccante opera musicale.

Il suo brano, Dentro me, rappresenta un profondo viaggio emotivo che riflette le difficoltà affrontate durante la sua infanzia, un periodo in cui la dislessia era poco compresa e raramente supportata.

Fin da piccolo, il ragazzo ha subito discriminazioni e bullismo, sentendosi escluso da un ambiente che non riusciva a comprendere il suo modo unico di affrontare la vita. “Mi facevano sentire inferiore, come se non fossi all’altezza,” racconta. “Ogni errore che commettevo veniva usato contro di me, senza che nessuno cercasse di capire il mio dolore.”

Questa sofferenza si traduce oggi in Dentro me, una canzone che va oltre la semplice narrazione delle sue esperienze, diventando un potente inno alla resilienza. Nei suoi versi, il giovane esplora il peso dell’auto-svalutazione e la forza interiore che ha trovato per non arrendersi.

Ha anche pubblicato un libro di poesie come ulteriore espressione della sua creatività.
“È doloroso,” afferma uno dei passaggi più significativi della canzone.

Dentro me non si limita a trattare la dislessia; è un richiamo universale alle esperienze di emarginazione e sofferenza che molti possono riconoscere. Invita a credere nella capacità di trasformare il dolore in forza e a combattere per la propria identità.

In un’epoca in cui l’inclusione è sempre più discussa, questo brano acquista un significato profondo. Rappresenta un promemoria che dietro ogni sfida si cela una storia di speranza, se solo si trova il coraggio di raccontarla.

Per il giovane di Melfi, la musica è stata molto più di un hobby; è diventata una vera e propria terapia. “Scrivere questa canzone è stato come liberarmi da un fardello,” spiega. “Spero che chiunque si senta diverso possa ascoltarla e trovare conforto.”

Ora desidera che il suo messaggio raggiunga un vasto pubblico, sensibilizzando sull’importanza del supporto per chi vive con dislessia o altre difficoltà. “Non possiamo cambiare ciò che è stato,” conclude, “ma possiamo assicurarci che nessuno si senta più solo o giudicato.”

Con Dentro me, questo giovane talento dimostra come il dolore possa trasformarsi in arte, mostrando che anche dalle esperienze più difficili possono nascere nuove opportunità di rinascita.

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DSA e Celebrità

Robbie Williams: la rivincita accademica di un artista con dislessia

Robbie Williams, ex membro dei Take That, ha rivelato di voler finalmente completare gli esami di maturità, che aveva trascurato a causa della sua carriera musicale avviata in giovane età.

Il 2025 si preannuncia ricco di eventi per il cantante, con un film biografico in arrivo e un tour mondiale in programma. Tuttavia, la sua priorità è tornare a scuola per sostenere gli esami GCSE (General Certificate of Secondary Education), che sono obbligatori per gli studenti britannici al compimento dei 16 anni.

Williams ha dichiarato: «Ho sempre avuto la sensazione di essere poco intelligente, quindi voglio affrontare questi esami per dimostrare il contrario».

In età adulta, il cantante ha ricevuto diagnosi di dislessia, discalculia e ADHD (disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività), affermando:

«All’epoca non si parlava di queste condizioni, così ho abbandonato la scuola pensando di essere stupido, e ci è voluto molto tempo per superare questa convinzione».

Con l’uscita del suo biopic, che promette di essere uno dei più attesi della stagione, Williams riflette sul suo passato accademico:

«Non ho mai ottenuto voti migliori di una D; ho fallito o non mi sono presentato a tutti gli altri esami. È davvero importante per me tornare indietro e affrontare questo capitolo della mia vita»

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Verso l’autonomia nello studio: l’importanza del tutor per il/la ragazzo/a DSA

I ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) affrontano spesso sfide significative nel gestire i compiti a casa e nell’adottare metodi di studio autonomi e efficaci.

Le difficoltà che incontrano sono frequentemente legate a deficit di memoria, attenzione e organizzazione, rendendo l’attività scolastica un compito pesante e frustrante.

Dopo una lunga giornata di scuola, questi studenti possono sentirsi sopraffatti dalla stanchezza mentale, il che rende ancora più arduo affrontare ulteriori impegni, contribuendo a sentimenti di impotenza e bassa autostima.

