Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck Institute, pubblicato su “Science Advance” la dislessia ha radici genetiche.
Questa ricerca, la più estesa mai realizzata nel campo del neuroimaging sulla dislessia, ha coinvolto oltre 35.000 adulti e ha identificato 35 varianti genetiche associate a specifiche strutture cerebrali.
Queste varianti potrebbero indicare una predisposizione alla dislessia e ad altre condizioni neurologiche, suggerendo un tratto eterogeneo alla base del disturbo.
L’analisi si è avvalsa di dati provenienti da UK Biobank e 23andMe, consentendo di calcolare punteggi poligenici per otto tratti geneticamente correlati alla dislessia.
I risultati hanno mostrato chiare correlazioni tra il volume delle strutture cerebrali esaminate e i punteggi poligenici elevati per le varianti genetiche associate alla dislessia.
In particolare, riduzioni nel volume della capsula interna sono state collegate alla predisposizione genetica sia alla dislessia che all’ADHD, evidenziando anche come la diminuzione del volume nella corteccia motoria possa essere specificamente correlata alla dislessia.
Questa scoperta rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione dei fattori neurobiologici che possono contribuire allo sviluppo dei disturbi dell’apprendimento nella popolazione, aprendo nuove strade per la ricerca e l’intervento.
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