L’importanza del tutor specializzato nei DSA

La figura del tutor specializzato è fondamentale per supportare questi ragazzi.

Non si tratta di sostituirli nel loro percorso educativo, ma piuttosto di affiancarli per sviluppare strategie che migliorino l’approccio allo studio e accrescano la loro autostima.

Il tutor crea un ambiente di apprendimento strutturato, dove gli studenti possono imparare a gestire il loro tempo e le risorse in modo più efficace.

Inoltre, facilita la comunicazione tra scuola e famiglia, collaborando con gli insegnanti affinché il ragazzo possa affrontare il percorso scolastico con maggiore serenità.

Strategie personalizzate per lo studio

Un elemento chiave per promuovere l’autonomia nello studio è la personalizzazione delle strategie didattiche. È cruciale identificare il metodo di apprendimento più adatto; ad esempio, se uno studente ha difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo, ripetere la lettura non sarà utile.

Invece, l’uso di programmi di sintesi vocale può rivelarsi vantaggioso, poiché integra canali uditivi e visivi.

Per migliorare la memorizzazione delle lezioni, una mappa concettuale o mentale può essere un valido strumento per facilitare il richiamo delle informazioni.

Organizzazione e pianificazione efficace

Un altro aspetto essenziale è l’organizzazione del materiale didattico e la pianificazione delle attività pomeridiane. È utile creare un piano dettagliato che suddivida il tempo da dedicare a ciascuna materia, includendo pause strategiche per evitare un’eccessiva stanchezza.

In sintesi, il supporto di un tutor specializzato non solo agevola l’apprendimento scolastico ma contribuisce anche al benessere emotivo degli studenti con DSA, favorendo una visione positiva delle proprie capacità e delle sfide quotidiane.

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Sovraccarico di verifiche: un ostacolo per gli studenti con DSA

Oggi affrontiamo un aspetto importante nella redazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP): la necessità di non sovraccaricare le interrogazioni o le verifiche scritte, limitandole a una sola al giorno.

Nella sezione dedicata alle modalità di verifica, è comune trovare la raccomandazione: “Evitare di svolgere più verifiche o interrogazioni nello stesso giorno”.

Questa pratica è particolarmente cruciale per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) per vari motivi legati al loro benessere emotivo e alle loro capacità cognitive.

Impatti emotivi e cognitivi

1. ansia e autostima

Gli studenti con DSA spesso affrontano livelli elevati di ansia, sia durante le verifiche scritte che nelle interrogazioni orali.

Tale ansia può influenzare negativamente le loro prestazioni, soprattutto in presenza di una bassa autostima e fiducia nelle proprie capacità.

Quando più verifiche sono programmate nello stesso giorno, gli studenti possono sentirsi sopraffatti, aumentando lo stress e l’ansia.

Questo può rendere difficile per loro esprimere al meglio le proprie conoscenze.

2. carico cognitivo

Gli studenti con DSA già affrontano un carico cognitivo significativo a causa delle loro difficoltà di apprendimento. Sovraccaricarli con troppe interrogazioni o verifiche in un breve periodo può compromettere ulteriormente la loro capacità di concentrazione e memoria a breve termine.

È quindi fondamentale considerare la diagnosi e prestare particolare attenzione alla memoria di lavoro (ML).

Le interrogazioni dovrebbero essere pianificate in modo da consentire agli studenti di gestire al meglio il loro impegno cognitivo.

Strategie per un approccio efficace

3. programmazione e strumenti compensativi

È essenziale pianificare le interrogazioni in anticipo e discuterle con gli studenti, evitando sovrapposizioni con altre prove. Questo approccio consente agli studenti di prepararsi adeguatamente e riduce l’ansia legata alla ricerca delle informazioni necessarie.

Immaginate la mente di uno studente con DSA come quella del film “Inside Out”, dove dei personaggi cercano di trovare la risposta giusta in un vasto database di conoscenze, mentre l’ansia cresce progressivamente.

Utilizzare strumenti compensativi come mappe concettuali, mappe mentali, presentazioni PowerPoint e sintesi vocale può facilitare la comprensione e la memorizzazione delle informazioni.

4. ambiente di supporto

Creare un ambiente di supporto durante le interrogazioni è fondamentale.

Gli insegnanti che comunicano in modo aperto, ascoltando le esigenze degli studenti e fornendo feedback costruttivo, possono instaurare un rapporto positivo che favorisce il massimo rendimento e riduce l’ansia.

Questo non solo aiuta a diminuire il livello di ansia, ma promuove anche una partecipazione più attiva da parte degli studenti.

Conclusione

In conclusione, evitare il sovraccarico delle interrogazioni per gli studenti con DSA è essenziale per garantire che possano esprimere le proprie conoscenze senza essere sopraffatti da ansie o carichi cognitivi eccessivi.

Una programmazione attenta delle prove, l’uso di strumenti compensativi e la creazione di un ambiente supportivo sono strategie chiave per facilitare il successo educativo di questi studenti.

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Dislessia: rivelazioni genetiche e strutture cerebrali

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck Institute, pubblicato su “Science Advance” la dislessia ha radici genetiche.
Questa ricerca, la più estesa mai realizzata nel campo del neuroimaging sulla dislessia, ha coinvolto oltre 35.000 adulti e ha identificato 35 varianti genetiche associate a specifiche strutture cerebrali.
Queste varianti potrebbero indicare una predisposizione alla dislessia e ad altre condizioni neurologiche, suggerendo un tratto eterogeneo alla base del disturbo.

L’analisi si è avvalsa di dati provenienti da UK Biobank e 23andMe, consentendo di calcolare punteggi poligenici per otto tratti geneticamente correlati alla dislessia.

I risultati hanno mostrato chiare correlazioni tra il volume delle strutture cerebrali esaminate e i punteggi poligenici elevati per le varianti genetiche associate alla dislessia.

In particolare, riduzioni nel volume della capsula interna sono state collegate alla predisposizione genetica sia alla dislessia che all’ADHD, evidenziando anche come la diminuzione del volume nella corteccia motoria possa essere specificamente correlata alla dislessia.

Questa scoperta rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione dei fattori neurobiologici che possono contribuire allo sviluppo dei disturbi dell’apprendimento nella popolazione, aprendo nuove strade per la ricerca e l’intervento.

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Larry Mullen Jr. degli U2: la diagnosi di discalculia e il suo impatto sulla musica

Larry Mullen Jr. in una recente intervista dichiara di essere discalculico, rivelando le sfide nel contare e l’impatto che queste hanno avuto nella musica.

Larry Mullen Jr., il batterista degli U2, ha recentemente condiviso la sua diagnosi di discalculia, un disturbo dell’apprendimento che ostacola la capacità di gestire i numeri e le operazioni matematiche.

Durante un’intervista con Times Radio, Mullen ha descritto le sue difficoltà nel contare e sommare, paragonando l’atto di mantenere il ritmo musicale a una sfida come scalare l’Everest.

Ha rivelato che spesso, mentre suona, gli è stato detto che sembra “sofferente”, un sentimento che deriva dalla sua lotta per contare le battute. Nonostante abbia affrontato questa condizione per gran parte della sua vita, Mullen ha ricevuto la diagnosi solo di recente. Ha dichiarato: “Ho sempre avvertito che c’era qualcosa che non andava nel mio rapporto con i numeri, non riuscivo a fare la somma con i numeri”.

La sua testimonianza si inserisce in un contesto più ampio, poiché ha parlato della sua esperienza in relazione a un documentario intitolato “Left Behind”, che narra le vicende di madri impegnate nella creazione della prima scuola pubblica a New York dedicata ai bambini dislessici. Mullen ha contribuito al progetto scrivendo e producendo musica, incluso un brano chiamato “Between the Lines”, insieme a Gayle, anch’essa DSA.

Altri artisti come Cher e Robbie Williams hanno affrontato tematiche simili riguardanti la discalculia. Florence Welch dei Florence and the Machine ha condiviso la sua esperienza in un libro sulla neurodiversità, rivelando le sue difficoltà nel conteggio delle monete durante il lavoro in un bar.

Queste esperienze evidenziano quanto sia importante riconoscere e affrontare i disturbi dell’apprendimento nel mondo della musica e oltre.